Coldiretti Novara Vco: «In Gazzetta Ufficiale il decreto salva filiere Made in Italy»

Stanziati 1,2 miliardi per investimenti, provvedimento necessario per ridurre dipendenza da estero

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto salva filiere Made in Italy, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura, che stanzia 1,2 miliardi per investimenti nelle filiere Made in Italy, come richiesto nella lettera appello della Coldiretti al Premier Mario Draghi nel corso della mobilitazione degli agricoltori in tutta Italia. E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento alla pubblicazione del provvedimento “Definizione dei criteri, delle modalità e delle procedure per l’attuazione dei contratti di filiera previsti dal fondo complementare al PNRR” sulla Gazzetta Ufficiale.

«Il decreto – hanno sottolineato Sara Baudo presidente di Coldiretti Novara-Vco e Francesca Toscani direttore  – consente di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali. Lavoriamo da anni su questi obiettivi anche insieme a Filiera Italia e siamo pronti a presentare e a proseguire progetti operativi per utilizzare al meglio queste risorse, dalla zootecnia al vino, dal grano alla frutta secca, fino all’ortofrutta. Un provvedimento necessario per ridurre la dipendenza dall’estero in Italia che è un Paese deficitario su molti fronti per quando riguarda il cibo: produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 65% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento».

«La pandemia prima e la guerra poi – hanno proseguito Baudo e Toscani – hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza. La stessa politica agricola Comune (Pac) e il Pnrr oggi sembrano già inadeguati a rispondere alle esigenze del tempo nuovo che stiamo vivendo e vanno modificati. Per questo bisogna agire subito facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti ed è quindi importante lo sblocco dei contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma occorre anche incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, ridurre le percentuali Iva per sostenere i consumi alimentari, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali».

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Stanziati 1,2 miliardi per investimenti, provvedimento necessario per ridurre dipendenza da estero

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto salva filiere Made in Italy, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura, che stanzia 1,2 miliardi per investimenti nelle filiere Made in Italy, come richiesto nella lettera appello della Coldiretti al Premier Mario Draghi nel corso della mobilitazione degli agricoltori in tutta Italia. E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento alla pubblicazione del provvedimento “Definizione dei criteri, delle modalità e delle procedure per l’attuazione dei contratti di filiera previsti dal fondo complementare al PNRR” sulla Gazzetta Ufficiale.

«Il decreto – hanno sottolineato Sara Baudo presidente di Coldiretti Novara-Vco e Francesca Toscani direttore  – consente di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali. Lavoriamo da anni su questi obiettivi anche insieme a Filiera Italia e siamo pronti a presentare e a proseguire progetti operativi per utilizzare al meglio queste risorse, dalla zootecnia al vino, dal grano alla frutta secca, fino all’ortofrutta. Un provvedimento necessario per ridurre la dipendenza dall’estero in Italia che è un Paese deficitario su molti fronti per quando riguarda il cibo: produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 65% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento».

«La pandemia prima e la guerra poi – hanno proseguito Baudo e Toscani – hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza. La stessa politica agricola Comune (Pac) e il Pnrr oggi sembrano già inadeguati a rispondere alle esigenze del tempo nuovo che stiamo vivendo e vanno modificati. Per questo bisogna agire subito facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti ed è quindi importante lo sblocco dei contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma occorre anche incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, ridurre le percentuali Iva per sostenere i consumi alimentari, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali».

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