Coldiretti Novara-Vco: «Sul clima è necessario un tavolo di confronto»

Occorre un piano per interventi strutturali per la gestione risorse idriche

«Aprire un tavolo regionale per avviare un costruttivo confronto sul tema della gestione delle risorse idriche e, quindi, creare le condizioni per concretizzare percorsi di valorizzazione. L’obiettivo deve essere quello di rispondere alle diverse esigenze in termini di utilizzo potabile, irriguo ed industriale, con ricadute importanti anche a livello ambientale». Questa la richiesta di Coldiretti Piemonte inviata alla Regione con una specifica comunicazione visto il cambiamento climatico in atto e le scarse piogge che stanno portando siccità, mettendo a serio rischio la prossima campagna agraria. La situazione è grave e senza interventi e pianificazione può solamente peggiorare.

L’annata 2021 si era chiusa con un deficit pluviometrico di circa il 17% a causa delle scarse precipitazioni di dicembre. Il mese di gennaio è stato molto secco e si sono registrati 4,6 mm di pioggia media in regione: si tratta del quarto più secco di sempre dopo il 1989, il 1993 e il 2005. La situazione si è aggravata ulteriormente nel breve periodo tanto che l’anomalia negativa di pioggia in Piemonte dall’8 dicembre 2021 ad oggi varia tra i -45 mm e i -100 mm. Il territorio delle due province è in affanno: il fiume Sesia ha quasi l’80% in meno di acqua e il lago Maggiore è una delle zone più in affanno a livello regionale con una percentuale di riempimento che è pari solamente al 24%.

«Occorre non solo individuare modalità efficienti ed efficaci per governare l’emergenza, ma anche avviare un processo attraverso il quale porre la necessaria attenzione al tema delle infrastrutture irrigue – hanno spiegato il presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il direttore Francesca Toscani (in foto) – Bisogna quindi incrementare la capacità di conservazione, per utilizzare l’acqua nei momenti di maggior idroesigenza superando l’attuale condizione di diffusa dispersione. Per questo vanno coinvolti tutti i soggetti interessati, superando l’attuale frammentazione anche in termini di competenze amministrative: serve definire un piano strategico unitario che, nel medio termine, consenta di individuare ed attuare i necessari interventi strutturali».

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Coldiretti Novara-Vco: «Sul clima è necessario un tavolo di confronto»

Occorre un piano per interventi strutturali per la gestione risorse idriche

«Aprire un tavolo regionale per avviare un costruttivo confronto sul tema della gestione delle risorse idriche e, quindi, creare le condizioni per concretizzare percorsi di valorizzazione. L’obiettivo deve essere quello di rispondere alle diverse esigenze in termini di utilizzo potabile, irriguo ed industriale, con ricadute importanti anche a livello ambientale». Questa la richiesta di Coldiretti Piemonte inviata alla Regione con una specifica comunicazione visto il cambiamento climatico in atto e le scarse piogge che stanno portando siccità, mettendo a serio rischio la prossima campagna agraria. La situazione è grave e senza interventi e pianificazione può solamente peggiorare.

L’annata 2021 si era chiusa con un deficit pluviometrico di circa il 17% a causa delle scarse precipitazioni di dicembre. Il mese di gennaio è stato molto secco e si sono registrati 4,6 mm di pioggia media in regione: si tratta del quarto più secco di sempre dopo il 1989, il 1993 e il 2005. La situazione si è aggravata ulteriormente nel breve periodo tanto che l’anomalia negativa di pioggia in Piemonte dall’8 dicembre 2021 ad oggi varia tra i -45 mm e i -100 mm. Il territorio delle due province è in affanno: il fiume Sesia ha quasi l’80% in meno di acqua e il lago Maggiore è una delle zone più in affanno a livello regionale con una percentuale di riempimento che è pari solamente al 24%.

«Occorre non solo individuare modalità efficienti ed efficaci per governare l’emergenza, ma anche avviare un processo attraverso il quale porre la necessaria attenzione al tema delle infrastrutture irrigue – hanno spiegato il presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il direttore Francesca Toscani (in foto) – Bisogna quindi incrementare la capacità di conservazione, per utilizzare l’acqua nei momenti di maggior idroesigenza superando l’attuale condizione di diffusa dispersione. Per questo vanno coinvolti tutti i soggetti interessati, superando l’attuale frammentazione anche in termini di competenze amministrative: serve definire un piano strategico unitario che, nel medio termine, consenta di individuare ed attuare i necessari interventi strutturali».

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