Cisl: «Certificati di infortunio per gli operatori positivi»

«Alcuni operatori impiegati alla casa di cura Opera Pia Curti di Borgomanero, trovati positivi al Covid19, hanno difficoltà a farsi redigere dai propri medici di base i certificati di infortunio». Lo denuncia la Fisascat Cisl che questa mattina ha informato della vicenda Prefetto, Ordine dei Medici, Asl Novara e Inail. «Nonostante la lettera dell’Ordine dei Medici e le comunicazioni dell’Inail – spiega Mattia Rago della Fisascat Piemonte Orientale – molti medici aprono la malattia e non l’infortunio».

 

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L’Inail, a questo proposito ha impartito precise disposizioni: i contagi da coronavirus di medici, infermieri e altri operatori sanitari avvenuti nell’ambiente di lavoro, o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa, rientrano a tutti gli effetti nella categoria degli infortuni sul lavoro e come tali possono contare sulle tutele previste, ricorda Rago.

Dunque «I certificati Inail vanno fatti ai dipendenti che risultano positivi al test specifico di conferma, e a quelli positivi in quarantena o in isolamento domiciliare – spiega – Tutto il periodo viene coperto dall’Inail. Tra l’altro, ad oggi molti dei lavoratori positivi della struttura borgomanerese non sono in possesso del certificato di positività».

Per questo, per fare chiarezza sulla questione che presenta anche risvolti economici (lo stipendio con l’infortunio viene pagato interamente mentre con la mutua subisce una riduzione), il sindacato ha informato sia l’Ordine dei Medici, sia Prefetto, Asl e Inail stessa.

 

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Cisl: «Certificati di infortunio per gli operatori positivi»

«Alcuni operatori impiegati alla casa di cura Opera Pia Curti di Borgomanero, trovati positivi al Covid19, hanno difficoltà a farsi redigere dai propri medici di base i certificati di infortunio». Lo denuncia la Fisascat Cisl che questa mattina ha informato della vicenda Prefetto, Ordine dei Medici, Asl Novara e Inail. «Nonostante la lettera dell’Ordine dei Medici e le comunicazioni dell’Inail – spiega Mattia Rago della Fisascat Piemonte Orientale – molti medici aprono la malattia e non l’infortunio».

 

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L’Inail, a questo proposito ha impartito precise disposizioni: i contagi da coronavirus di medici, infermieri e altri operatori sanitari avvenuti nell’ambiente di lavoro, o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa, rientrano a tutti gli effetti nella categoria degli infortuni sul lavoro e come tali possono contare sulle tutele previste, ricorda Rago.

Dunque «I certificati Inail vanno fatti ai dipendenti che risultano positivi al test specifico di conferma, e a quelli positivi in quarantena o in isolamento domiciliare – spiega – Tutto il periodo viene coperto dall’Inail. Tra l’altro, ad oggi molti dei lavoratori positivi della struttura borgomanerese non sono in possesso del certificato di positività».

Per questo, per fare chiarezza sulla questione che presenta anche risvolti economici (lo stipendio con l’infortunio viene pagato interamente mentre con la mutua subisce una riduzione), il sindacato ha informato sia l’Ordine dei Medici, sia Prefetto, Asl e Inail stessa.

 

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