I novaresi potranno ammirare e studiare, nel centenario dalla nascita, le opere di Aldo Beldì, noto grafico e pubblicitario, grazie al progetto che ha “ridato” vita alle più significative, e che sarà aperto ai visitatori all’Archivio di Stato di Novara dove è custodito il materiale.
L’evento è questa domenica 25 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, di cui il fondo archivistico Aldo Beldì sarà protagonista.
«L’opera di riordino, inventariazione e digitalizzazione è stata voluta – ha spiegato il presidente della Fondazione Comunità del Novarese, Davide Maggi, nel presentare l’iniziativa – per valorizzare la memoria di un maestro novarese che ha lasciato una testimonianza importante per il mondo dell’economia, insieme ha un percorso innovativo nel campo dell’immagine e della comunicazione pubblicitaria. Partita da Novara l’iniziativa ha valicato il livello nazionale ed ora è in parte fruibile su internet, grazie alla sensibilità del figlio e alla volontà dei referenti del fondo Pagani».
«Abbiamo scelto di dedicare al fondo Beldì questa edizione delle Giornate Europee del Patrimonio – ha spiegato il direttore dell’Archivio di Stato, Davide Bruno De Franco – perché la sua è davvero un’eredità al futuro. Per la modernità degli spot, per l’attenzione alle frasi promozionali e alla descrizione dei prodotti, per il significato attribuito al panorama come valore aggiunto. Nella mostra si potrà vedere l’attività professionale di un personaggio con forti radici novaresi, ma anche cogliere come Beldì ha lavorato per i grandi marchio delle principali aziende italiane».
Nel 2000 Paolo Beldì, noto regista televisivo improvvisamente scomparso lo scorso anno, ha donato all’Archivio di Stato l’archivio personale del padre, composto da carte private e di lavoro, bozzetti, disegni, fotografie, manifesti e locandine pubblicitarie frutto della sua attività. Nel 2020, con un contributo di 15.000 euro del Fondo dott. Giovanni Pagani costituito in Fondazione Comunità Novarese onlus, si è proceduto al riordino e parziale digitalizzazione, con il fine di valorizzare la vicenda professionale di Beldì, che attraversa gli anni del boom economico italiano. A compiere l’intervento è stato Andrea Ludovici che ha schedato 2.108 unità archivistiche, molte di dimensioni “fuori formato”, oggi conservate nel bunker dell’Archivio, nei faldoni di un’apposita sezione, ma anche con diverse opere pittoriche e manifesti esposti alle pareti. Le opere digitalizzate, le più significative, rappresentano una utile banca dati, consultabile sul web attraverso il portale “Archivio digitale” del Ministero della cultura – Istituto Centrale per gli Archivi, mentre la banca dati è sul portale “Strumenti di ricerca on line” del Ministero al link https://inventari.san.beniculturali.it/inventari/1797/ca/1444577.
La mostra sarà allestita in alcune sale dell’Archivio di Stato (ingresso libero da via dell’Archivio,2) aperto dalle 9 alle 17 di domenica 25 settembre. «Saranno visibili tra i 20 e i 30 pezzi, esempio dell’attività pubblicitaria e dell’arte del pittore – ha concluso il direttore De Franco – ma anticipo che è nostra intenzione ripetere l’iniziativa anche dopo la Giornata, con ingresso dall’ex chiesa della Maddalena in corso Cavallotti e in giorni feriali, così da consentirne la fruizione anche alle scuole, in particolare quelle dove si studia arte e grafica».