Coldiretti Novara Vco: «I rincari spingono aumenti su carrello della spesa»

Mentre i compensi riconosciuti ad agricoltori e allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione

I rincari energetici di bollette, benzina e gasolio si scaricano sui prezzi del carrello della spesa con aumenti tendenziali che vanno dal 9% per la farina al 12% per la pasta, al 6% per il pesce all’11% per il burro, dal 7% per la frutta al 17% per la verdura fino al 20% per gli oli di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’ipotesi di un decreto taglia prezzi.

«Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – hanno denunciato Sara Baudo (in foto), presidente di Coldiretti Novara-Vco e Francesca Toscani, direttore – non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera. Per il balzo dei costi energetici l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni e allevamenti. Bisogna intervenire per contenere il caro energia e ridurre la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari – hanno proseguito Baudo e Toscani – L’Italia deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni che sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato, lavorando per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali».

«Per questo bisogna agire subito facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti incentivando le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali».

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Coldiretti Novara Vco: «I rincari spingono aumenti su carrello della spesa»

Mentre i compensi riconosciuti ad agricoltori e allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione

I rincari energetici di bollette, benzina e gasolio si scaricano sui prezzi del carrello della spesa con aumenti tendenziali che vanno dal 9% per la farina al 12% per la pasta, al 6% per il pesce all’11% per il burro, dal 7% per la frutta al 17% per la verdura fino al 20% per gli oli di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’ipotesi di un decreto taglia prezzi.

«Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – hanno denunciato Sara Baudo (in foto), presidente di Coldiretti Novara-Vco e Francesca Toscani, direttore – non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera. Per il balzo dei costi energetici l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni e allevamenti. Bisogna intervenire per contenere il caro energia e ridurre la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari – hanno proseguito Baudo e Toscani – L’Italia deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni che sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato, lavorando per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali».

«Per questo bisogna agire subito facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti incentivando le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali».

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