Coldiretti al Vinitaly: «Nelle vigne presente 1 giovane su 10»

Sono oltre 5500 i giovani che possiedono una vigna diffusi sul territorio italiano

Un giovane agricoltore su 10 possiede una vigna che è la coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35. È quanto emerge da una analisi coldiretti in occasione della degustazione dei vini organizzata dai giovani imprenditori a casa Coldiretti al Vinitaly con una selezione dei prodotti delle nuove generazioni di viticoltori provenienti da tutta la Penisola Sono oltre 5500 i giovani che possiedono una vigna diffusi sul territorio italiano dove sono spesso impegnati a produrre vini di alta qualità.

L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – ha continuato la Coldiretti – è, infatti, l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice.

Lo dimostra il fatto che quasi una cantina under 35 su tre (31%) esporta all’estero i propri prodotti contro il 20% della media generale delle aziende vitivinicole italiane, secondo il rapporto del Centro Studi Divulga. E i giovani in vigna sono anche quelli che sembrano reggere meglio la crisi scatenata dal conflitto in Ucraina, con il 53% che dichiara di avere una situazione economica soddisfacente contro il 43% del totale nazionale.

Nonostante ciò – ha continuato Coldiretti – oltre un giovane su due (52%) dichiara comunque di aver registrato un calo delle vendite. Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga i vignaioli under 35 restano comunque più fiduciosi rispetto agli imprenditori più adulti. Se un 26% teme che la situazione con la guerra in Ucraina andrà a peggiorare, contro il 32% dei “grandi” che la pensa allo stesso modo, c’è anche un 21% che è convinto che possa migliorare, rispetto ad appena il 9% di cantine over.

Resta il fatto che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. Una opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali.

«Le aziende giovani, dimostrano grande vivacità e dinamicità imprenditoriale – ha spiegato la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Veronica Barbati -. Questi numeri danno speranza in un tempo complesso come il nostro, e suggeriscono di continuare ad investire sull’attrattività del settore attraverso il ricambio generazionale affinché le grandi sfide legate al cambiamento climatico ed alla sostenibilità in generale possano essere vinte ed in tempi brevi grazie alle energie giovani del nostro paese?»

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Coldiretti al Vinitaly: «Nelle vigne presente 1 giovane su 10»

Sono oltre 5500 i giovani che possiedono una vigna diffusi sul territorio italiano

Un giovane agricoltore su 10 possiede una vigna che è la coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35. È quanto emerge da una analisi coldiretti in occasione della degustazione dei vini organizzata dai giovani imprenditori a casa Coldiretti al Vinitaly con una selezione dei prodotti delle nuove generazioni di viticoltori provenienti da tutta la Penisola Sono oltre 5500 i giovani che possiedono una vigna diffusi sul territorio italiano dove sono spesso impegnati a produrre vini di alta qualità.

L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – ha continuato la Coldiretti – è, infatti, l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice.

Lo dimostra il fatto che quasi una cantina under 35 su tre (31%) esporta all’estero i propri prodotti contro il 20% della media generale delle aziende vitivinicole italiane, secondo il rapporto del Centro Studi Divulga. E i giovani in vigna sono anche quelli che sembrano reggere meglio la crisi scatenata dal conflitto in Ucraina, con il 53% che dichiara di avere una situazione economica soddisfacente contro il 43% del totale nazionale.

Nonostante ciò – ha continuato Coldiretti – oltre un giovane su due (52%) dichiara comunque di aver registrato un calo delle vendite. Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga i vignaioli under 35 restano comunque più fiduciosi rispetto agli imprenditori più adulti. Se un 26% teme che la situazione con la guerra in Ucraina andrà a peggiorare, contro il 32% dei “grandi” che la pensa allo stesso modo, c’è anche un 21% che è convinto che possa migliorare, rispetto ad appena il 9% di cantine over.

Resta il fatto che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. Una opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali.

«Le aziende giovani, dimostrano grande vivacità e dinamicità imprenditoriale – ha spiegato la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Veronica Barbati -. Questi numeri danno speranza in un tempo complesso come il nostro, e suggeriscono di continuare ad investire sull’attrattività del settore attraverso il ricambio generazionale affinché le grandi sfide legate al cambiamento climatico ed alla sostenibilità in generale possano essere vinte ed in tempi brevi grazie alle energie giovani del nostro paese?»

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