“Animare comunità” con Territorio e Cultura: da progettazione sociale ed educativa a ruolo attivo

A Novara nel mese di settembre tre incontri dedicati alla formazione teorico-pratica

Si va completando con nuovi tasselli il puzzle della progettazione sociale partecipata per la rigenerazione urbana. Organizzato da Territorio e Cultura ODV nell’ambito del progetto Costellazioni Urbane, coordinato dal Comune di Novara e vincitore del bando di Fondazione Cariplo “Interventi Emblematici Maggiori”, il percorso “Animare Comunità” è rivolto a volontari e operatori culturali e sociali impegnati nella vita delle proprie comunità all’interno di associazioni e organizzazioni del terzo settore. Sono 23 le persone iscritte, di ogni età e professione. E ogni tassello contribuisce a offrire gli strumenti destinati a diventare spendibili nella loro sfera di attività.

Sabato 9 settembre ad Agorà Donatello l’incontro “Piano finanziario, rendicontazione, fund raising: tecniche e studi di caso”. Lungo il filo rosso “dall’idea al progetto”: Carmine Falanga, esperto di progettazione e presidente della Cooperativa “Idee in Fuga”, ha fornito una serie di strumenti teorici e pratici per “tradurre” concretamente un’idea che nasce dall’analisi di un contesto e dei bisogni, nonché delle opportunità presenti, in una proposta progettuale solida e articolata, toccando anche i temi del piano finanziario (come stimare i costi e presentarli in maniera chiara, sistematica e “leggibile” per il potenziale finanziatore) e del fund raising (come individuare e accedere a possibili canali di finanziamento). «L’idea progettuale – ha detto – mi dà il la per parlare a cascata di tutti gli altri argomenti. Il mio consiglio è quello di non partire dal bando, ma da quello che volete fare. È sbagliato aprire il vostro cassetto con le migliori idee progettuali per farle coincidere con il bando. Il gruppo di lavoro è fondamentale per la buona riuscita di ogni progetto: anche le vostre esperienze più diverse alla fine si tramutano in un progetto».

Sabato 16 settembre negli spazi di Nòva al centro “La co-progettazione tra pubbliche amministrazioni e terzo settore: opportunità e rischi”. Tradotto sul piano pratico “la coprogettazione come procedura amministrativa e come opportunità” perché il professor Luca Gori, giurista della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed esperto della coprogettazione tra amministrazioni e terzo settore, ha presentato le novità più recenti della legislazione su questo tema. La coprogettazione si presenta come una procedura di evidenza pubblica diversa e alternativa alla gara d’appalto, riservata alle organizzazioni non profit, finalizzata a consentire a questi ultimi di tracciare percorsi, modalità di condivisione di obiettivi e finalità con le amministrazioni per realizzare gli interventi e finanche i servizi necessari a rispondere a bisogni e interessi collettivi. Questi ultimi possono essere a loro volta individuati e definiti di comune accordo tra amministrazioni ed enti del terzo settore nell’ambito di un’altra procedura, chiamata “co-programmazione”. «Come può rispondere la pubblica amministrazione – le sue parole – ai bisogni nuovi e consolidati di una comunicazione in attuazione dei principi e dei diritti istituzionali? Con l’intervento diretto, affidandosi a un soggetto terzo oppure dando vita a forme di collaborazione paritaria».

Sabato 23 settembre, nella sede dell’Istituto Convitto Nazionale Carlo Alberto, la tavola rotonda sul tema “Scuole, enti locali e terzo settore per il welfare e la comunità educante”. Focus sulla “progettazione sociale ed educativa con le scuole e delle scuole”. L’incontro ha visto un confronto tra esponenti del mondo della scuola e del terzo settore, anche presentando e discutendo casi ed esperienze che hanno visto la collaborazione tra le due realtà. Tra i molti spunti interessanti emersi dal dibattito, che è stato assai franco e concreto, vi è la necessità che le scuole assumano un ruolo sempre più centrale nella progettazione, maturando competenze e capacità in questo ambito. D’altra parte, le realtà del terzo settore più sensibili e attente al mondo della scuola possono fare molto per accompagnare e favorire questo processo. Nicola Fonzo, dirigente del Convitto Carlo Alberto: «Gli adulti non hanno saputo trarre il meglio dal Covid, una cesura netta nella storia dell’umanità. Ora bisogna tornare al tema della comunità educante e a tutti i soggetti che hanno responsabilità, non solo la famiglia e la scuola, spetta questa missione».

Gianenrico Guida, a nome di Territorio e Cultura, ha anticipato una importante iniziativa in sinergia con il Comune di Novara: «Riguarda la prevenzione odontoiatrica dei più giovani. Si parte con l’Istituto Comprensivo Bottacchi: è previsto uno screening, facoltativo, a nostro carico per tutti gli studenti». Matelda Lupori, ex dirigente, ha portato l’esperienza dell’Istituto Nicola Pellati di Nizza Monferrato: «Sono stati i ragazzi a progettare la loro scuola per ottenere i finanziamenti».

