Confindustria, iniziative per aumentare i “luoghi di lavoro promotori della salute”

Imprese sempre più importanti per veicolare buone abitudini e corretti stili di vita

Le imprese possono diventare luoghi sempre più importanti per favorire le buone abitudini e i corretti stili di vita, perché lo “stato di salute” di un’azienda è definito anche dalle condizioni di salute delle persone che ne fanno parte: è quanto emerso dall’incontro “Healthy Habits: promuovere le buone abitudini e i corretti stili di vita nei luoghi di lavoro”, organizzato dalla Sezione Sanità e Assistenza di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) lo scorso 1° dicembre, durante il quale è stata anche annunciata la ripresa, dopo la pausa imposta dalla pandemia, delle iniziative per ampliare la rete di aziende che nel 2018 hanno iniziato a distinguersi come “Workplace Health Promotion” (WHP), cioè “luoghi di lavoro promotori della salute”.

L’incontro, introdotto dalla presidente della sezione Sanità e Assistenza di Cnvv, Lucia Gallo, ha avuto come relatore David Mariani, presidente del Comitato scientifico di “Healthy Habits”, associazione che dal 2016 promuove il miglioramento delle abitudini nella popolazione attraverso la formazione del personale sanitario, degli insegnanti e delle figure aziendali preposte per aumentare la conoscenza e l’adesione spontanea alla “prevenzione primaria” agendo sui fattori quali nutrizione, fisiologia, ambiente e relazioni interpersonali.

«Anche in azienda – ha spiegato Mariani – si deve passare dalla logica del “curare” a quella del “prendersi cura” dei propri collaboratori, perché le persone che adottano stili di vita “sani” e stanno bene sono più positive, più motivate, più collaborative, più creative più produttive e più responsabili anche sul lavoro. Piccole variazioni nelle abitudini quotidiane portano a grandi risultati, creando persone meno conflittuali, meno svogliate, meno demotivate, meno superficiali; in una parola meno “malate”. Per ottenere questo risultato si deve passare da un sistema basato sulla prescrizione a uno che sappia far scattare una motivazione interiore al cambiamento in meglio del proprio stile di vita, e le aziende, data la grande quantità di tempo che le persone trascorrono ogni giorno al loro interno, possono giocare un ruolo decisivo».

Citando il report “State of the Global Workplace 2022” realizzato da Gallup, secondo il quale l’Italia è la seconda nazione in Europa con più tristezza sui luoghi di lavoro, è nella top-ten per rabbia e stress e la peggiore in assoluto per coinvolgimento dei lavoratori nei confronti della propria azienda, Mariani ha sottolineato come sia necessario prevenire più possibile i problemi che sono causati da condizioni di lavoro inadeguate o stressanti.

«La maggior parte dei programmi di attività fisica, nutrizione e stili di vita attivati finora non ha però funzionato – ha proseguito – perché sono stati basati sul sistema nozione/prescrizione (“devi mangiare questo, devi fare ginnastica”, ecc.), lavorando sulla motivazione esogena, mentre sappiamo che ogni limitazione della libertà individuale viene vissuta come un’aggressione, portando nella maggioranza dei casi al rifiuto della nuova attività proposta. L’approccio Healthy Habits porta invece la persona a riflettere sulle proprie abitudini, facilitando un cambiamento di punto di vista attraverso l’autonomia decisionale e creando percorsi facilitati da condividere con altri. Da parte delle imprese, quindi, conviene investire sulle abitudini dei propri collaboratori, perché si crea una “cultura della prevenzione” che ha come risultati meno assenze per malattia, un aumento della produttività, un maggiore attaccamento all’azienda, una ritenzione dei migliori talenti, con meno turnover e più capacità lavorare in gruppo, oltre che meno burnout nei dirigenti e nei manager. Ogni euro investito nel benessere personale dei dipendenti avrà un ritorno da quattro a otto volte superiore, oltre a creare un’atmosfera migliore nei luoghi di lavoro».L’evento è proseguito con la testimonianza della Memc Electronic Materials Spa di Novara sui progetti di promozione della salute attivati nell’ambito della Rete Whp di Cnvv (di cui fanno parte 11 aziende con oltre 2.000 dipendenti complessivi): Edgardo Pistoia, HR Manager, e Elena Savastano, Team Leader del progetto Whp, hanno illustrato le iniziative e gli strumenti posti in essere per promuovere una sana alimentazione, l’attività fisica, il benessere personale e relazionale e per il contrasto al fumo di tabacco, sottolineando l’importanza del coinvolgimento di tutto il personale, a partire dal management, e la perseveranza nell’aumentare partecipazione e interesse, con risultati che si sono rivelati molto positivi per tutte le persone coinvolte.

