Allarme emergenza psicologica: serve un supporto per i lavoratori e i piazienti Covid. Nel corso del gruppo di indagine sulla pandemia che si è tenuto ieri in regione, è stato audito l’Ordine degli psicologi del Piemonte, con particolare riferimento alla ricerca condotta sui bisogni psicologici del personale sanitario e tecnico amministrativo piemontese nell’emergenza Covid 19.
«L’onda della pandemia, dopo un 2020 decisamente impegnativo, sarà lunga e si abbatterà su un contesto già molto affaticato – dichiarano vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi, e dal coordinatore del gruppo di indagine sul Covid19, Daniele Valle -. Al carico di lavoro aumentato, si aggiunga che anche il carico “relazionale” è aumentato, ora che i familiari non possono visitare i malati anche di lungodegenza. Dovrebbe quindi essere l’occasione per istituire spazi di supervisione, assistenza e supporto psicologico, disponibili anche oltre le fasi dell’emergenza, per il personale che opera in contesti socio-sanitari. Tra l’elaborazione del bisogno e la domanda d’aiuto, c’è infatti un passaggio che è spesso complesso: i momenti di assistenza individuale e di gruppo dovrebbero essere riconosciuti nell’orario di lavoro, perché hanno una ripercussione diretta sul benessere del lavoratore e sul suo lavoro».
«C’è inoltre, ancora da esplorare, la complessa situazione dei postumi psicologici dei pazienti covid – proseguono -. L’Ordine sta compiendo ora una ricerca sul punto, rispetto al quale il servizio sanitario dovrà farsi carico di offrire una risposta a una fascia di cittadinanza già estremamente provata dalla malattia o dall’isolamento prolungato. Con questi fronti aperti, riteniamo fondamentale che il Dirmei si doti di una specifica funzione legata alle problematiche psicologiche connesse all’emergenza covd19, analogamente a come era avvenuta nella prima ondata con il coinvolgimento dell’Ordine degli psicologi nell’unità di crisi, esperienza che si è però interrotta a giugno».