«Carte come piccole opere che ispirano storie in bimbi e ragazzi»

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«Carte come piccole opere che ispirano storie in bimbi e ragazzi». È la nuova sfida affrontata dall’artista novarese Matteo Capobianco. Che in parte ha già vinto: il progetto “Fabula for kids”, lanciato il 16 febbraio sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter, in meno di 24 ore, ha quasi doppiato l’obiettivo di raccolta adesioni prefissato a 30 giorni e può così andare in produzione. Un’iniziativa nata in collaborazione con la casa editrice indipendente torinese Sefirot di Matteo di Pascale e Andrea Binasco.

In che cosa consiste?
«E’ un gioco che vuole stimolare bambini e ragazzi a inventare delle storie attraverso 36 carte illustrate – spiega Capobianco – Sefirot ha già realizzato Fabula per adulti, un vero e proprio strumento di lavoro per lo sviluppo dello storytelling, utilizzato da molti scrittori e sceneggiatori. E sono stati proprio loro a suggerire agli editori di crearne una versione per ragazzi».

Com’è nata la collaborazione con Sefirot, vi conoscevate?
«Non direttamente, in realtà è successo per caso: Matteo di Pascale fa jogging ogni giorno sotto il mio murales, in zona Lungo Dora a Torino, che raffigura il dio cervo Cernunnos. Mi ha raccontato che ogni volta che lo guardava pensava “questo sarebbe proprio lo stile perfetto per la versione ragazzi di Fabula” e così mi ha contattato tramite i social network. Ci siamo incontrati, mi ha spiegato il progetto e me ne sono subito innamorato. Così è partita un’avventura pazzesca, a cui ho dedicato più di un anno di lavoro. È stato uno dei progetti più complessi sinora affrontati, ma anche molto stimolante».

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Il murales di Capobianco dedicato al dio Cernunnos (fotocredit: Maua – Museo di Arte Urbana Aumentata)

In che senso?
«Perché al di là dell’attività di illustrazione, ne ho dovuto essere coautore. Ho dovuto studiare un po’ di semiotica e immergermi nella morfologia della fiaba di Propp, ma è stato molto interessante. L’idea di fondo è che deve essere il bambino o il ragazzo a inventare tutta la storia attraverso le 36 carte illustrate: chi è il narratore (in prima o terza persona), chi è il protagonista, l’antagonista e così via. Ma il tema fondamentale che mi sono posto è che i miei disegni non dovessero influenzare troppo il giocatore, che invece deve poter dare libero sfogo alla sua fantasia. Ad esempio la carta iniziale serve per scegliere il genere di storia da raccontare e raffigura un castello, una casa stregata e un’astronave, ovvero una serie di suggerimenti che diano spunti il più possibile aperti. Anche l’antagonista è volutamente definito così: saranno i piccoli autori a decidere se sarà il cattivo o semplicemente un avversario in una competizione – sottolinea l’artista – Per questo ogni carta è come una piccola opera, le ho disegnate tutte a mano e poi sono state digitalizzate. Inoltre ho disegnato anche il dado magico, il packaging e il libretto d’istruzioni. Peraltro il gioco è disponibile sia in italiano che in inglese. Se il crowdfunding prosegue positivamente, come è iniziato, potrebbe essere tradotto anche in altre lingue».

Quali sono le potenzialità di un gioco come questo?
«Stimolare la fantasia e magari far scoprire piccoli scrittori del futuro – risponde con entusiasmo – Il gioco è consigliato dai 6 anni in su, ma in realtà è stato testato anche su bambini dell’asilo, che possono cimentarsi senza problemi con l’aiuto di qualcuno che sia in grado di leggere loro le istruzioni. Fabula for kids è uno strumento molto flessibile: ci si può giocare da soli, con i genitori e anche in gruppo o in classe. Inoltre stimola i partecipanti a disegnare a loro volta la propria storia. Abbiamo fatto dei beta test con dei ragazzini e i risultati sono davvero fantastici. Ad esempio c’è una bimba che si è immaginata la storia di un rossetto che sogna di essere messo in vetrina in un negozio di cosmetici di alta classe. I ragazzi hanno davvero una fantasia pazzesca, ci sarà da divertirsi sicuramente».

