Con l’emergenza aumentano cyberbullismo e violenza on line

«L’emergenza sta confermando tutte le criticità delle relazioni sociali nella dimensione digitale: dalle chiacchiere con gli amici alle prime farfalle nello stomaco, mai come in queste settimane tutto è passato dalla Rete. Una rete a maglie larghe, forse troppo, per limitare i disagi e condizionamenti già imposti dalla reclusione». Le segnalazioni giunte alla Fondazione Carolina mostrano dati decisamente allarmanti: 219 casi di cyberbullismo (145 con vittime ragazzi, 74 con vittime docenti); 23 casi di sexting (condivisione di immagini intime con minori); 11 quelli di revenge porn (condivisione di immagini intime di minori senza autorizzazione) e 25 per gruppi Telegram (gruppi in cui vengono diffuse immagini private di minori).

 

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«Video osceni durante le lezioni online, violenze verbali rivolte ai docenti e studenti connessi in pigiama direttamente dal letto – scrivono in una lettera aperta ai genitori Paolo Picchio, papà di Carolina, la prima vittima italiana di cyberbullismo, e Ivano Zoppi, segretario generale della Fondazione – La privacy della propria cameretta può rivelarsi quel porto franco e sicuro per aderire a gruppi Telegram come “invadiamo video lezioni”, in cui i ragazzi si scambiano i link alle proprie aule virtuali per disturbare insegnanti e compagni. Ben più gravi i “gruppi” che inneggiano allo stupro e al femminicidio, in cui si immagina ogni nefandezza possibile per compiacere il branco, diffondendo con banalità sconvolgente l’odio contro le donne».

«Sexting, adescamento online, ricatti sessuali, cyberbullismo, alienazione, dipendenza da videogame. Nelle ultime settimane abbiamo gestito molti casi, quasi 300 – aggiungono – La sorpresa, anche per il nostro Centro studi, è però legata alla platea delle domande pervenute, che conta molti adulti in difficoltà».

Intanto in Fondazione hanno realizzato la “Guida ai genitori”.  Uno strumento utile per «una comprensione generale dei principali social, dell’età minima per l’iscrizione e delle loro policy, con i relativi rischi ed opportunità. Una panoramica sui principali videogame, ormai quasi tutti online, che tanto mettono a rischio i nostri ragazzi».

 

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Con l’emergenza aumentano cyberbullismo e violenza on line

«L’emergenza sta confermando tutte le criticità delle relazioni sociali nella dimensione digitale: dalle chiacchiere con gli amici alle prime farfalle nello stomaco, mai come in queste settimane tutto è passato dalla Rete. Una rete a maglie larghe, forse troppo, per limitare i disagi e condizionamenti già imposti dalla reclusione». Le segnalazioni giunte alla Fondazione Carolina mostrano dati decisamente allarmanti: 219 casi di cyberbullismo (145 con vittime ragazzi, 74 con vittime docenti); 23 casi di sexting (condivisione di immagini intime con minori); 11 quelli di revenge porn (condivisione di immagini intime di minori senza autorizzazione) e 25 per gruppi Telegram (gruppi in cui vengono diffuse immagini private di minori).

 

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«Video osceni durante le lezioni online, violenze verbali rivolte ai docenti e studenti connessi in pigiama direttamente dal letto – scrivono in una lettera aperta ai genitori Paolo Picchio, papà di Carolina, la prima vittima italiana di cyberbullismo, e Ivano Zoppi, segretario generale della Fondazione – La privacy della propria cameretta può rivelarsi quel porto franco e sicuro per aderire a gruppi Telegram come “invadiamo video lezioni”, in cui i ragazzi si scambiano i link alle proprie aule virtuali per disturbare insegnanti e compagni. Ben più gravi i “gruppi” che inneggiano allo stupro e al femminicidio, in cui si immagina ogni nefandezza possibile per compiacere il branco, diffondendo con banalità sconvolgente l’odio contro le donne».

«Sexting, adescamento online, ricatti sessuali, cyberbullismo, alienazione, dipendenza da videogame. Nelle ultime settimane abbiamo gestito molti casi, quasi 300 – aggiungono – La sorpresa, anche per il nostro Centro studi, è però legata alla platea delle domande pervenute, che conta molti adulti in difficoltà».

Intanto in Fondazione hanno realizzato la “Guida ai genitori”.  Uno strumento utile per «una comprensione generale dei principali social, dell’età minima per l’iscrizione e delle loro policy, con i relativi rischi ed opportunità. Una panoramica sui principali videogame, ormai quasi tutti online, che tanto mettono a rischio i nostri ragazzi».

 

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