Confagricoltura Piemonte: «Senza sostegni aziende frutticole a rischio chiusura»

Il gasolio agricolo, rispetto a un anno fa, è passato da 80 centesimi a 1,23 euro, con un aumento del 53,7% 

I prezzi di mercato della frutta non coprono i costi di produzione e il comparto rischia il collasso. Lo denuncia Confagricoltura Piemonte, che illustra i dati di una situazione senza precedenti.    

Il costo di produzione di un chilo di mele elaborato dalla Fondazione Agrion, considerando una produzione di 500 quintali per ettaro, è di 41 centesimi. I costi nella fase di lavorazione, confezionamento e conservazione (vale a dire trasporti, manodopera, energia, imballaggi e manutenzioni), al netto degli ammortamenti, sulla base delle rilevazioni di Assomela – l’associazione dei produttori italiani di mele, che rappresenta circa l’80% della produzione melicola nazionale e il 20% di quella europea – sono di 56 centesimi al chilogrammo (in aumento del 58% rispetto alla campagna precedente).

Sulla base di questi parametri, come ha spiegato il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia «Il costo totale di un chilo di mele franco magazzino è di 97 centesimi; si tratta di un valore inferiore alla quotazione media all’ingrosso di 80 centesimi, riferita a una delle varietà più diffuse, la Golden delicious, rilevata il 18 ottobre al Caat di Grugliasco, il mercato all’ingrosso di Torino».

La situazione – evidenzia in una nota Confagricoltura – allarma i produttori. «Il prezzo delle mele alla produzione, nella maggior parte dei casi, non è ancora stato determinato – ha dichiarato Enrico Allasia – e ora, visto l’andamento del mercato all’ingrosso, c’è il timore che a pagare il rincaro dei costi siano i produttori che rappresentano l’anello più debole della filiera».

Produrre mele quest’anno è stato particolarmente oneroso.

Come evidenzia Confagricoltura Piemonte la siccità e l’aumento dei costi energetici hanno inciso fortemente sui conti delle imprese frutticole, che tra l’altro aspettano ancora la liquidazione per i danni da gelo subiti l’anno scorso. «Il gasolio agricolo, rispetto a un anno fa, è passato da 80 centesimi a 1,23 euro, con un aumento del 53,7% – ha chiarito ancora Enrico Allasia – e nello stesso periodo il concime complesso con titolazione 15-15-15 è passato da 670 a 900 euro a tonnellata, con un rincaro del 34%. Per l’energia elettrica l’aumento è da vertigini: ad agosto 2021 eravamo a 21 centesimi al kw/e, mentre ora il prezzo applicato è di 65 centesimi, con un rincaro del 310%. Le imprese hanno fatto sacrifici enormi e sono in difficoltà».

Confagricoltura Piemonte chiede alle istituzioni interventi strutturali. «Servono aiuti per i maggiori costi produttivi e una moratoria su mutui e prestiti – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Piemonte – raccordando gli interventi a livello europeo, nazionale e regionale: siamo di fronte a un’emergenza che alimenta dinamiche di mercato sulle quali i produttori agricoli non riescono a incidere. Bisogna fare in fretta – ha concluso Enrico Allasia – per evitare che si metta a repentaglio la sopravvivenza di un patrimonio strategico per la nostra economia; ci riferiamo a 8.000 aziende agricole, concentrate per la maggior parte nel distretto del Saluzzese, per una superficie coltivata di circa 18.500 ettari, in grado di generare un fatturato di oltre 500 milioni di euro tra frutta fresca e industria di trasformazione».

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Il gasolio agricolo, rispetto a un anno fa, è passato da 80 centesimi a 1,23 euro, con un aumento del 53,7% 

I prezzi di mercato della frutta non coprono i costi di produzione e il comparto rischia il collasso. Lo denuncia Confagricoltura Piemonte, che illustra i dati di una situazione senza precedenti.    

Il costo di produzione di un chilo di mele elaborato dalla Fondazione Agrion, considerando una produzione di 500 quintali per ettaro, è di 41 centesimi. I costi nella fase di lavorazione, confezionamento e conservazione (vale a dire trasporti, manodopera, energia, imballaggi e manutenzioni), al netto degli ammortamenti, sulla base delle rilevazioni di Assomela – l’associazione dei produttori italiani di mele, che rappresenta circa l’80% della produzione melicola nazionale e il 20% di quella europea – sono di 56 centesimi al chilogrammo (in aumento del 58% rispetto alla campagna precedente).

Sulla base di questi parametri, come ha spiegato il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia «Il costo totale di un chilo di mele franco magazzino è di 97 centesimi; si tratta di un valore inferiore alla quotazione media all’ingrosso di 80 centesimi, riferita a una delle varietà più diffuse, la Golden delicious, rilevata il 18 ottobre al Caat di Grugliasco, il mercato all’ingrosso di Torino».

La situazione – evidenzia in una nota Confagricoltura – allarma i produttori. «Il prezzo delle mele alla produzione, nella maggior parte dei casi, non è ancora stato determinato – ha dichiarato Enrico Allasia – e ora, visto l’andamento del mercato all’ingrosso, c’è il timore che a pagare il rincaro dei costi siano i produttori che rappresentano l’anello più debole della filiera».

Produrre mele quest’anno è stato particolarmente oneroso.

Come evidenzia Confagricoltura Piemonte la siccità e l’aumento dei costi energetici hanno inciso fortemente sui conti delle imprese frutticole, che tra l’altro aspettano ancora la liquidazione per i danni da gelo subiti l’anno scorso. «Il gasolio agricolo, rispetto a un anno fa, è passato da 80 centesimi a 1,23 euro, con un aumento del 53,7% – ha chiarito ancora Enrico Allasia – e nello stesso periodo il concime complesso con titolazione 15-15-15 è passato da 670 a 900 euro a tonnellata, con un rincaro del 34%. Per l’energia elettrica l’aumento è da vertigini: ad agosto 2021 eravamo a 21 centesimi al kw/e, mentre ora il prezzo applicato è di 65 centesimi, con un rincaro del 310%. Le imprese hanno fatto sacrifici enormi e sono in difficoltà».

Confagricoltura Piemonte chiede alle istituzioni interventi strutturali. «Servono aiuti per i maggiori costi produttivi e una moratoria su mutui e prestiti – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Piemonte – raccordando gli interventi a livello europeo, nazionale e regionale: siamo di fronte a un’emergenza che alimenta dinamiche di mercato sulle quali i produttori agricoli non riescono a incidere. Bisogna fare in fretta – ha concluso Enrico Allasia – per evitare che si metta a repentaglio la sopravvivenza di un patrimonio strategico per la nostra economia; ci riferiamo a 8.000 aziende agricole, concentrate per la maggior parte nel distretto del Saluzzese, per una superficie coltivata di circa 18.500 ettari, in grado di generare un fatturato di oltre 500 milioni di euro tra frutta fresca e industria di trasformazione».

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