«È necessario prorogare almeno per un altro trimestre le misure emergenziali per attenuare gli effetti del caro energia sulle piccole imprese in scadenza a fine giugno». Lo ha chiesto CNA nel corso dell’audizione in Commissione industria del Senato sulla comunicazione della Commissione Europea in merito alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici e il contenimento dei prezzi” ha dichiarato il direttore CNA Piemonte Nord Marco Pasquino (in foto).
«La sospensione delle voci relative agli oneri generali di sistema, la riduzione dell’IVA sul gas naturale – ha proseguito Pasquino – i crediti d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas hanno contribuito ad attenuare, ma non ad eliminare, gli impatti del caro-energia. Vogliamo ricordare che le piccole imprese sopportavano l’onere di alti costi energetici già prima della crisi. È noto infatti che le PMI italiane sostengono le bollette più care d’Europa (il 33,5% in più rispetto alla media dell’UE) subendo un notevole svantaggio competitivo, che diventa ancor più pesante guardando al mercato nazionale, dove una piccola impresa sostiene costi energetici quattro volte superiori rispetto alla grande industria».
«CNA auspica interventi immediati, grazie alla deroga temporanea sugli aiuti di Stato – ha aggiunto il presidente CNA Piemonte Nord Massimo Pasteris – che consente di finanziare misure per contrastare il balzo dei prezzi energetici e sostenere la ripresa. Secondo CNA va promosso un intervento unitario e coordinato a livello europeo, sia per inserire elementi nuovi nel mercato energetico all’ingrosso, per metterlo in sicurezza rispetto alla volatilità dei prezzi, sia per rafforzare quelle misure emergenziali finora adottate nel segmento al dettaglio. Sollecitiamo inoltre l’introduzione di strumenti in grado di limitare l’impatto del caro gas sulla formazione del prezzo dell’energia elettrica, attraverso la fissazione di un massimale di prezzo. Tale ipotesi deve garantire equilibrio e trasparenza sulla filiera, per evitare possibili effetti distorsivi a vantaggio delle produzioni di energia da fonti fossili che, secondo il modello proposto, andrebbero compensate per le minori rendite realizzate. Le misure contro il caro energia devono però essere coerenti con il processo di decarbonizzazione tracciato a livello europeo e nazionale. Da tempo la nostra organizzazione sollecita Governo e Parlamento a investire sui grandi numeri delle piccole e medie imprese italiane, che hanno a disposizione centinaia di migliaia di metri quadri di tetti delle proprie sedi produttive, che potrebbero essere sfruttate per l’installazione di impianti fotovoltaici. Si tratterebbe di un intervento che, se programmato su base almeno triennale, porterebbe al rapido aumento della potenza FER installata».