L’emergenza siccità non colpisce solamente le risaie. Il caldo torrido delle ultime settimane e le precipitazioni che si contano con il contagocce ormai da mesi, hanno fatto scattare l’allarme anche per il comparto zootecnico, già in difficoltà per l’aumento dei costi delle materie prime dovuto all’innalzamento dei prezzi per il conflitto Russia-Ucraina.
La siccità sta creando grandi problemi agli allevamenti. Con il caldo le mucche sudano e bevono il doppio e la scarsità d’acqua, ovviamente, incide anche sulla produzione di latte: «Solitamente nel periodo estivo c’è sempre un calo, ma non di queste dimensioni – ha affermato il presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo (in foto) – Siamo di fronte ad una diminuzione del 20, in alcuni casi anche del 30%. Inoltre, nonostante questa forte riduzione, il prezzo del latte rimane pressoché invariato, con i costi di gestione e delle materie prime che invece continuano a crescere».
Oltre al discorso latte, c’è un’altra preoccupazione che tiene in ansia gli allevatori: «Stiamo cercando di capire cosa daremo da mangiare al bestiame questo inverno – ha aggiunto Baudo – La grande diminuzione di foraggi mette a rischio tutto il comparto: il primo raccolto ha visto un calo di circa il 50%, mentre le grandi distese di prati bruciati possono compromettere la totalità del secondo raccolto”. L’aumento delle materie prime, ovviamente, non è un punto a favore: “In un’annata in cui l’emergenza siccità è così tangibile, la crescita, ad esempio, del costo del gasolio agricolo, utile per le bagnature, mette ancora più in ginocchio il settore».
Proprio a riguardo delle problematiche che coinvolgono il comparto, Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli ha firmato il decreto di “Intervento a favore dei produttori del comparto zootecnico tramite la previsione di aiuti eccezionali di adattamento per i danni indiretti subiti in seguito all’aggressione della Russia contro l’Ucraina”. Il provvedimento mira a sostenere alcuni settori del comparto zootecnico maggiormente colpiti dall’aumento dei costi di materie prime, dal caro energia e dalle conseguenze dirette e indirette del conflitto in Ucraina, con l’obiettivo di favorire metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, del clima e del benessere animale. L’importo complessivo è di circa 144 milioni di euro, di cui circa 48 milioni di fondi comunitari, a cui si aggiunge un cofinanziamento nazionale pari a circa 96 milioni di euro.
Questo provvedimento si somma alla somma stanziata dal Governo che ha riconosciuto lo stato di emergenza a causa della siccità, disponendo al Piemonte 7,6 milioni di euro per le opere di massima urgenza. «Questi sostegni potranno dare respiro alle imprese, ma di certo bisogna avviare il procedimento di realizzazione di un piano per i bacini di accumulo, poiché solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le riserve idriche necessarie – ha evidenziato il direttore di Coldiretti Novara-Vco Francesca Toscani – I cambiamenti climatici che portano ad un progressivo aumento delle temperature di anno in anno, potrebbero far segnalare periodi di siccità anche in futuro e per questo dobbiamo farci trovare preparati alle emergenze».