«Siamo partiti oggi pomeriggio ad eseguire i tamponi su personale e pazienti alla San Francesco di Novara e all’Opera Pia Curti di Borgomanero; i tamponi scarseggiano ma piano piano li stiamo trovando e progressivamente faremo tutte le case di riposo della provincia». A parlare il commissario ad acta dell’Asl Novara, Gianfranco Zulian recentemente nominato per l’emergenza Covid 19.
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«C’è un cronoprogramma – aggiunge – ma può essere modificato secondo le necessità e le eventuali urgenze che potrebbero derivare da possibili aggravamenti. Stiamo percorrendo tutte le vie possibili, anche con l’acquisto del materiale».
Anche se per i risultati occorrerà attendere un lasso di tempo che oscilla tra le 24 e le 48 ore, per molti, che nei giorni scorsi a gran voce avevano richiesto le analisi, è il momento di tirare un respiro di sollievo.
Così è per Giovanni Tinivella, direttore dell’Opera Pia Curti di Borgomanero che aveva lanciato più di un grido d’allarme: «Sono arrivati nel primo pomeriggio e hanno fatto 80 tamponi tra operatori e tutti i ricoverati – conferma -. Il personale che oggi non era presente, o perché non in turno o perché in malattia, sarà contattato dall’Asl per essere sottoposto al tampone. Giovedì dovrebbero darci il risultato e poi vedremo cosa fare; in quel momento avremo una mappatura più precisa per sapere come comportarci e suddividere meglio gli ospiti all’interno della struttura».
Vien da dire “era ora” anche perché nel frattempo a Borgomanero sono diventati cinque gli ospiti che versano in condizioni critiche. «Speriamo di farcela – commenta Tinivella – noi ce la stiamo mettendo tutta».
E sulla situazione nelle Rsa è nuovamente intervenuto il consigliere regionale Domenico Rossi (Pd) all’esito della commissione sanità di oggi pomeriggio.
«Sono mancate le risposte che aspettavamo – commenta – Nessun dato dettagliato sui casi, nessun cronoprogramma di intervento nonostante il protocollo firmato la scorsa settimana. L’unico dato fornito è davvero preoccupante: su 3mila tamponi fatti nelle Rsa circa 1300 sono positivi, quasi 1 su 2. Un dato allarmante che va contestualizzato poiché i tamponi sono stati eseguiti nelle strutture più colpite, ma rispetto ai 50mila previsti il ritardo è molto significativo».
«Confermato – aggiunge – anche il dietro front sui test sierologici: sono sospesi in attesa di test più affidabili. La decisione è arrivata dopo che l’istituto superiore di Sanità ha specificato in una circolare ciò che già era noto: non sono test diagnostici e quelli in commercio non sono ancora sufficientemente affidabili. Un altro caso di annuncio che ha creato aspettative che non sono state soddisfatte».