Laura Panziera, già dirigente scolastica, ha sottolineato che «per fare progettazione è fondamentale capire con chi la fai e prendersi carico anche della fragilità dei soggetti coinvolti. Solo così si possono costruire occasioni vere per vivere meglio». Per Mariano Arenella, direttore artistico di Cabiria Teatro, offrire occasioni a chi viene da situazioni difficili o di povertà è la sfida più importante: «Il teatro diventa così uno strumento di riscatto per superare quella rabbia che hanno dentro». È fondamentale, come ha detto Rossella Grandi, psicologa e presidente dell’Associazione OrientaMente, «lavorare nel tempo extra scolastico proponendo ai ragazzi occasioni per sviluppare competenze trasversali e per relazionarsi con gli altri partendo dalle idee che nascono da loro».

La prima parte del corso di formazione “Animare comunità”, dedicata ai principi, alle teorie e agli strumenti fondamentali della progettazione sociale applicata a una logica di rigenerazione urbana e dei quartieri, si è ora conclusa, ma il corso proseguirà, per una parte delle persone iscritte, con una fase di project work. «Come previsto dalla call diffusa lo scorso maggio, in queste settimane procederemo alla selezione dei 6 project work che si inseriranno all’interno delle azioni del progetto Costellazioni Urbane e concorreranno al raggiungimento dei suoi obiettivi – spiegano Davide Servetti e Giacomo Balduzzi, ricercatori universitari e collaboratori di Territorio e Cultura, incaricati del coordinamento del corso di formazione -. Noi crediamo che si tratti di un’opportunità importante sia per i corsisti che potranno così cimentarsi nel seguire l’intero ciclo di progettazione di un intervento sociale di comunità, sia per i quartieri, le associazioni e tutti gli enti partner delle Costellazioni Urbane che si confronteranno con nuove progettualità che crediamo saranno in grado di attivare nuove risorse ed energie per la rigenerazione sociale e urbana». E sabato 14 ottobre, in occasione dell’evento “Matita”, in programma ai Tetti Verdi e inserito nella rassegna “Le Notti di Cabiria”, gli iscritti al corso hanno partecipato alla performance interattiva e collaborato all’allestimento dello spettacolo/workshop.

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“Animare comunità” con Territorio e Cultura: da progettazione sociale ed educativa a ruolo attivo

A Novara nel mese di settembre tre incontri dedicati alla formazione teorico-pratica

Si va completando con nuovi tasselli il puzzle della progettazione sociale partecipata per la rigenerazione urbana. Organizzato da Territorio e Cultura ODV nell’ambito del progetto Costellazioni Urbane, coordinato dal Comune di Novara e vincitore del bando di Fondazione Cariplo “Interventi Emblematici Maggiori”, il percorso “Animare Comunità” è rivolto a volontari e operatori culturali e sociali impegnati nella vita delle proprie comunità all’interno di associazioni e organizzazioni del terzo settore. Sono 23 le persone iscritte, di ogni età e professione. E ogni tassello contribuisce a offrire gli strumenti destinati a diventare spendibili nella loro sfera di attività.

Sabato 9 settembre ad Agorà Donatello l’incontro “Piano finanziario, rendicontazione, fund raising: tecniche e studi di caso”. Lungo il filo rosso “dall’idea al progetto”: Carmine Falanga, esperto di progettazione e presidente della Cooperativa “Idee in Fuga”, ha fornito una serie di strumenti teorici e pratici per “tradurre” concretamente un’idea che nasce dall’analisi di un contesto e dei bisogni, nonché delle opportunità presenti, in una proposta progettuale solida e articolata, toccando anche i temi del piano finanziario (come stimare i costi e presentarli in maniera chiara, sistematica e “leggibile” per il potenziale finanziatore) e del fund raising (come individuare e accedere a possibili canali di finanziamento). «L’idea progettuale – ha detto – mi dà il la per parlare a cascata di tutti gli altri argomenti. Il mio consiglio è quello di non partire dal bando, ma da quello che volete fare. È sbagliato aprire il vostro cassetto con le migliori idee progettuali per farle coincidere con il bando. Il gruppo di lavoro è fondamentale per la buona riuscita di ogni progetto: anche le vostre esperienze più diverse alla fine si tramutano in un progetto».

