Alunni del Fauser come Boccaccio: in quarantena hanno scritto il loro Decameron

Un tema ogni settimana, un re o una regina per decretarlo, un racconto ciascuno e la lettura “davanti” a tutti. Se state pensando a Giovanni Boccaccio avete fatto centro in modo perfetto. Per affrontare la noia delle giornate chiusi in casa, alcuni alunni del Fauser hanno scritto il loro “Decameron 2.0”, con un’unica differenza: dato il momento storico tutti radunati su Meet. Alessia Contento, Domenico Popolizio, Giulia Foglio, Marcello Mazzucchi, Marceu Hugo Silva de Santana, Youssef El Aamraoui, sono loro i protagonisti dell’opera letteraria che ha preso forma settimana dopo settimana. Cinquanta racconti in tutto divisi in tematiche miste fra il più profondo e il più leggero: Rivalutare il senso della vita; Avventura; Paura; Fame; Amore; Destino; Fiducia; Fauser, Vecchiaia; Tema libero.

 

 

«E’ stato un modo per combattere la noia e per tenerci in contatto, ci trovavamo verso sera quando ormai ciascuno di voi aveva concluso i propri impegni scolastici, è capitato spesso che dopo aver letto i nostri scritti, di rimanere collegati per più ore affrontando anche vari temi» dicono gli studenti, che già prima della quarantena avevano creato un gruppo unito e affiatato. L’idea è nata dopo qualche settimana di chiusura fra le mura di casa e la fantasia non si è fatta attendere: «Ognuno di noi ha scelto un tema, che ci siamo detti di settimana in settimana e abbiamo sempre avuto sette giorni per comporre i nostri racconti, – spiegano – realtà o fantasia? Non ci siamo dati vincoli, ognuno poteva raccontare quello che preferiva. E lo abbiamo fatto sia in prosa sia in poesia, anche in questo caso non avevamo regole, libertà». Tra i temi, alcuni davvero profondi, quello che colpisce di più, è sicuramente il “Fauser”: «E’ l’argomento che ci ha portato a scrivere racconti più personali, volevamo raccontare qualcosa che ci facesse ricordare i nostri cinque anni, ci stava metterlo per chiudere il nostro percorso, per farci conoscere anche da chi leggerà».

Con questa idea i ragazzi hanno scoperto ancor di più la bellezza non solo della letteratura in sé, ma anche della scrittura: «Scrivere ci ha aiutato a migliorare in generale nella scrittura, ma anche ad ascoltarci. E’ stato bello farlo perché non era un compito ma qualcosa di stabilito da noi ed era un obiettivo settimanale, che poi avremo condiviso con gli i nostri amici. E’ stato bello scrivere qualcosa di nostro, senza essere giudicati, ma solo per il piacere di condividere».

Anche l’insegnante degli studenti, la professoressa Anna Cardano, è stata molto contenta: «E’ tutta farina del loro sacco, sono contenta perché il Fauser è un indirizzo prettamente tecnico e la passione per la letteratura non è così diffusa, ma loro hanno scoperto quanto sia indispensabile nella vita di tutti i giorni. Loro non lo dicono perché non vogliono apparire, ma sono grandi appassionati, c’è chi ha scritto riflessioni sul Covid e sono sul portale del sito di scuola, chi è finalista in un premio Lions. I pezzi che hanno scritto per il “nuovo” Decameron sono molto belli».

Pubblicazione? Perché no, magari in futuro. C’è molta probabilità che i ragazzi possano presentare i loro scritti in biblioteca a Novara nel mese di ottobre con la ripresa dei Giovedì letterari.

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Alunni del Fauser come Boccaccio: in quarantena hanno scritto il loro Decameron

Un tema ogni settimana, un re o una regina per decretarlo, un racconto ciascuno e la lettura “davanti” a tutti. Se state pensando a Giovanni Boccaccio avete fatto centro in modo perfetto. Per affrontare la noia delle giornate chiusi in casa, alcuni alunni del Fauser hanno scritto il loro “Decameron 2.0”, con un’unica differenza: dato il momento storico tutti radunati su Meet. Alessia Contento, Domenico Popolizio, Giulia Foglio, Marcello Mazzucchi, Marceu Hugo Silva de Santana, Youssef El Aamraoui, sono loro i protagonisti dell’opera letteraria che ha preso forma settimana dopo settimana. Cinquanta racconti in tutto divisi in tematiche miste fra il più profondo e il più leggero: Rivalutare il senso della vita; Avventura; Paura; Fame; Amore; Destino; Fiducia; Fauser, Vecchiaia; Tema libero.

 

 

«E’ stato un modo per combattere la noia e per tenerci in contatto, ci trovavamo verso sera quando ormai ciascuno di voi aveva concluso i propri impegni scolastici, è capitato spesso che dopo aver letto i nostri scritti, di rimanere collegati per più ore affrontando anche vari temi» dicono gli studenti, che già prima della quarantena avevano creato un gruppo unito e affiatato. L’idea è nata dopo qualche settimana di chiusura fra le mura di casa e la fantasia non si è fatta attendere: «Ognuno di noi ha scelto un tema, che ci siamo detti di settimana in settimana e abbiamo sempre avuto sette giorni per comporre i nostri racconti, – spiegano – realtà o fantasia? Non ci siamo dati vincoli, ognuno poteva raccontare quello che preferiva. E lo abbiamo fatto sia in prosa sia in poesia, anche in questo caso non avevamo regole, libertà». Tra i temi, alcuni davvero profondi, quello che colpisce di più, è sicuramente il “Fauser”: «E’ l’argomento che ci ha portato a scrivere racconti più personali, volevamo raccontare qualcosa che ci facesse ricordare i nostri cinque anni, ci stava metterlo per chiudere il nostro percorso, per farci conoscere anche da chi leggerà».

Con questa idea i ragazzi hanno scoperto ancor di più la bellezza non solo della letteratura in sé, ma anche della scrittura: «Scrivere ci ha aiutato a migliorare in generale nella scrittura, ma anche ad ascoltarci. E’ stato bello farlo perché non era un compito ma qualcosa di stabilito da noi ed era un obiettivo settimanale, che poi avremo condiviso con gli i nostri amici. E’ stato bello scrivere qualcosa di nostro, senza essere giudicati, ma solo per il piacere di condividere».

Anche l’insegnante degli studenti, la professoressa Anna Cardano, è stata molto contenta: «E’ tutta farina del loro sacco, sono contenta perché il Fauser è un indirizzo prettamente tecnico e la passione per la letteratura non è così diffusa, ma loro hanno scoperto quanto sia indispensabile nella vita di tutti i giorni. Loro non lo dicono perché non vogliono apparire, ma sono grandi appassionati, c’è chi ha scritto riflessioni sul Covid e sono sul portale del sito di scuola, chi è finalista in un premio Lions. I pezzi che hanno scritto per il “nuovo” Decameron sono molto belli».

Pubblicazione? Perché no, magari in futuro. C’è molta probabilità che i ragazzi possano presentare i loro scritti in biblioteca a Novara nel mese di ottobre con la ripresa dei Giovedì letterari.

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