Via libera all’arrivo in Italia di quasi 1,2 miliardi di chili di mais per l’alimentazione animale, grano tenero per la panificazione e olio di girasole dall’Ucraina grazie all’accordo sulle esportazioni di cereali ed altri prodotti alimentari raggiunto tra Kiev e Mosca. E’ quanto stima la Coldiretti nel commentare positivamente gli effetti della firma dell’accordo raggiunto tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero 2021.
L’Ucraina, nonostante, il calo dei raccolti resta uno dei principali produttori e rappresenta il 10% del commercio mondiale di frumento tenero destinato alla panificazione ma anche il 15% del mais per gli allevamenti. L’accordo raggiunto per la ripresa del passaggio delle navi cariche di cereali sul Mar Nero è importante per salvare dalla carestia quei 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione ma anche per i Paesi più sviluppati costretti ad affrontare una crescente inflazione spinta dal carrello della spesa e favorita dalla crisi energetica ma anche dai cambiamenti climatici che con caldo e siccità hanno tagliato i raccolti.
“Lo sblocco delle spedizioni sul Mar Nero è importante per l’Italia in una situazione in cui – hanno affermato il presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il direttore Francesca Toscani – senza precipitazioni rischiano di dimezzare i raccolti nazionali di foraggio e mais destinati all’alimentazione degli animali. Siamo costretti ad importare materie prime agricole poiché la produzione nazionale, negli ultimi 10 anni, si è ridotta di quasi 1/3 per cui ora è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e programmare il futuro. Occorre lavorare da subito ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali, come quello piemontese, Gran Piemonte, lanciato insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, tramite il quale sono già stati seminati 86 ettari sul territorio, e volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Questo al fine anche di avere prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, ma anche investire per aumentare produzione e rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori”.