Sabato 16 settembre negli spazi di Nòva al centro “La co-progettazione tra pubbliche amministrazioni e terzo settore: opportunità e rischi”. Tradotto sul piano pratico “la coprogettazione come procedura amministrativa e come opportunità” perché il professor Luca Gori, giurista della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed esperto della coprogettazione tra amministrazioni e terzo settore, ha presentato le novità più recenti della legislazione su questo tema. La coprogettazione si presenta come una procedura di evidenza pubblica diversa e alternativa alla gara d’appalto, riservata alle organizzazioni non profit, finalizzata a consentire a questi ultimi di tracciare percorsi, modalità di condivisione di obiettivi e finalità con le amministrazioni per realizzare gli interventi e finanche i servizi necessari a rispondere a bisogni e interessi collettivi. Questi ultimi possono essere a loro volta individuati e definiti di comune accordo tra amministrazioni ed enti del terzo settore nell’ambito di un’altra procedura, chiamata “co-programmazione”. «Come può rispondere la pubblica amministrazione – le sue parole – ai bisogni nuovi e consolidati di una comunicazione in attuazione dei principi e dei diritti istituzionali? Con l’intervento diretto, affidandosi a un soggetto terzo oppure dando vita a forme di collaborazione paritaria».

Sabato 23 settembre, nella sede dell’Istituto Convitto Nazionale Carlo Alberto, la tavola rotonda sul tema “Scuole, enti locali e terzo settore per il welfare e la comunità educante”. Focus sulla “progettazione sociale ed educativa con le scuole e delle scuole”. L’incontro ha visto un confronto tra esponenti del mondo della scuola e del terzo settore, anche presentando e discutendo casi ed esperienze che hanno visto la collaborazione tra le due realtà. Tra i molti spunti interessanti emersi dal dibattito, che è stato assai franco e concreto, vi è la necessità che le scuole assumano un ruolo sempre più centrale nella progettazione, maturando competenze e capacità in questo ambito. D’altra parte, le realtà del terzo settore più sensibili e attente al mondo della scuola possono fare molto per accompagnare e favorire questo processo. Nicola Fonzo, dirigente del Convitto Carlo Alberto: «Gli adulti non hanno saputo trarre il meglio dal Covid, una cesura netta nella storia dell’umanità. Ora bisogna tornare al tema della comunità educante e a tutti i soggetti che hanno responsabilità, non solo la famiglia e la scuola, spetta questa missione».

Gianenrico Guida, a nome di Territorio e Cultura, ha anticipato una importante iniziativa in sinergia con il Comune di Novara: «Riguarda la prevenzione odontoiatrica dei più giovani. Si parte con l’Istituto Comprensivo Bottacchi: è previsto uno screening, facoltativo, a nostro carico per tutti gli studenti». Matelda Lupori, ex dirigente, ha portato l’esperienza dell’Istituto Nicola Pellati di Nizza Monferrato: «Sono stati i ragazzi a progettare la loro scuola per ottenere i finanziamenti».

Laura Panziera, già dirigente scolastica, ha sottolineato che «per fare progettazione è fondamentale capire con chi la fai e prendersi carico anche della fragilità dei soggetti coinvolti. Solo così si possono costruire occasioni vere per vivere meglio». Per Mariano Arenella, direttore artistico di Cabiria Teatro, offrire occasioni a chi viene da situazioni difficili o di povertà è la sfida più importante: «Il teatro diventa così uno strumento di riscatto per superare quella rabbia che hanno dentro». È fondamentale, come ha detto Rossella Grandi, psicologa e presidente dell’Associazione OrientaMente, «lavorare nel tempo extra scolastico proponendo ai ragazzi occasioni per sviluppare competenze trasversali e per relazionarsi con gli altri partendo dalle idee che nascono da loro».

La prima parte del corso di formazione “Animare comunità”, dedicata ai principi, alle teorie e agli strumenti fondamentali della progettazione sociale applicata a una logica di rigenerazione urbana e dei quartieri, si è ora conclusa, ma il corso proseguirà, per una parte delle persone iscritte, con una fase di project work. «Come previsto dalla call diffusa lo scorso maggio, in queste settimane procederemo alla selezione dei 6 project work che si inseriranno all’interno delle azioni del progetto Costellazioni Urbane e concorreranno al raggiungimento dei suoi obiettivi – spiegano Davide Servetti e Giacomo Balduzzi, ricercatori universitari e collaboratori di Territorio e Cultura, incaricati del coordinamento del corso di formazione -. Noi crediamo che si tratti di un’opportunità importante sia per i corsisti che potranno così cimentarsi nel seguire l’intero ciclo di progettazione di un intervento sociale di comunità, sia per i quartieri, le associazioni e tutti gli enti partner delle Costellazioni Urbane che si confronteranno con nuove progettualità che crediamo saranno in grado di attivare nuove risorse ed energie per la rigenerazione sociale e urbana». E sabato 14 ottobre, in occasione dell’evento “Matita”, in programma ai Tetti Verdi e inserito nella rassegna “Le Notti di Cabiria”, gli iscritti al corso hanno partecipato alla performance interattiva e collaborato all’allestimento dello spettacolo/workshop.

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