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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«Carte come piccole opere che ispirano storie in bimbi e ragazzi». È la nuova sfida affrontata dall'artista novarese Matteo Capobianco. Che in parte ha già vinto: il progetto “Fabula for kids”, lanciato il 16 febbraio sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter, in meno di 24 ore, ha quasi doppiato l'obiettivo di raccolta adesioni prefissato a 30 giorni e può così andare in produzione. Un'iniziativa nata in collaborazione con la casa editrice indipendente torinese Sefirot di Matteo di Pascale e Andrea Binasco. In che cosa consiste? «E' un gioco che vuole stimolare bambini e ragazzi a inventare delle storie attraverso 36 carte illustrate – spiega Capobianco – Sefirot ha già realizzato Fabula per adulti, un vero e proprio strumento di lavoro per lo sviluppo dello storytelling, utilizzato da molti scrittori e sceneggiatori. E sono stati proprio loro a suggerire agli editori di crearne una versione per ragazzi». Com'è nata la collaborazione con Sefirot, vi conoscevate? «Non direttamente, in realtà è successo per caso: Matteo di Pascale fa jogging ogni giorno sotto il mio murales, in zona Lungo Dora a Torino, che raffigura il dio cervo Cernunnos. Mi ha raccontato che ogni volta che lo guardava pensava “questo sarebbe proprio lo stile perfetto per la versione ragazzi di Fabula” e così mi ha contattato tramite i social network. Ci siamo incontrati, mi ha spiegato il progetto e me ne sono subito innamorato. Così è partita un'avventura pazzesca, a cui ho dedicato più di un anno di lavoro. È stato uno dei progetti più complessi sinora affrontati, ma anche molto stimolante».
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Il murales di Capobianco dedicato al dio Cernunnos (fotocredit: Maua - Museo di Arte Urbana Aumentata)
In che senso? «Perché al di là dell'attività di illustrazione, ne ho dovuto essere coautore. Ho dovuto studiare un po' di semiotica e immergermi nella morfologia della fiaba di Propp, ma è stato molto interessante. L'idea di fondo è che deve essere il bambino o il ragazzo a inventare tutta la storia attraverso le 36 carte illustrate: chi è il narratore (in prima o terza persona), chi è il protagonista, l'antagonista e così via. Ma il tema fondamentale che mi sono posto è che i miei disegni non dovessero influenzare troppo il giocatore, che invece deve poter dare libero sfogo alla sua fantasia. Ad esempio la carta iniziale serve per scegliere il genere di storia da raccontare e raffigura un castello, una casa stregata e un'astronave, ovvero una serie di suggerimenti che diano spunti il più possibile aperti. Anche l'antagonista è volutamente definito così: saranno i piccoli autori a decidere se sarà il cattivo o semplicemente un avversario in una competizione – sottolinea l'artista – Per questo ogni carta è come una piccola opera, le ho disegnate tutte a mano e poi sono state digitalizzate. Inoltre ho disegnato anche il dado magico, il packaging e il libretto d'istruzioni. Peraltro il gioco è disponibile sia in italiano che in inglese. Se il crowdfunding prosegue positivamente, come è iniziato, potrebbe essere tradotto anche in altre lingue». Quali sono le potenzialità di un gioco come questo? «Stimolare la fantasia e magari far scoprire piccoli scrittori del futuro – risponde con entusiasmo – Il gioco è consigliato dai 6 anni in su, ma in realtà è stato testato anche su bambini dell'asilo, che possono cimentarsi senza problemi con l'aiuto di qualcuno che sia in grado di leggere loro le istruzioni. Fabula for kids è uno strumento molto flessibile: ci si può giocare da soli, con i genitori e anche in gruppo o in classe. Inoltre stimola i partecipanti a disegnare a loro volta la propria storia. Abbiamo fatto dei beta test con dei ragazzini e i risultati sono davvero fantastici. Ad esempio c'è una bimba che si è immaginata la storia di un rossetto che sogna di essere messo in vetrina in un negozio di cosmetici di alta classe. I ragazzi hanno davvero una fantasia pazzesca, ci sarà da divertirsi sicuramente».

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Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.