Coldiretti Novara-Vco: il caro energia genera un effetto a valanga nei campi

Rincari dei prezzi in ogni ambito: dal gasolio ai concimi, dall’alimentazione degli animali alle macchine agricole

Un vero e proprio effetto a valanga. Questo provoca il balzo dei beni energetici sui bilanci delle imprese agricole strozzate dall’aumento dei costi. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’intero 2021 che a dicembre confermano il differenziale con l’inflazione che sale al 3,9% mentre la crescita dei prezzi dei prodotti alimentari è minore e pari al 2,9.

«Per le operazioni colturali gli agricoltori – hanno spiegato il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani – sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Non solo: l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi».

Su base annuale si evidenzia un aumento dei prezzi alimentari pari ad appena lo 0,6%, molto meno della metà dell’inflazione che è salita all’1,9% a causa della spinta dei beni energetici. Ad esempio l’urea è passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%. Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%).

«La crescita dei costi riguarda – hanno proseguito Baudo e Toscani – anche l’alimentazione del bestiame e il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi. Ma ad aumentare sono pure i costi per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Il rincaro dell’energia si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi. Per questo serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare e tutelare aziende agricole e stalle».

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Rincari dei prezzi in ogni ambito: dal gasolio ai concimi, dall’alimentazione degli animali alle macchine agricole

Un vero e proprio effetto a valanga. Questo provoca il balzo dei beni energetici sui bilanci delle imprese agricole strozzate dall’aumento dei costi. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’intero 2021 che a dicembre confermano il differenziale con l’inflazione che sale al 3,9% mentre la crescita dei prezzi dei prodotti alimentari è minore e pari al 2,9.

«Per le operazioni colturali gli agricoltori – hanno spiegato il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani – sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Non solo: l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi».

Su base annuale si evidenzia un aumento dei prezzi alimentari pari ad appena lo 0,6%, molto meno della metà dell’inflazione che è salita all’1,9% a causa della spinta dei beni energetici. Ad esempio l’urea è passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%. Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%).

«La crescita dei costi riguarda – hanno proseguito Baudo e Toscani – anche l’alimentazione del bestiame e il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi. Ma ad aumentare sono pure i costi per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Il rincaro dell’energia si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi. Per questo serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare e tutelare aziende agricole e stalle».

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