A specificare che cosa comprende il piano dell’Unione europea sul grano ucraino è Coldiretti Novara Vco. «Con il Piano dell’Unione Europea per salvare i cereali ucraini – scrivono dall’associazione – potrebbero essere sbloccati circa 30 milioni di chili di grano per la panificazione, 60 milioni di chili di olio di girasole e quasi duecento milioni di chili di mais per l’alimentazione animale destinati all’Italia, che attualmente sono fermi nei magazzini di Kiev in attesa di essere spediti a causa del blocco russo dei porti del Paese. E’ quanto stima Coldiretti nel commentare il Piano di azione della Commissione Europea per stabilire “corridoi di solidarietà” con l’Ucraina, per facilitare le esportazioni di cereali da Kiev verso l’Ue».
«Il piano – prosegue Coldiretti – si pone l’obiettivo di facilitare i trasporti delle merci ucraine via terra, per ferrovia e gomma, e via mare, con la messa a disposizione da parte dei privati di vagoni merci, veicoli, navi, autocarri aggiuntivi e silos mobili per i cereali da collocare in punti di contatto alla frontiera ucraina, individuati dagli Stati membri, dando la priorità alle spedizioni di derrate agricole anche attraverso slot ferroviari dedicati. Si punta ad agevolare il trasporto ferroviario velocizzando il trasferimento delle merci dai treni delle linee ucraine a quelli europei che viaggiano su un sistema di binari a scartamento diverso e non compatibile con quello di Kiev. Inoltre, per ovviare al blocco russo dei porti del Mar Nero, la Ue pensa di sfruttare per le spedizioni quelli polacchi sul Baltico, potenziando le strutture di stoccaggio oltre a potenziare a sud ovest i corridoi di collegamento europeo con Ucraina e Moldova».
«L’obiettivo è anche snellire le procedure burocratiche di ingresso delle merci in Europa che però – affermano il presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani – non deve tradursi in minori controlli e garanzie per la salute e la sicurezza dei consumatori. Siamo costretti ad importare materie prime agricole poiché la produzione nazionale, negli ultimi 10 anni, si è ridotta di quasi 1/3 per cui ora è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e programmare il futuro. Occorre lavorare da subito ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali, come quello piemontese, Grano Piemonte, lanciato insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, tramite il quale sono già stati seminati oltre 6 mila e 500 ettari, e volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Questo – concludono – al fine anche di avere prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, ma anche investire per aumentare produzione e rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori».