I dirigenti scolastici novaresi e piemontesi non si trovano d’accordo con l’ordinanza regionale firmata ieri, mercoledì 9, dalla Regione Piemonte. Cirio ha stabilito l’obbligo di verifica della temperatura sul diario degli alunni e raccomanda la misurazione a scuola. E così proprio i dirigenti si sono confrontati nella mattinata di oggi, 10 settembre, come scegliere la linea. «E’ una situazione che ci trova in difficoltà perché arriva a pochissimi giorni dalla scuola e avremmo potuto organizzarci meglio, – dice Francesco Ticozzi che guida l’Iti Omar, anche a nome dei colleghi – ci adegueremo, ma i primi giorni non sarà facile. Penso alla mia scuola 1.600 alunni, impiegheremo tantissimo».
Nell’arco della giornata si è espresso anche l’Anp Piemonte, l’associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola: «Avevamo già espresso il nostro dissenso rispetto a tale iniziativa proposta dall’assessore Elena Chiorino in videoconferenza, motivandolo con un insostenibile aggravio organizzativo dipendente soprattutto dalla carenza del personale occorrente e con un allungamento eccessivo dei tempi di ingresso. Manifestiamo quindi stupore e preoccupazione per un provvedimento suscettibile di rendere ancora più difficile l’avvio di un anno già di per sé così problematico. Il mondo della Scuola piemontese ha lavorato con il massimo impegno per arrivare all’appuntamento della ripresa scolastica corrispondendo ad un’ansiosa ma fiduciosa attesa della cittadinanza. A meno di cinque giorni dall’avvio non si devono creare, certamente in buona fede, difficoltà aggiuntive. Chiediamo la revoca».
Nell’ordinanza si legge l’obbligo della scuola di verificare che la temperatura sia stata misurata all’alunno che dovrà documentare il tutto su diario, registro elettronico o autocertificazione. In quest’obbligo la Regione raccomanda alle scuole di provare comunque la febbre, operazione che la scuola avrà l’obbligo di eseguire se lo studente sarà sprovvisto di documentazione. E per questo la Regione ha stanziato 500 mila euro con il fine di acquistare termoscanner.
Anche l’Ufficio regionale per il Piemonte ha commentato in modo negativo l’ordinanza: «Iniziativa tardiva e impropria, si decide, senza valutarne gli impatti, di cambiare le regole dettate dal Governo per la riapertura in sicurezza delle scuole in base alle quali i dirigenti scolastici hanno pianificato con grande fatica e complessità l’organizzazione del servizio. In molti casi, ad esempio, si sono differenziati gli orari di ingresso per evitare assembramenti con puntuali comunicazioni alle famiglie e ora i dirigenti saranno costretti a rimodularli perché dovranno considerare il tempo della misurazione e per il controllo delle autocertificazioni. Parliamo di scuole che mediamente accoglieranno 1000/1200 studenti» ha detto Fabrizio Manca, il direttore generale dell’Ufficio regionale. «C’è il rischio che l’ordinanza possa creare confusione, questo mi preoccupa perché non vorrei vedere vanificati il lavoro encomiabile fatto in questi mesi dai dirigenti scolatici con il coinvolgimento attivo delle famiglie e la straordinaria collaborazione dei sindaci e delle province del Piemonte per risolvere le esigenze logistiche connesse alvdistanziamento. Rimandiamo eventuali modifiche a dopo l’avvio dell’anno scolastico».