Coldiretti Piemonte – castagne: «Buona qualità ma attenzione ai prezzi riconosciuti ai produttori»

Il Piemonte vanta due Igp: la castagna Cuneo ed il marrone della Val Susa

L’autunno richiama alla mente le castagne anche se quest’anno, con il caldo ancora di ottobre, la stagione autunnale sta tardando ad arrivare. La siccità ha influito più sull’area del basso Piemonte, dove si è avuto un lieve calo produttivo rispetto alle ultime annate e buona qualità dei frutti, mentre in Val Susa e nel nord della Regione si è vista una buona produzione, stimata in rialzo del 10% circa, unitamente ad una buona qualità del frutto, grazie anche a tecniche di irrigazione, in Val Susa, consolidate ormai da anni, al di là della siccità che ha colpito quest’estate i territori. E’ quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Piemonte sulla raccolta delle castagne, già protagoniste di vari eventi e sagre su tutto il territorio, a partire dalla 23esima Fiera nazionale del Marrone che si è svolta a Cuneo. In Piemonte sono 12.000 gli ettari di castagneto da frutto coltivati, la produzione è di 140 mila quintali per un fatturato che sfiora i 20 milioni di euro. Un ritorno atteso dopo che in alcune zone era stata rischiata addirittura l’estinzione per la presenza del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) proveniente dalla Cina, che da anni infesta i boschi lungo tutta la Penisola provocando nella piante la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni.

«Le castagne sono di elevata qualità, molto dolci e sane, seppur di una pezzatura, in alcuni, casi, un po’ inferiore rispetto ad altre annate – hanno affermato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. A preoccupare sono i prezzi riconosciuti ai produttori che restano molto bassi non coprendo i costi di produzione mentre i consumatori vedono crescere i prezzi delle castagne al banco. Il Piemonte, oltretutto, vanta due Igp: la castagna Cuneo ed il marrone della Val Susa che vanno sicuramente valorizzate dal mondo commerciale con azioni promozionali mirate affinché l’Igp non resti una semplice dicitura, ma diventi uno strumento di crescita economica a beneficio dei produttori e del territorio. Ai consumatori consigliamo sempre di far attenzione nel momento dell’acquisto poiché il rischio può essere quello di portare a tavola castagne straniere, provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e Grecia, considerato che le importazioni nel 2021 sono risultate pari a ben 22,4 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori.  Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. A fronte di questa situazione, il consiglio è quello di acquistare le castagne e i trasformati presso i punti vendita ed i mercati di Campagna Amica diffusi in modo capillare su tutto il nostro territorio».

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Coldiretti Piemonte – castagne: «Buona qualità ma attenzione ai prezzi riconosciuti ai produttori»

Il Piemonte vanta due Igp: la castagna Cuneo ed il marrone della Val Susa

L’autunno richiama alla mente le castagne anche se quest’anno, con il caldo ancora di ottobre, la stagione autunnale sta tardando ad arrivare. La siccità ha influito più sull’area del basso Piemonte, dove si è avuto un lieve calo produttivo rispetto alle ultime annate e buona qualità dei frutti, mentre in Val Susa e nel nord della Regione si è vista una buona produzione, stimata in rialzo del 10% circa, unitamente ad una buona qualità del frutto, grazie anche a tecniche di irrigazione, in Val Susa, consolidate ormai da anni, al di là della siccità che ha colpito quest’estate i territori. E’ quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Piemonte sulla raccolta delle castagne, già protagoniste di vari eventi e sagre su tutto il territorio, a partire dalla 23esima Fiera nazionale del Marrone che si è svolta a Cuneo. In Piemonte sono 12.000 gli ettari di castagneto da frutto coltivati, la produzione è di 140 mila quintali per un fatturato che sfiora i 20 milioni di euro. Un ritorno atteso dopo che in alcune zone era stata rischiata addirittura l’estinzione per la presenza del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) proveniente dalla Cina, che da anni infesta i boschi lungo tutta la Penisola provocando nella piante la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni.

«Le castagne sono di elevata qualità, molto dolci e sane, seppur di una pezzatura, in alcuni, casi, un po’ inferiore rispetto ad altre annate – hanno affermato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. A preoccupare sono i prezzi riconosciuti ai produttori che restano molto bassi non coprendo i costi di produzione mentre i consumatori vedono crescere i prezzi delle castagne al banco. Il Piemonte, oltretutto, vanta due Igp: la castagna Cuneo ed il marrone della Val Susa che vanno sicuramente valorizzate dal mondo commerciale con azioni promozionali mirate affinché l’Igp non resti una semplice dicitura, ma diventi uno strumento di crescita economica a beneficio dei produttori e del territorio. Ai consumatori consigliamo sempre di far attenzione nel momento dell’acquisto poiché il rischio può essere quello di portare a tavola castagne straniere, provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e Grecia, considerato che le importazioni nel 2021 sono risultate pari a ben 22,4 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori.  Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. A fronte di questa situazione, il consiglio è quello di acquistare le castagne e i trasformati presso i punti vendita ed i mercati di Campagna Amica diffusi in modo capillare su tutto il nostro territorio».

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