«Amo la musica ma in strada suono per necessità»

«Amo la musica ma in strada suono per necessità». Giuseppe Posillico, 61 anni, residente a Cerano, tutte le settimane intrattiene i passanti sotto i portici in piazza del Duomo. Un volto noto per chi frequenta il centro di Novara, in modo particolare di mattina. Se ne sta lì, all’angolo tra via Prina e piazza della Repubblica: chitarra, microfono, la custodia per terra con qualche moneta. E una voce da pelle d’oca.

«Fino a quattro anni fa ero titolare di un’azienda vicino a Milano, poi sono stato costretto a chiudere e a cambiare vita. È così che insieme a mia moglie, con la quale vivo da quarant’anni, ho deciso di trasferirmi; abbiamo scelto le campagne novaresi: pace, tranquillità e silenzio, tutte cose che prima non avevamo».

 

 

Ma la musica nella vita di Posillico, è sempre esistita: «A 15 anni suonavo il basso elettrico – racconta – suonavo con un gruppo sconosciuto; un giorno un impresario mi ha visto e ha fatto in modo di procurarmi un provino con il gli Astor, gruppo degli anni ‘70 il cui frontman è stato il primo compositore di Celentano. È andata bene perchè con loro ho suonato per due anni e ho girato l’Italia. Poi un’esperienza con il gruppo milanese Babo’s di Aldo Martinelli, uno dei primi in Italia a produrre disco music. In seguito ho suonato nei nigth un po’ in tutta Europa».

Vent’anni fa, grazie allo studio del contrabbasso, è stato amore a prima vista con il jazz: «Nei locali suono con i The after eight band, ma è una vita difficile: ti pagano poco, il pubblico è distratto e la tua musica se ne va tra aperitivi e spritz».

Poi quattro anni fa, un po’ per passione e un po’ per necessità, Posillico ha deciso di intraprendere la vita del musicista di strada: «Non avevo più un lavoro e non percepivo indennità – continua – così ho deciso di dedicarmi alla musica. Ho ripreso in mano la chitarra e ho ricominciato a cantare. Mi sono messo in gioco ed è stato molto bello perchè ho avuto modo di conoscere molte persone, alcune si fermano a parlare e ti chiedono di suonare le loro canzoni preferite. Un giorno una signora gentilissima mi ha portato un panino perchè pensava che non mangiassi da giorni: io l’ho ringraziata e le ho detto “suono sotto i portici, ma non sono un mendicante”. Devi avere coraggio, intorno ai musicisti di strada c’è ancora molto pregiudizio, invece è un luogo che ti dà più soddisfazione dei locali: sei autonomo, non ci sono orari, ci sono giorni in cui si guadagna abbastanza bene».

Posillico non suona solo a Novara, ma anche a Vercelli, Saronno, Busto Arsizio, Galliate, Piacenza, Vigevano e Cremona: «Ho visto persone ascoltarmi e poi andare via piangendo – conclude – e questa è la più grande soddisfazione: quando suoni devi trasmettere qualcosa. Io credo di trasmettere serenità perchè quando canto ci metto l’animo e la gente se ne accorge».

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

Condividi l'articolo

Una risposta

  1. Peccato chi si è dimenticato di dire che dopo aver chiuso la sua attività, nonostante svariati solleciti si sia dimenticato di pagare alcuni debiti.
    Spero che come musicista valga di più che come persona.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

«Amo la musica ma in strada suono per necessità»

«Amo la musica ma in strada suono per necessità». Giuseppe Posillico, 61 anni, residente a Cerano, tutte le settimane intrattiene i passanti sotto i portici in piazza del Duomo. Un volto noto per chi frequenta il centro di Novara, in modo particolare di mattina. Se ne sta lì, all’angolo tra via Prina e piazza della Repubblica: chitarra, microfono, la custodia per terra con qualche moneta. E una voce da pelle d’oca.

«Fino a quattro anni fa ero titolare di un’azienda vicino a Milano, poi sono stato costretto a chiudere e a cambiare vita. È così che insieme a mia moglie, con la quale vivo da quarant’anni, ho deciso di trasferirmi; abbiamo scelto le campagne novaresi: pace, tranquillità e silenzio, tutte cose che prima non avevamo».

 

 

Ma la musica nella vita di Posillico, è sempre esistita: «A 15 anni suonavo il basso elettrico – racconta – suonavo con un gruppo sconosciuto; un giorno un impresario mi ha visto e ha fatto in modo di procurarmi un provino con il gli Astor, gruppo degli anni ‘70 il cui frontman è stato il primo compositore di Celentano. È andata bene perchè con loro ho suonato per due anni e ho girato l’Italia. Poi un’esperienza con il gruppo milanese Babo’s di Aldo Martinelli, uno dei primi in Italia a produrre disco music. In seguito ho suonato nei nigth un po’ in tutta Europa».

Vent’anni fa, grazie allo studio del contrabbasso, è stato amore a prima vista con il jazz: «Nei locali suono con i The after eight band, ma è una vita difficile: ti pagano poco, il pubblico è distratto e la tua musica se ne va tra aperitivi e spritz».

Poi quattro anni fa, un po’ per passione e un po’ per necessità, Posillico ha deciso di intraprendere la vita del musicista di strada: «Non avevo più un lavoro e non percepivo indennità – continua – così ho deciso di dedicarmi alla musica. Ho ripreso in mano la chitarra e ho ricominciato a cantare. Mi sono messo in gioco ed è stato molto bello perchè ho avuto modo di conoscere molte persone, alcune si fermano a parlare e ti chiedono di suonare le loro canzoni preferite. Un giorno una signora gentilissima mi ha portato un panino perchè pensava che non mangiassi da giorni: io l’ho ringraziata e le ho detto “suono sotto i portici, ma non sono un mendicante”. Devi avere coraggio, intorno ai musicisti di strada c’è ancora molto pregiudizio, invece è un luogo che ti dà più soddisfazione dei locali: sei autonomo, non ci sono orari, ci sono giorni in cui si guadagna abbastanza bene».

Posillico non suona solo a Novara, ma anche a Vercelli, Saronno, Busto Arsizio, Galliate, Piacenza, Vigevano e Cremona: «Ho visto persone ascoltarmi e poi andare via piangendo – conclude – e questa è la più grande soddisfazione: quando suoni devi trasmettere qualcosa. Io credo di trasmettere serenità perchè quando canto ci metto l’animo e la gente se ne accorge».

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata

Picture of Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore