Coldiretti Piemonte: «Apicoltura salva il 75% dell’agricoltura made in Italy»

La Banca Dati Apistica nazionale ha rilevato in Piemonte 6.821 aziende e 195.191 alveari piemontesi

Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui le mele, le pere, le fragole, le ciliegie. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione della Giornata mondiale delle api, proclamata dall’Onu. Il caldo negli alveari sta stressando le api, limitando l’attività di raccolta del polline e aggravando una situazione che nell’ultimo anno ha visto dire addio a un vaso di miele italiano su tre proprio per effetto dei cambiamenti climatici, con sei eventi estremi al giorno tra siccità, incendi, bombe d’acqua e gelo che hanno compromesso pesantemente la vita nelle arnie.

Coldiretti Piemonte ha preso parte con Claudia Roggero, rappresentante di Giovani Impresa al tavolo apistico nazionale di Coldiretti, all’evento  “La giornata mondiale delle api e le prospettive di sviluppo dell’apicoltura. Le istituzioni e la filiera a confronto”, presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, organizzato da Regione Piemonte – Assessorato all’Agricoltura e Cibo in collaborazione con VisitPiemonte. Nel suo intervento Claudia Roggero ha fatto emergere l’attenzione di Coldiretti al comparto apistico che rappresenta un tassello importante per il Piemonte che continua a collocarsi al primo posto tra le Regioni per numero di produttori e produzione, pur subendo le criticità che hanno investito il settore a livello nazionale. La Banca Dati Apistica nazionale ha rilevato in Piemonte 6.821 aziende e 195.191 alveari piemontesi.

In Italia si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, sotto la media europea che è di 600 grammi ma un terzo rispetto alla Germania. Il Belpaese però vince in biodiversità con più di 60 varietà protagoniste fino al più raro miele di timo serpillo che viene prodotto in Piemonte solo in base alla fioritura del timo serpillo, una varietà di timo dai fiori piccolini e dal colore azzurro. Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell’Osservatorio nazionale miele in Italia ci sono 1,5 milioni di alveari curati da circa 73mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l’autoconsumo. In crescita la presenza di giovani con le aziende apicole condotte da under 35 che sono aumentate del 17% negli ultimi cinque anni secondo un’analisi Coldiretti su dati Unioncamere.

“In Piemonte, negli ultimi 5 anni , e imprese apistiche condotte da giovani sono cresciute del +9%, nonostante le difficoltà legate all’andamento climatico – hanno evidenziato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Questo dimostra che l’apicoltura e la cosiddetta “bee economy” rappresenta una traiettoria di futuro con una forte spinta all’innovazione. Quest’anno l’annata sembra essere partita bene con il miele d’acacia, ma con la produzione in calo, visti gli andamenti degli ultimi anni, il rischio è che venga incrementato ulteriormente l’arrivo massiccio di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far, infatti, concorrenza al miele Made in Piemonte non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per questo ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta in azienda o nei mercati Campagna Amica”.

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Coldiretti Piemonte: «Apicoltura salva il 75% dell’agricoltura made in Italy»

La Banca Dati Apistica nazionale ha rilevato in Piemonte 6.821 aziende e 195.191 alveari piemontesi

Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui le mele, le pere, le fragole, le ciliegie. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione della Giornata mondiale delle api, proclamata dall’Onu. Il caldo negli alveari sta stressando le api, limitando l’attività di raccolta del polline e aggravando una situazione che nell’ultimo anno ha visto dire addio a un vaso di miele italiano su tre proprio per effetto dei cambiamenti climatici, con sei eventi estremi al giorno tra siccità, incendi, bombe d’acqua e gelo che hanno compromesso pesantemente la vita nelle arnie.

Coldiretti Piemonte ha preso parte con Claudia Roggero, rappresentante di Giovani Impresa al tavolo apistico nazionale di Coldiretti, all’evento  “La giornata mondiale delle api e le prospettive di sviluppo dell’apicoltura. Le istituzioni e la filiera a confronto”, presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, organizzato da Regione Piemonte – Assessorato all’Agricoltura e Cibo in collaborazione con VisitPiemonte. Nel suo intervento Claudia Roggero ha fatto emergere l’attenzione di Coldiretti al comparto apistico che rappresenta un tassello importante per il Piemonte che continua a collocarsi al primo posto tra le Regioni per numero di produttori e produzione, pur subendo le criticità che hanno investito il settore a livello nazionale. La Banca Dati Apistica nazionale ha rilevato in Piemonte 6.821 aziende e 195.191 alveari piemontesi.

In Italia si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, sotto la media europea che è di 600 grammi ma un terzo rispetto alla Germania. Il Belpaese però vince in biodiversità con più di 60 varietà protagoniste fino al più raro miele di timo serpillo che viene prodotto in Piemonte solo in base alla fioritura del timo serpillo, una varietà di timo dai fiori piccolini e dal colore azzurro. Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell’Osservatorio nazionale miele in Italia ci sono 1,5 milioni di alveari curati da circa 73mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l’autoconsumo. In crescita la presenza di giovani con le aziende apicole condotte da under 35 che sono aumentate del 17% negli ultimi cinque anni secondo un’analisi Coldiretti su dati Unioncamere.

“In Piemonte, negli ultimi 5 anni , e imprese apistiche condotte da giovani sono cresciute del +9%, nonostante le difficoltà legate all’andamento climatico – hanno evidenziato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Questo dimostra che l’apicoltura e la cosiddetta “bee economy” rappresenta una traiettoria di futuro con una forte spinta all’innovazione. Quest’anno l’annata sembra essere partita bene con il miele d’acacia, ma con la produzione in calo, visti gli andamenti degli ultimi anni, il rischio è che venga incrementato ulteriormente l’arrivo massiccio di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far, infatti, concorrenza al miele Made in Piemonte non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui proviene una gran quantità di miele a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per questo ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta in azienda o nei mercati Campagna Amica”.

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