Coldiretti Piemonte: «Consumi: record per il bio con oltre due milioni di ettari»

In Piemonte sono oltre 50 mila gli ettari ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto colture da foraggio, prati, cereali, frutta e vite.

Supera i 2,1 milioni di ettari la superficie coltivata a biologico in Italia segnando il record storico di sempre con il raddoppio nell’ultimo decennio spinto dai consumi degli italiani sempre più alla ricerca di prodotti naturali e legati ai territori soprattutto dopo il Covid. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Ismea in occasione dell’incontro a Roma per la presentazione del Piano di Azione del biologico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

In Italia l’incidenza dei terreni a bio rispetto al totale è di ben il 17,4% quasi il doppio della media europea (circa 9%) e molto vicino agli obiettivi previsti dalla strategia UE per il cibo “Farm to Fork”, che prevede di portare le superfici bio europee al 25% entro il 2030.

Un successo trainato dalla fiducia dei consumatori con 1 italiano su 5 che consuma regolarmente prodotti bio ed è disposto a pagare anche di più per acquistare un prodotto certificato bio, mentre il 13% dei consumatori è certo che, nel prossimo futuro, aumenterà la spesa per portare in tavola prodotti biologici. La spinta verso il biologico è sostenuta soprattutto da motivi salutistici, ma molto importanti nella scelta di acquisto, il territorio di origine e le garanzie della certificazione.

«Dobbiamo ridare centralità all’agricoltura anche nella filiera del biologico perché rappresenta uno straordinario strumento per lo sviluppo dei nostri territori e, insieme a tutte le iniziative messe in campo da Coldiretti, consente di avvicinare sempre di più i consumatori al mondo agricolo», hanno spiegato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale.

«In Piemonte sono oltre 50 mila gli ettari ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto colture da foraggio, prati, cereali, frutta e vite. Molto richiesto a livello internazionale è il vino biologico piemontese. Sono oltre 3 mila gli operatori certificati biologici tra produttori, trasformatori ed importatori», ha affermato Mauro Musso, componente del Cda di Coldiretti Bio e presidente di Terramica.

«E’ chiara la necessità – hanno proseguito Moncalvo e Rivarossa – di costruire filiere biologiche interamente italiane e di riuscire a comunicare, anche nelle etichette del prodotto biologico, l’origine made in Italy ed in Piemonte della materia prima agricola, come peraltro previsto nella Legge 23 sull’agricoltura biologica, approvata quest’anno in Parlamento e della quale si è in attesa della piena applicazione. L’agricoltura italiana è la più green d’Europa con il taglio record in un decennio del 20% sull’uso dei pesticidi che invece aumentano in Francia, Germania e Austria. Le nostre aziende biologiche rappresentano un pezzo importante del percorso di valorizzazione dell’agricoltura piemontese e costituiscono una vera e propria rete di sostenibilità per il nostro Paese».

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Coldiretti Piemonte: «Consumi: record per il bio con oltre due milioni di ettari»

In Piemonte sono oltre 50 mila gli ettari ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto colture da foraggio, prati, cereali, frutta e vite.

Supera i 2,1 milioni di ettari la superficie coltivata a biologico in Italia segnando il record storico di sempre con il raddoppio nell’ultimo decennio spinto dai consumi degli italiani sempre più alla ricerca di prodotti naturali e legati ai territori soprattutto dopo il Covid. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Ismea in occasione dell’incontro a Roma per la presentazione del Piano di Azione del biologico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

In Italia l’incidenza dei terreni a bio rispetto al totale è di ben il 17,4% quasi il doppio della media europea (circa 9%) e molto vicino agli obiettivi previsti dalla strategia UE per il cibo “Farm to Fork”, che prevede di portare le superfici bio europee al 25% entro il 2030.

Un successo trainato dalla fiducia dei consumatori con 1 italiano su 5 che consuma regolarmente prodotti bio ed è disposto a pagare anche di più per acquistare un prodotto certificato bio, mentre il 13% dei consumatori è certo che, nel prossimo futuro, aumenterà la spesa per portare in tavola prodotti biologici. La spinta verso il biologico è sostenuta soprattutto da motivi salutistici, ma molto importanti nella scelta di acquisto, il territorio di origine e le garanzie della certificazione.

«Dobbiamo ridare centralità all’agricoltura anche nella filiera del biologico perché rappresenta uno straordinario strumento per lo sviluppo dei nostri territori e, insieme a tutte le iniziative messe in campo da Coldiretti, consente di avvicinare sempre di più i consumatori al mondo agricolo», hanno spiegato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale.

«In Piemonte sono oltre 50 mila gli ettari ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto colture da foraggio, prati, cereali, frutta e vite. Molto richiesto a livello internazionale è il vino biologico piemontese. Sono oltre 3 mila gli operatori certificati biologici tra produttori, trasformatori ed importatori», ha affermato Mauro Musso, componente del Cda di Coldiretti Bio e presidente di Terramica.

«E’ chiara la necessità – hanno proseguito Moncalvo e Rivarossa – di costruire filiere biologiche interamente italiane e di riuscire a comunicare, anche nelle etichette del prodotto biologico, l’origine made in Italy ed in Piemonte della materia prima agricola, come peraltro previsto nella Legge 23 sull’agricoltura biologica, approvata quest’anno in Parlamento e della quale si è in attesa della piena applicazione. L’agricoltura italiana è la più green d’Europa con il taglio record in un decennio del 20% sull’uso dei pesticidi che invece aumentano in Francia, Germania e Austria. Le nostre aziende biologiche rappresentano un pezzo importante del percorso di valorizzazione dell’agricoltura piemontese e costituiscono una vera e propria rete di sostenibilità per il nostro Paese».

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