«Anche nelle zone critiche salvaguardare alcune fasce di età. Riapriamo nidi e materne»

«Anche nelle zone critiche salvaguardare alcune fasce di età. Ripriamo nidi e materne, sono sicuri». E’ questo l’appello che lancia EduChiAmo, il comitato spontaneo nato nel primo lockdown per rappresentare tutti i servizi educativi privati 0-6 presenti sul territorio nazionale. Un comitato nazionale che si è sviluppato anche a livello regionale e la cui referente è Sabrina Bonini, insegnante, e titolare di un micronido a Trecate. «Ci siamo tutti adattati alle nuove regole, abbiamo applicato modifiche alle nostre strutture e dopo un anno esatto ci ritroviamo nella stessa situazione di chiusura, – dice Bonini – i bambini ne stanno risentendo, ciascuno di noi ha trovato vari modi per stare vicino a loro e alle famiglie ma è difficile, è difficile osservare sviluppi a livello cognitivo e sociale che normalmente si percepiscono, perché le abitudini cambiano di continuo».

Il comitato parte dall’analisi affrontata dalla professoressa Sara Gandini, ricercatrice ed epidemiologa dell’Università Statale di Milano; il sondaggio portato avanti dal Comitato sottolinea «come, su un campione di 1000 strutture in tutta Italia, rappresentative della fascia 0-6, l’83,8% di queste non ha registrato casi positivi al Covid 19, il 15,4% da 1 a 5 casi e solo lo 0,8% da 6 a 10 casi, senza essere mai accompagnati dall’insorgenza di focolai. I dati forniti dalla professoressa Gandini, – spiega Bonini – ribadiscono come l’incidenza dei contagi all’interno dell’ambiente scolastico è del 39% inferiore rispetto all’incidenza calcolata sulla popolazione generale. In Piemonte, a fine novembre, picco della seconda ondata, solo lo 0,30% dei contagi si era sviluppato in ambito scolastico. Inoltre studi portati avanti in Inghilterra, prima nazione investita dalla variante inglese, testimonia come il rischio della diffusione del contagio a seguito del diffondersi delle varianti in ambito scolastico rimane invariato, soprattutto tra i bambini sotto i 10 anni di età».

EduChiAmo si è rivolto alla Regione: «Le scuole vanno riaperte e chiuse solo laddove si verificano cluster». Sabrina Bonini racconta la sua esperienza trecatese: «Abbiamo 24 bambini e l’organizzazione è cambiata. Abbiamo costituito due bolle con i bambini e personale educativa che non si incontrano mai. Unico luogo condiviso è il bagno ma che viene opportunamente sanificato. Anche gli spazi esterni sono stati divisi in due. Come asilo abbiamo fatto un investimento, senza far ricadere nulla sulle famiglie e garantendo lo stesso orario giornaliero 7.30-18.30. Non abbiamo mai avuto casi interni e anzi abbiamo riscontrato anche una diminuzione delle assenze per malattia. L’asilo è un servizio essenziale, con i bambini a casa la gestione lavorativa e famigliare è assurda».

Il comitato ha creato una grande rete: «Ancor prima della sua costituzione avevamo creato un gruppo Whatsapp dopo la chiusura dello scorso anno fra strutture novaresi e del vercellese, – spiega Bonini – questa rete si è allargata e ne è nato un comitato dove affrontiamo davvero tanti punti. Quello più importante è rivolto naturalmente alla riapertura delle scuole, contando anche che tutto il personale sta facendo la prima dose di vaccino».

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«Anche nelle zone critiche salvaguardare alcune fasce di età. Ripriamo nidi e materne, sono sicuri». E’ questo l’appello che lancia EduChiAmo, il comitato spontaneo nato nel primo lockdown per rappresentare tutti i servizi educativi privati 0-6 presenti sul territorio nazionale. Un comitato nazionale che si è sviluppato anche a livello regionale e la cui referente è Sabrina Bonini, insegnante, e titolare di un micronido a Trecate. «Ci siamo tutti adattati alle nuove regole, abbiamo applicato modifiche alle nostre strutture e dopo un anno esatto ci ritroviamo nella stessa situazione di chiusura, - dice Bonini – i bambini ne stanno risentendo, ciascuno di noi ha trovato vari modi per stare vicino a loro e alle famiglie ma è difficile, è difficile osservare sviluppi a livello cognitivo e sociale che normalmente si percepiscono, perché le abitudini cambiano di continuo». Il comitato parte dall’analisi affrontata dalla professoressa Sara Gandini, ricercatrice ed epidemiologa dell’Università Statale di Milano; il sondaggio portato avanti dal Comitato sottolinea «come, su un campione di 1000 strutture in tutta Italia, rappresentative della fascia 0-6, l’83,8% di queste non ha registrato casi positivi al Covid 19, il 15,4% da 1 a 5 casi e solo lo 0,8% da 6 a 10 casi, senza essere mai accompagnati dall’insorgenza di focolai. I dati forniti dalla professoressa Gandini, - spiega Bonini - ribadiscono come l’incidenza dei contagi all’interno dell’ambiente scolastico è del 39% inferiore rispetto all’incidenza calcolata sulla popolazione generale. In Piemonte, a fine novembre, picco della seconda ondata, solo lo 0,30% dei contagi si era sviluppato in ambito scolastico. Inoltre studi portati avanti in Inghilterra, prima nazione investita dalla variante inglese, testimonia come il rischio della diffusione del contagio a seguito del diffondersi delle varianti in ambito scolastico rimane invariato, soprattutto tra i bambini sotto i 10 anni di età». EduChiAmo si è rivolto alla Regione: «Le scuole vanno riaperte e chiuse solo laddove si verificano cluster». Sabrina Bonini racconta la sua esperienza trecatese: «Abbiamo 24 bambini e l’organizzazione è cambiata. Abbiamo costituito due bolle con i bambini e personale educativa che non si incontrano mai. Unico luogo condiviso è il bagno ma che viene opportunamente sanificato. Anche gli spazi esterni sono stati divisi in due. Come asilo abbiamo fatto un investimento, senza far ricadere nulla sulle famiglie e garantendo lo stesso orario giornaliero 7.30-18.30. Non abbiamo mai avuto casi interni e anzi abbiamo riscontrato anche una diminuzione delle assenze per malattia. L’asilo è un servizio essenziale, con i bambini a casa la gestione lavorativa e famigliare è assurda». Il comitato ha creato una grande rete: «Ancor prima della sua costituzione avevamo creato un gruppo Whatsapp dopo la chiusura dello scorso anno fra strutture novaresi e del vercellese, - spiega Bonini – questa rete si è allargata e ne è nato un comitato dove affrontiamo davvero tanti punti. Quello più importante è rivolto naturalmente alla riapertura delle scuole, contando anche che tutto il personale sta facendo la prima dose di vaccino».

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