Fino al 13 novembre (per il momento) il sabato e la domenica è prevista la chiusura dei centri commerciali a esclusione degli esercizi di vendita di generi alimentari, farmacie e studi medici, locali di ristorazione e tabaccherie così stabilisce l’ordinanza regionale firmata dal governatore Cirio il 21 ottobre.
Come era già successo durante la prima pandemia, i supermercati avevano sbarrato le corsie dei prodotti considerati non di prima necessità: cartoleria, abbigliamento, cucina alzando un polverone di polemiche: lockdown totale per due mesi, e se mi serve un quaderno per mio figlio come faccio? Se ho bucato le calze e devo sostituirle? Oppure ho necessità di acquistare una padella, a chi mi rivolgo?
Ora molti supermercati, non tutti a dire il vero, stanno replicando la stessa politica inibendo ai clienti l’accesso a queste corsie nei fine settimana. È vero che in questo momento il lockdown è solo parziale, dunque se ho bisogno un paio di calze il sabato posso aspettare il lunedì per acquistarle. Ma se la domenica nel carrello della spesa oltre al cavolo nero metto anche una padella per cucinarlo, faccio del male a qualcuno?
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Governo ridicolo. A casa tutti. La gente comune ha molto più buon senso. Le statistiche che presentano sono molto viziate a favore del reuccio e suoi sudditi.