Asl Novara: 90% di ginecologi e ostetrici è obiettore di coscienza. Al Maggiore l’80%

Lo dice un'indagine svolta dal consigliere regionale e vice presidente della commissione Sanità Domenico Rossi: «La Regione deve intervenire sulle aziende affinché ovunque sia garantito il diritto alla salute e alla libera scelta delle donne»

All’Asl di Novara il 90% dei medici specializzati in ginecologia e ostetricia è obiettore di coscienza (10 su 11); all’ospedale Maggiore dell’80% (17 su 21). La media regionale è pari al 46,54%. I numeri emergono da un’indagine svolta dal consigliere regionale e vice presidente della commissione Sanità Domenico Rossi: «Ciò che sta succedendo negli USA sul diritto all’aborto ci riguarda – dichiara -. I diritti non sono mai acquisiti per sempre ed è in corso una battaglia ideologica sul corpo delle donne. E’ la libertà di queste ultime che spaventa e preoccupa i conservatori in Italia e nel mondo. Non c’è contrapposizione tra aborto legale e difesa della vita, come alcuni movimenti vogliono far credere, anche perché vietare l’aborto significa solo impedire quello legale aprendo a pratiche illegali pericolose che fanno tornare la comunità indietro di 50 anni».

«In Italia la partita è tutta concentrata sulla legge 194, che non a caso è finita nel mirino di Fratelli d’Italia, come dimostrano le strumentali prese di posizione pro life dell’assessore Marrone in Piemonte – prosegue Rossi -. La piena applicazione della norma, datata 1978, da sempre deve far fronte al fenomeno degli obiettori coscienza che in alcuni contesti limitano nei fatti il diritto delle donne. La Regione deve intervenire sulle aziende affinché ovunque sia garantito il diritto alla salute e alla libera scelta delle donne. Non ci si può occupare di 194 solo per sostenere le associazioni pro-vita, ma anche i cittadini e le cittadine devono dare la loro parte tornando a far sentire forte la propria voce».

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Asl Novara: 90% di ginecologi e ostetrici è obiettore di coscienza. Al Maggiore l’80%

Lo dice un’indagine svolta dal consigliere regionale e vice presidente della commissione Sanità Domenico Rossi: «La Regione deve intervenire sulle aziende affinché ovunque sia garantito il diritto alla salute e alla libera scelta delle donne»

All’Asl di Novara il 90% dei medici specializzati in ginecologia e ostetricia è obiettore di coscienza (10 su 11); all’ospedale Maggiore dell’80% (17 su 21). La media regionale è pari al 46,54%. I numeri emergono da un’indagine svolta dal consigliere regionale e vice presidente della commissione Sanità Domenico Rossi: «Ciò che sta succedendo negli USA sul diritto all’aborto ci riguarda – dichiara -. I diritti non sono mai acquisiti per sempre ed è in corso una battaglia ideologica sul corpo delle donne. E’ la libertà di queste ultime che spaventa e preoccupa i conservatori in Italia e nel mondo. Non c’è contrapposizione tra aborto legale e difesa della vita, come alcuni movimenti vogliono far credere, anche perché vietare l’aborto significa solo impedire quello legale aprendo a pratiche illegali pericolose che fanno tornare la comunità indietro di 50 anni».

«In Italia la partita è tutta concentrata sulla legge 194, che non a caso è finita nel mirino di Fratelli d’Italia, come dimostrano le strumentali prese di posizione pro life dell’assessore Marrone in Piemonte – prosegue Rossi -. La piena applicazione della norma, datata 1978, da sempre deve far fronte al fenomeno degli obiettori coscienza che in alcuni contesti limitano nei fatti il diritto delle donne. La Regione deve intervenire sulle aziende affinché ovunque sia garantito il diritto alla salute e alla libera scelta delle donne. Non ci si può occupare di 194 solo per sostenere le associazioni pro-vita, ma anche i cittadini e le cittadine devono dare la loro parte tornando a far sentire forte la propria voce».

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