Cannobio: piazza in onore del vescovo Zaccheo

Intitolata la piazza all'amato vescovo

La sua grande cultura non gli ha mai impedito di essere vicino alla gente, che l’amava profondamente. Così Cannobio ha voluto ricordare il suo vescovo, monsignor Germano Zaccheo durante la cerimonia d’intitolazione della piazza che da domenica scorsa porta il suo nome. E’ la piazza antistante il santuario della Pietà, il luogo del miracolo, tanto caro a “don Germano” che nel corso degli anni vi ha dedicato scritti e pubblicazioni, a testimonianza di quella devozione che da sempre permea la spiritualità dei cannobiesi. E don Germano non ha mai dimenticato di venire da Cannobio, mai dimenticato la sua gente, il suo paese al quale tornava sempre, anche dopo la nomina a vescovo di Casale Monferrato, nel 1995.
L’intitolazione della piazza, proposta dalla giunta e accolta all’unanimità dal Consiglio comunale, ha visto domenica una intesa cerimonia costellata di ricordi, a partire da quelli del vescovo Franco Giulio Brambilla che conobbe personalmente don Zaccheo da seminarista; e poi il ricordo del sindaco, Gianmaria Minazzi, che ha voluto sottolineare proprio il legame profondo di don Zaccheo con le sue radici e poi i ricordi dei tanti che l’hanno conosciuto ed apprezzato. A scoprire la targa nel piazzale della chiesa, sono stati il fratello Donato e la nipote Gaia, al termine della messa officiata dal vescovo Brambilla a conclusione degli eventi per i 500 anni del miracolo della sacra Costa.
Nominato vescovo di Casale Monferrato da papa Giovanni Paolo II nel 1995, don Germano Zaccheo era stato precedentemente sacerdote a Villadossola, quindi rettore del seminario e vicario generale della diocesi di Novara. Era il 2007 ed aveva 73 anni quando un infarto lo colpì, uccidendolo, mentre era in pellegrinaggio a Fatima.

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Cannobio: piazza in onore del vescovo Zaccheo

Intitolata la piazza all’amato vescovo

La sua grande cultura non gli ha mai impedito di essere vicino alla gente, che l'amava profondamente. Così Cannobio ha voluto ricordare il suo vescovo, monsignor Germano Zaccheo durante la cerimonia d'intitolazione della piazza che da domenica scorsa porta il suo nome. E' la piazza antistante il santuario della Pietà, il luogo del miracolo, tanto caro a "don Germano" che nel corso degli anni vi ha dedicato scritti e pubblicazioni, a testimonianza di quella devozione che da sempre permea la spiritualità dei cannobiesi. E don Germano non ha mai dimenticato di venire da Cannobio, mai dimenticato la sua gente, il suo paese al quale tornava sempre, anche dopo la nomina a vescovo di Casale Monferrato, nel 1995.
L'intitolazione della piazza, proposta dalla giunta e accolta all’unanimità dal Consiglio comunale, ha visto domenica una intesa cerimonia costellata di ricordi, a partire da quelli del vescovo Franco Giulio Brambilla che conobbe personalmente don Zaccheo da seminarista; e poi il ricordo del sindaco, Gianmaria Minazzi, che ha voluto sottolineare proprio il legame profondo di don Zaccheo con le sue radici e poi i ricordi dei tanti che l'hanno conosciuto ed apprezzato. A scoprire la targa nel piazzale della chiesa, sono stati il fratello Donato e la nipote Gaia, al termine della messa officiata dal vescovo Brambilla a conclusione degli eventi per i 500 anni del miracolo della sacra Costa.
Nominato vescovo di Casale Monferrato da papa Giovanni Paolo II nel 1995, don Germano Zaccheo era stato precedentemente sacerdote a Villadossola, quindi rettore del seminario e vicario generale della diocesi di Novara. Era il 2007 ed aveva 73 anni quando un infarto lo colpì, uccidendolo, mentre era in pellegrinaggio a Fatima.

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