Confagricoltura Piemonte: «Aumentare produzione cereali in UE»

Dichiarazioni in relazione all’esito delle discussioni svolte ieri al Consiglio Agricoltura della UE sulle conseguenze economiche della guerra in Ucraina

«La richiesta avanzata dalla maggioranza degli Stati membri è assolutamente chiara e motivata. Per scongiurare una crisi alimentare su scala globale e frenare la corsa al rialzo dei prezzi, la UE deve aumentare la produzione interna di cereali, semi oleosi e colture proteiche». E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti (in foto), in relazione all’esito delle discussioni svolte ieri al Consiglio Agricoltura della UE sulle conseguenze economiche della guerra in Ucraina.

«Spetta ora alla Commissione avviare rapidamente le necessarie iniziative legislative – ha aggiunto Giansanti – per dare agli agricoltori un chiaro quadro di riferimento per le scelte colturali. Ogni ritardo sarebbe incomprensibile ed ingiustificato».

La maggioranza dei ministri dell’agricoltura dei 27 Stati membri hanno chiesto, in particolare, di rinviare l’entrata in vigore delle nuove regole sulla rotazione delle colture prevista, a partire dal 1 gennaio 2023, nell’ambito della riforma della politica agricola comune (PAC).

«Di fronte a una situazione eccezionale che in alcuni Paesi può innescare gravi tensioni sociali e politiche, la UE deve valorizzare al massimo il proprio potenziale produttivo – sottolinea il presidente di Confagricoltura -. A tal fine, va anche prorogata la deroga alla messa a riposo dei terreni per aumentare di circa 4 milioni gli ettari disponibili per le semine negli Stati membri».

«L’attenzione della comunità internazionale è concentrata sullo sblocco delle esportazioni di grano ucraino – circa 20 milioni di tonnellate – fermo nei porti sul Mar Nero, ma occorre anche guardare oltre”, rileva Giansanti. “Secondo le stime del ministero dell’agricoltura di Kiev, a causa della guerra, i prossimi raccolti di grano e mais faranno registrare una diminuzione compresa tra il 30 e il 50 per cento. Ecco perché la UE ha, a nostro avviso, l’obbligo di accrescere le proprie produzioni per aumentare l’offerta sui mercati internazionali».

Confagricoltura ricorda che, sulla base dei dati forniti dalla Commissione UE, le esportazioni agroalimentari dell’Ucraina sono ammontate nel 2021 a circa 24 miliardi di euro. Le vendite all’estero di cereali e semi oleosi hanno inciso per l’84% sul totale.

«Negli Stati Uniti – ha concluso il presidente di Confagricoltura- è già stato deciso l’aumento delle produzioni, agevolando il ricorso all’agricoltura di precisione e con la concessione di incentivi ai doppi raccolti».

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Dichiarazioni in relazione all’esito delle discussioni svolte ieri al Consiglio Agricoltura della UE sulle conseguenze economiche della guerra in Ucraina

«La richiesta avanzata dalla maggioranza degli Stati membri è assolutamente chiara e motivata. Per scongiurare una crisi alimentare su scala globale e frenare la corsa al rialzo dei prezzi, la UE deve aumentare la produzione interna di cereali, semi oleosi e colture proteiche». E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti (in foto), in relazione all’esito delle discussioni svolte ieri al Consiglio Agricoltura della UE sulle conseguenze economiche della guerra in Ucraina.

«Spetta ora alla Commissione avviare rapidamente le necessarie iniziative legislative - ha aggiunto Giansanti – per dare agli agricoltori un chiaro quadro di riferimento per le scelte colturali. Ogni ritardo sarebbe incomprensibile ed ingiustificato».

La maggioranza dei ministri dell’agricoltura dei 27 Stati membri hanno chiesto, in particolare, di rinviare l’entrata in vigore delle nuove regole sulla rotazione delle colture prevista, a partire dal 1 gennaio 2023, nell’ambito della riforma della politica agricola comune (PAC).

«Di fronte a una situazione eccezionale che in alcuni Paesi può innescare gravi tensioni sociali e politiche, la UE deve valorizzare al massimo il proprio potenziale produttivo - sottolinea il presidente di Confagricoltura -. A tal fine, va anche prorogata la deroga alla messa a riposo dei terreni per aumentare di circa 4 milioni gli ettari disponibili per le semine negli Stati membri».

«L’attenzione della comunità internazionale è concentrata sullo sblocco delle esportazioni di grano ucraino – circa 20 milioni di tonnellate - fermo nei porti sul Mar Nero, ma occorre anche guardare oltre”, rileva Giansanti. “Secondo le stime del ministero dell’agricoltura di Kiev, a causa della guerra, i prossimi raccolti di grano e mais faranno registrare una diminuzione compresa tra il 30 e il 50 per cento. Ecco perché la UE ha, a nostro avviso, l’obbligo di accrescere le proprie produzioni per aumentare l’offerta sui mercati internazionali».

Confagricoltura ricorda che, sulla base dei dati forniti dalla Commissione UE, le esportazioni agroalimentari dell’Ucraina sono ammontate nel 2021 a circa 24 miliardi di euro. Le vendite all’estero di cereali e semi oleosi hanno inciso per l’84% sul totale.

«Negli Stati Uniti - ha concluso il presidente di Confagricoltura- è già stato deciso l’aumento delle produzioni, agevolando il ricorso all’agricoltura di precisione e con la concessione di incentivi ai doppi raccolti».

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