Black Friday, Minicucci: «Era da rinviare. Così ci sono negozi di serie A e serie B»

Black Friday, Minicucci: «Era da rinviare. Così ci sono negozi di serie A e serie B». Non è stato un Black friday positivo per i negozi, o almeno non per tutti. Nel giorno che prevede la possibilità dei negozi di effettuare sconti più o meno appetitosi, di fatto i negozi, causa zona rossa dovuta al Dpcm, non ne hanno potuto approfittare per vendere i loro prodotti.

Novara ieri, venerdì 27 novembre, è apparsa meno deserta degli altri giorni, le vie centrali sono state percorse da diversi cittadini, qualcuno anche con qualche borsa fra le mani. Di fatto qualche negozio era aperto ( per esempio utensili per la casa, abbigliamento da bambino, intimo, profumerie), ma le code all’ingresso, quelle no. E soprattutto tante le saracinesche abbassate.

 

 

«Avevamo chiesto di rinviare questa data, perché non tutti ne avrebbero beneficiato, ma non siamo stati ascoltati, – dice Luigi Minicucci, direttore di Confesercenti Novara e Vco – in questo modo è stato agevolato in tutti i modi l’online. Ci sono negozi che si sono attivati, ma non tutti e di fatto la concorrenza con l’online non è equa rispetto alle grandi catene».

E soprattutto le persone sono state ormai abituate a comprare su internet ormai da diversi mesi. «Non è stata una giornata positiva, – continua – i negozi non hanno avuto le stese armi per affrontare questa iniziativa».

Secondo Minicucci il problema è grande: «Ci sono esercizi di serie A e di serie B, il fatto è che però tutti pagano le tasse allo stesso modo. Abbiamo fatto ricorso al Tar per i piccoli negozi chiusi nel fine settimana nei centri commerciali, o tutti o nessuno». L’attesa è per i primi giorni di dicembre con «la pubblicità della Regione per le piccole imprese. Speriamo si possa fare qualcosa».

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Black Friday, Minicucci: «Era da rinviare. Così ci sono negozi di serie A e serie B»

Black Friday, Minicucci: «Era da rinviare. Così ci sono negozi di serie A e serie B». Non è stato un Black friday positivo per i negozi, o almeno non per tutti. Nel giorno che prevede la possibilità dei negozi di effettuare sconti più o meno appetitosi, di fatto i negozi, causa zona rossa dovuta al Dpcm, non ne hanno potuto approfittare per vendere i loro prodotti.

Novara ieri, venerdì 27 novembre, è apparsa meno deserta degli altri giorni, le vie centrali sono state percorse da diversi cittadini, qualcuno anche con qualche borsa fra le mani. Di fatto qualche negozio era aperto ( per esempio utensili per la casa, abbigliamento da bambino, intimo, profumerie), ma le code all’ingresso, quelle no. E soprattutto tante le saracinesche abbassate.

 

 

«Avevamo chiesto di rinviare questa data, perché non tutti ne avrebbero beneficiato, ma non siamo stati ascoltati, – dice Luigi Minicucci, direttore di Confesercenti Novara e Vco – in questo modo è stato agevolato in tutti i modi l’online. Ci sono negozi che si sono attivati, ma non tutti e di fatto la concorrenza con l’online non è equa rispetto alle grandi catene».

E soprattutto le persone sono state ormai abituate a comprare su internet ormai da diversi mesi. «Non è stata una giornata positiva, – continua – i negozi non hanno avuto le stese armi per affrontare questa iniziativa».

Secondo Minicucci il problema è grande: «Ci sono esercizi di serie A e di serie B, il fatto è che però tutti pagano le tasse allo stesso modo. Abbiamo fatto ricorso al Tar per i piccoli negozi chiusi nel fine settimana nei centri commerciali, o tutti o nessuno». L’attesa è per i primi giorni di dicembre con «la pubblicità della Regione per le piccole imprese. Speriamo si possa fare qualcosa».

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