Coldiretti Piemonte – bollette: «Sos prezzi con stangata da 9 miliardi dai campi alla tavola»

Lavorare ad accordi di filiera e intervenire subito su caro energia

La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea sugli effetti dei rincari della bolletta energetica. L’esplosione del costo del gas ha dunque un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui con la siccità ha devastato i raccolti con perdite stima pari a 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione.

Un mix micidiale che costerà nel 2022 alle famiglie italiane quasi 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione che colpisce soprattutto le categorie più deboli, secondo l’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat sui consumi degli italiani e dell’andamento dell’inflazione nei primi sette mesi dell’anno. A guidare la classifica c’è la verdura che quest’anno costerà complessivamente alle famiglie dello Stivale 1,97 miliardi in più e precede sul podio pane, pasta e riso, con un aggravio di 1,65 miliardi, e carne e salumi, per i quali si stima una spesa superiore di 1,54 miliardi rispetto al 2021.

«I nostri agricoltori stanno subendo, ormai da mesi, aumenti notevoli delle materie prime con costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, dal 15% per il tetrapack al +35% per le etichette, del 45% per il cartone al 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.  Si tratta di una bolletta energetica pesante, nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione – hanno spiegato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa (in foto) Delegato Confederale -.  Senza dimenticare che a migliorare il bilancio energetico della filiera ci sono gli investimenti nell’economia circolare con la produzione di bioenergie, dal fotovoltaico sui tetti di stalle e capannoni rurali fino alla valorizzazione dei reflui degli allevamenti con il biometano che va sostenuto adeguatamente. Per far fronte, però, a questa situazione, occorre lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Nell’immediato occorre salvare le aziende da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità. In Piemonte, insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, abbiamo lanciato il progetto di filiera Gran Piemonte, tramite il quale sono già stati seminati oltre 7 mila ettari, ed è volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per programmare il futuro anche con lo sviluppo di alternative energetiche che offre il settore agricolo».

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Coldiretti Piemonte – bollette: «Sos prezzi con stangata da 9 miliardi dai campi alla tavola»

Lavorare ad accordi di filiera e intervenire subito su caro energia

La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea sugli effetti dei rincari della bolletta energetica. L’esplosione del costo del gas ha dunque un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui con la siccità ha devastato i raccolti con perdite stima pari a 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione.

Un mix micidiale che costerà nel 2022 alle famiglie italiane quasi 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione che colpisce soprattutto le categorie più deboli, secondo l’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat sui consumi degli italiani e dell’andamento dell’inflazione nei primi sette mesi dell’anno. A guidare la classifica c’è la verdura che quest’anno costerà complessivamente alle famiglie dello Stivale 1,97 miliardi in più e precede sul podio pane, pasta e riso, con un aggravio di 1,65 miliardi, e carne e salumi, per i quali si stima una spesa superiore di 1,54 miliardi rispetto al 2021.

«I nostri agricoltori stanno subendo, ormai da mesi, aumenti notevoli delle materie prime con costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, dal 15% per il tetrapack al +35% per le etichette, del 45% per il cartone al 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.  Si tratta di una bolletta energetica pesante, nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione – hanno spiegato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa (in foto) Delegato Confederale -.  Senza dimenticare che a migliorare il bilancio energetico della filiera ci sono gli investimenti nell’economia circolare con la produzione di bioenergie, dal fotovoltaico sui tetti di stalle e capannoni rurali fino alla valorizzazione dei reflui degli allevamenti con il biometano che va sostenuto adeguatamente. Per far fronte, però, a questa situazione, occorre lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Nell’immediato occorre salvare le aziende da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità. In Piemonte, insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, abbiamo lanciato il progetto di filiera Gran Piemonte, tramite il quale sono già stati seminati oltre 7 mila ettari, ed è volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per programmare il futuro anche con lo sviluppo di alternative energetiche che offre il settore agricolo».

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