Con lo “Tsunami” si raccoglie il plasma per i malati di Covid

Si chiama Tsunami (acronimo di TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2) ed è il protocollo di sperimentazione approvato da Aifa e dall’Istituto superiore di sanità che prevede la cura con il plasma per chi è affetto da Covid prelevato da pazienti guariti.

Lo studio risale alla scorsa primavera, ma ora coinvolge anche l’ospedale di Novara che aderisce al progetto in collaborazione con il laboratorio di virologia e microbiologia dell’ospedale San Matteo di Pavia. «Finora i donatori selezionati sono stai 67 – spiega il dottor Gennaro Mascaro, direttore del Servizio di medicina trasfusionale del Maggiore – 40 dei quali sono stati ritenuti idonei, 5 ancora in fase di valutazione. Non tutti i pazienti guariti che si sottopongono alla donazione risultano, però, validi per essere prelevati: devono, infatti, avere adeguati anticorpi neutralizzanti oltre ad avere avuto una sintomatologia discreta, ricoverati in ospedale o curati a casa, dunque non asintomatici, e con un’età adatta alla donazione che di solito è fino a 60 anni ma si possono anche applicare deroghe».

Anche i pazienti che sono pronti a ricevere il plasma devono avere carattestiche precise: «Sono pazienti ricoverati in terapia semi intensiva – prosegue Mascaro – che presentano criticità fin dall’inizio. L’obiettivo dello studio di Pavia è di trattare 476 pazienti; fino a questo momento sono  stati curati 46 pazienti, 43 ne hanno beneficiato: tra questi uno proveniva dal nostro ospedale».

 

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Con lo “Tsunami” si raccoglie il plasma per i malati di Covid

Si chiama Tsunami (acronimo di TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2) ed è il protocollo di sperimentazione approvato da Aifa e dall’Istituto superiore di sanità che prevede la cura con il plasma per chi è affetto da Covid prelevato da pazienti guariti.

Lo studio risale alla scorsa primavera, ma ora coinvolge anche l’ospedale di Novara che aderisce al progetto in collaborazione con il laboratorio di virologia e microbiologia dell’ospedale San Matteo di Pavia. «Finora i donatori selezionati sono stai 67 – spiega il dottor Gennaro Mascaro, direttore del Servizio di medicina trasfusionale del Maggiore – 40 dei quali sono stati ritenuti idonei, 5 ancora in fase di valutazione. Non tutti i pazienti guariti che si sottopongono alla donazione risultano, però, validi per essere prelevati: devono, infatti, avere adeguati anticorpi neutralizzanti oltre ad avere avuto una sintomatologia discreta, ricoverati in ospedale o curati a casa, dunque non asintomatici, e con un’età adatta alla donazione che di solito è fino a 60 anni ma si possono anche applicare deroghe».

Anche i pazienti che sono pronti a ricevere il plasma devono avere carattestiche precise: «Sono pazienti ricoverati in terapia semi intensiva – prosegue Mascaro – che presentano criticità fin dall’inizio. L’obiettivo dello studio di Pavia è di trattare 476 pazienti; fino a questo momento sono  stati curati 46 pazienti, 43 ne hanno beneficiato: tra questi uno proveniva dal nostro ospedale».

 

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