Anche l’Omar in campo per l’emergenza

Anche l’Omar scende in campo per l’emergenza. E lo fa, mettendo a disposizione il suo bagaglio di conoscenza e competenze in campo tecnologico. Il dirigente dell’istituto e i docenti hanno in pratica raccolto una sorta di “sfida” perché tutto, in realtà è iniziato con una mail di una start up «nella quale – dice Francesco Ticozzi, dirigente dell’istituto tecnico novarese- si diceva che si poteva modificare una normale maschera da sub in modo da farla diventare una maschera per aiutare nella respirazione gli addetti che operano in ospedale».

 

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Hanno informato l’ospedale e «domenica scorsa ci hanno contatto per darci il via libera».

A quel punto la “macchina operativa” si è messa in moto.

«Con la stampante 3D abbiamo realizzato un paio di prototipi e siamo riusciti, con gli insegnanti dei dipartimenti di Elettronica e Meccanica, a montare la maschera; l’ultimo modello, che ho consegnato oggi, è a posto ed è già stata individuata, tramite partenariato, una ditta che le può produrre».

«Noi – conclude Ticozzi – facciamo un po’ da hub, abbiamo cercato di mettere insieme più enti per fare rete e gestire questa emergenza».

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Redazione

2 risposte

  1. Il prototipo é brevettato da ISINNOVA (https://www.isinnova.it/easy-covid19/ ) che lo hanno creato e reso disponibile ai maker gratuitamente per stamparli in 3D!
    Io sono un ex omarista e mi dispiace che per farsi pubblicità si debba arrivare a questo!
    Da maker e perito mi sto impegnando nello sviluppo di un maker space all’ex caserma Passalaqua (http://casermapassalacqua.it/) ci siamo iscritti anche noi alla lista di possibili fornitori avendo a disposizione 4 stampanti (8 adattatori ogni 14h di stampa).

    1. Ciao Mattia, dopo aver letto il tuo commento sono andato ad informarmi su più fonti locali e non.
      Effettivamente la notizia è abbastanza concentrata, ma il tuo commento sembra uno SPAM alla tua attività creando ulteriore incompletezza e disinformazione.
      Ovvio che in questo momento di emergenza in più si è, meglio è.
      Leggendo sulle altre fonti, il “bagaglio di conoscenza e competenze in campo tecnologico”, sono stati usati per apportare modifiche di produzione a livello produttivo.
      Lo stesso Istituto cita più volte chi è stato il creatore originario del progetto.

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Anche l’Omar scende in campo per l’emergenza. E lo fa, mettendo a disposizione il suo bagaglio di conoscenza e competenze in campo tecnologico. Il dirigente dell’istituto e i docenti hanno in pratica raccolto una sorta di “sfida” perché tutto, in realtà è iniziato con una mail di una start up «nella quale – dice Francesco Ticozzi, dirigente dell’istituto tecnico novarese- si diceva che si poteva modificare una normale maschera da sub in modo da farla diventare una maschera per aiutare nella respirazione gli addetti che operano in ospedale».   [the_ad id="62649"]   Hanno informato l’ospedale e «domenica scorsa ci hanno contatto per darci il via libera». A quel punto la “macchina operativa” si è messa in moto. «Con la stampante 3D abbiamo realizzato un paio di prototipi e siamo riusciti, con gli insegnanti dei dipartimenti di Elettronica e Meccanica, a montare la maschera; l’ultimo modello, che ho consegnato oggi, è a posto ed è già stata individuata, tramite partenariato, una ditta che le può produrre». «Noi – conclude Ticozzi - facciamo un po’ da hub, abbiamo cercato di mettere insieme più enti per fare rete e gestire questa emergenza».

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