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Confindustria, iniziative per aumentare i “luoghi di lavoro promotori della salute”

Imprese sempre più importanti per veicolare buone abitudini e corretti stili di vita

Le imprese possono diventare luoghi sempre più importanti per favorire le buone abitudini e i corretti stili di vita, perché lo “stato di salute” di un’azienda è definito anche dalle condizioni di salute delle persone che ne fanno parte: è quanto emerso dall’incontro “Healthy Habits: promuovere le buone abitudini e i corretti stili di vita nei luoghi di lavoro”, organizzato dalla Sezione Sanità e Assistenza di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) lo scorso 1° dicembre, durante il quale è stata anche annunciata la ripresa, dopo la pausa imposta dalla pandemia, delle iniziative per ampliare la rete di aziende che nel 2018 hanno iniziato a distinguersi come “Workplace Health Promotion” (WHP), cioè “luoghi di lavoro promotori della salute”.

L’incontro, introdotto dalla presidente della sezione Sanità e Assistenza di Cnvv, Lucia Gallo, ha avuto come relatore David Mariani, presidente del Comitato scientifico di “Healthy Habits”, associazione che dal 2016 promuove il miglioramento delle abitudini nella popolazione attraverso la formazione del personale sanitario, degli insegnanti e delle figure aziendali preposte per aumentare la conoscenza e l’adesione spontanea alla “prevenzione primaria” agendo sui fattori quali nutrizione, fisiologia, ambiente e relazioni interpersonali.

«Anche in azienda – ha spiegato Mariani – si deve passare dalla logica del “curare” a quella del “prendersi cura” dei propri collaboratori, perché le persone che adottano stili di vita “sani” e stanno bene sono più positive, più motivate, più collaborative, più creative più produttive e più responsabili anche sul lavoro. Piccole variazioni nelle abitudini quotidiane portano a grandi risultati, creando persone meno conflittuali, meno svogliate, meno demotivate, meno superficiali; in una parola meno “malate”. Per ottenere questo risultato si deve passare da un sistema basato sulla prescrizione a uno che sappia far scattare una motivazione interiore al cambiamento in meglio del proprio stile di vita, e le aziende, data la grande quantità di tempo che le persone trascorrono ogni giorno al loro interno, possono giocare un ruolo decisivo».

Citando il report “State of the Global Workplace 2022” realizzato da Gallup, secondo il quale l’Italia è la seconda nazione in Europa con più tristezza sui luoghi di lavoro, è nella top-ten per rabbia e stress e la peggiore in assoluto per coinvolgimento dei lavoratori nei confronti della propria azienda, Mariani ha sottolineato come sia necessario prevenire più possibile i problemi che sono causati da condizioni di lavoro inadeguate o stressanti.

«La maggior parte dei programmi di attività fisica, nutrizione e stili di vita attivati finora non ha però funzionato – ha proseguito – perché sono stati basati sul sistema nozione/prescrizione (“devi mangiare questo, devi fare ginnastica”, ecc.), lavorando sulla motivazione esogena, mentre sappiamo che ogni limitazione della libertà individuale viene vissuta come un’aggressione, portando nella maggioranza dei casi al rifiuto della nuova attività proposta. L’approccio Healthy Habits porta invece la persona a riflettere sulle proprie abitudini, facilitando un cambiamento di punto di vista attraverso l’autonomia decisionale e creando percorsi facilitati da condividere con altri. Da parte delle imprese, quindi, conviene investire sulle abitudini dei propri collaboratori, perché si crea una “cultura della prevenzione” che ha come risultati meno assenze per malattia, un aumento della produttività, un maggiore attaccamento all’azienda, una ritenzione dei migliori talenti, con meno turnover e più capacità lavorare in gruppo, oltre che meno burnout nei dirigenti e nei manager. Ogni euro investito nel benessere personale dei dipendenti avrà un ritorno da quattro a otto volte superiore, oltre a creare un’atmosfera migliore nei luoghi di lavoro».L’evento è proseguito con la testimonianza della Memc Electronic Materials Spa di Novara sui progetti di promozione della salute attivati nell’ambito della Rete Whp di Cnvv (di cui fanno parte 11 aziende con oltre 2.000 dipendenti complessivi): Edgardo Pistoia, HR Manager, e Elena Savastano, Team Leader del progetto Whp, hanno illustrato le iniziative e gli strumenti posti in essere per promuovere una sana alimentazione, l’attività fisica, il benessere personale e relazionale e per il contrasto al fumo di tabacco, sottolineando l’importanza del coinvolgimento di tutto il personale, a partire dal management, e la perseveranza nell’aumentare partecipazione e interesse, con risultati che si sono rivelati molto positivi per tutte le persone coinvolte.

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