Cittadini protagonisti con il corso “Animare Comunità” promosso dall’associazione Territorio e Cultura allo spazio Nòva – ex caserma Passalacqua – e alla falegnameria Fadabrav a Sant’Agabio. Gli incontri, attivati nell’ambito del progetto Costellazioni Urbane – coordinato dal Comune di Novara e vincitore del bando di Fondazione Cariplo “Interventi Emblematici Maggiori” – sono aperti ogni cittadino maggiorenne interessato ad acquisire competenze, strumenti e conoscenze nel campo della progettazione sociale di comunità.
Il percorso si rivolge in particolare a volontari e operatori culturali e sociali impegnati nella vita delle proprie comunità all’interno di associazioni e organizzazioni del Terzo settore. A oggi sono 23 le persone iscritte, di ogni età e professione: tornano… a scuola per imparare le tecniche e gli strumenti con cui animare la propria comunità e attivare processi di trasformazione per migliorare la qualità della vita e il benessere della città e dei quartieri.
«La finalità dell’iniziativa – spiegano Giacomo Balduzzi e Davide Servetti di Territorio e Cultura – è quella di creare le condizioni affinché percorsi e collaborazioni virtuose come quella che si sta realizzando in Rizzottaglia, grazie alla sinergia tra la rete presente in piazza Donatello, l’istituto comprensivo Bottacchi, la compagnia Cabiria Teatro e molti altri soggetti, possano moltiplicarsi, liberando risorse ed energie latenti e potenzialmente trasformative, in grado di animare e far crescere nuovi frutti di partecipazione, solidarietà e impegno civico in tutti i quartieri di Novara».
Introducendo l’incontro affidato a Michele Fontefrancesco (Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Balduzzi ha posto l’accento sul filo rosso che unisce le tappe del corso, «la progettazione partecipata di interventi per la rigenerazione urbana e sociale», alla presenza di Davide Ricordi, project manager del Comune, e Mattia Anzaldi, presidente di Nòva.
«Animare vuol dire inserire relazioni nelle comunità. La relazione è un bene, il dono è una dinamica fondamentale: nessun sistema economico è in grado di funzionare senza» ha aggiunto Davide Maggi, presidente di Fondazione Comunità Novarese e membro del CdA di Fondazione Cariplo.
Di seguito le testimonianze di alcuni dei partecipanti.
Rita di Rubbo: «Sono impegnata come volontaria nei quartieri di Sant’Agabio e Rizzottaglia, in iniziative di alfabetizzazione delle donne e di supporto scolastico, per cui credo che questa esperienza possa darmi nuovi strumenti per continuare il percorso. Il primo incontro è stato positivo, i relatori sono coinvolgenti e il corso va oltre le mie aspettative».
Manuel Tugnolo: «Il corso può dare un valore aggiunto a quella che è la mia attività professionale presso l’associazione consumatori Tutelattiva e nell’accompagnamento dei cittadini nell’utilizzo dell’identità digitale. Gli incontri non sono cattedratici ma hanno un approccio pratico e sperimentale».
Raffaella Pasquale: «Sono stata tra i primi educatori a Novara per cui da sempre ascolto quelli che sono i bisogni della società. Il corso mi pare una buona occasione per collegare le varie realtà della città e mettere a disposizione competenze e saperi. Occorre una manutenzione continua perché gli sguardi stanno cambiando».
Sara Marcianò: «Volendo lavorare, una volta terminati gli studi, come psicoterapeuta infantile credo che il corso mi offra la possibilità di conoscere la rete e il territorio in modo più consapevole. La cosa che più mi ha colpita sono i punti di vista e i contesti diversi per cui ben venga uno strumento che mi permette di avere una conoscenza più ampia della realtà della città».
Alessandra Stefanini: «Mi occupo di eventi culturali: questa è una occasione per conoscere Novara, investire sulla mia città e anche scoprire il potenziale di nuovi spazi. Essendo più legata alla cultura in senso stretto voglio approfondire la parte relativa alla rigenerazione urbana e sociale. Avere il polso sui luoghi in maniera diretta è qualcosa di vincente e può dare un grande aiuto».
Erica Egiddi: «In qualità di educatrice in un corso come questo cerco la “possibilità” di stare sul territorio, di “leggere” l’attenzione dedicata a tre luoghi a cui sono legata e che parlano della mia vita: Sant’Agabio dove ho lavorato, Sant’Andrea dove faccio volontariato e la Rizzottaglia dove vivo. Stare sul territorio per conoscerne i bisogni educativi. Credo in una educazione non legata ai servizi ma in cui la componente territoriale ha un ruolo importante».
Carlo Mazzeri: «Questa è una opportunità come non ne capitano spesso a Novara. Un’occasione importante per tornare alla città, acquisire uno sguardo non improvvisato ma strutturato, tradurre le intuizioni nella realtà. E poi è anche un bello spazio di sperimentazione».