API Novara: «Costi energia e gas fino al 500% di rincari. Occorrono garanzie e azioni»

Gli aumenti delle bollette energetiche di questi mesi mandano in crisi le imprese energivore e non

«Molti i settori del nostro territorio che ne sono colpiti, la situazione è preoccupante per la tenuta del sistema e dei posti di lavoro» – ha commentato Mario Di Giorgio (In foto), presidente dell’Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli e della Valsesia.

«Si deve agire subito, non si possono attendere gli interventi di chi uscirà vincitore dalle elezioni politiche del 25 settembre, bisogna agire ora. Ai rincari delle bollette del gas ed energia si aggiungono quelli delle materie prime e delle spinte inflazionistiche, creando un problema serio di tenuta delle PMI del territorio» – prosegue Di Giorgio.

«Parlando di numeri – ha commentato Paola Pansini direttore generale dell’Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli e della Valsesia – l’energia elettrica al 30 agosto 2022 è prezzata, come media degli ultimi 4 mesi da settembre al prossimo dicembre, a 0,692 €/kWh contro 0,125 €/kWh, media 2021 del GME (Gestore Mercato Energetico), per un aumento di oltre 500%. Per quanto riguarda il Gas i rincari sono stati dell’ordine del 300%: 2,93 €c/Smc (anno termico 2022-2023; per gli ultimi 4 mesi fino a dicembre 2022, 3,25 €c/Smc) – contro l’1,22 €c/Smc (media gas anno termico 2021-2022). Inoltre nelle proposte contrattuali dei diversi fornitori non ci sono più i prezzi fissi, ma variabili con spread diversi».

«Tuttavia, in tema di energia, i problemi non si limitano ai prezzi fuori controllo – ha aggiunto Di Giorgio – ma anche a garantirsi la fornitura dell’energia elettrica e quella del gas, con continuità, perché ci sono fornitori che non si sono approvvigionati in modo adeguato o non sono nelle condizioni di farlo, con il rischio che l’impresa, nel corso dell’anno e a dispetto delle condizioni contrattuali sottoscritte, finisca sul mercato della salvaguardia o del FUI (Fornitore Ultima Istanza) con prezzi di spread elevatissimi. Pertanto, la preoccupazione è anche che i fornitori abbiano capienza, perché in caso non l’avessero, le aziende si troverebbero nelle condizioni di trovare delle soluzioni alternative ponte ma a prezzi insostenibili» – ha concluso Di Giorgio.

«Ad oggi, raccogliamo segnalazioni ed invitiamo le imprese ad attuare tutte quelle misure di razionamento ed efficientamento dei consumi, in logica di innovazione e resilienza energetica: ridurre tutto ciò che è possibile, partendo dalle luci esterne, riduzione di riscaldamento, ottimizzazione e digitalizzazione e studi per una gestione intelligente dell’illuminazione e dei consumi energetici generali e produttivi» – ha concluso Pansini.

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API Novara: «Costi energia e gas fino al 500% di rincari. Occorrono garanzie e azioni»

Gli aumenti delle bollette energetiche di questi mesi mandano in crisi le imprese energivore e non

«Molti i settori del nostro territorio che ne sono colpiti, la situazione è preoccupante per la tenuta del sistema e dei posti di lavoro» – ha commentato Mario Di Giorgio (In foto), presidente dell’Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli e della Valsesia.

«Si deve agire subito, non si possono attendere gli interventi di chi uscirà vincitore dalle elezioni politiche del 25 settembre, bisogna agire ora. Ai rincari delle bollette del gas ed energia si aggiungono quelli delle materie prime e delle spinte inflazionistiche, creando un problema serio di tenuta delle PMI del territorio» – prosegue Di Giorgio.

«Parlando di numeri – ha commentato Paola Pansini direttore generale dell’Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli e della Valsesia – l’energia elettrica al 30 agosto 2022 è prezzata, come media degli ultimi 4 mesi da settembre al prossimo dicembre, a 0,692 €/kWh contro 0,125 €/kWh, media 2021 del GME (Gestore Mercato Energetico), per un aumento di oltre 500%. Per quanto riguarda il Gas i rincari sono stati dell’ordine del 300%: 2,93 €c/Smc (anno termico 2022-2023; per gli ultimi 4 mesi fino a dicembre 2022, 3,25 €c/Smc) – contro l’1,22 €c/Smc (media gas anno termico 2021-2022). Inoltre nelle proposte contrattuali dei diversi fornitori non ci sono più i prezzi fissi, ma variabili con spread diversi».

«Tuttavia, in tema di energia, i problemi non si limitano ai prezzi fuori controllo – ha aggiunto Di Giorgio – ma anche a garantirsi la fornitura dell’energia elettrica e quella del gas, con continuità, perché ci sono fornitori che non si sono approvvigionati in modo adeguato o non sono nelle condizioni di farlo, con il rischio che l’impresa, nel corso dell’anno e a dispetto delle condizioni contrattuali sottoscritte, finisca sul mercato della salvaguardia o del FUI (Fornitore Ultima Istanza) con prezzi di spread elevatissimi. Pertanto, la preoccupazione è anche che i fornitori abbiano capienza, perché in caso non l’avessero, le aziende si troverebbero nelle condizioni di trovare delle soluzioni alternative ponte ma a prezzi insostenibili» – ha concluso Di Giorgio.

«Ad oggi, raccogliamo segnalazioni ed invitiamo le imprese ad attuare tutte quelle misure di razionamento ed efficientamento dei consumi, in logica di innovazione e resilienza energetica: ridurre tutto ciò che è possibile, partendo dalle luci esterne, riduzione di riscaldamento, ottimizzazione e digitalizzazione e studi per una gestione intelligente dell’illuminazione e dei consumi energetici generali e produttivi» – ha concluso Pansini.

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