L’intitolazione di una strada o di un luogo della città a Lidia Menapace, la partigiana e attivista scomparsa a Bolzano il 7 dicembre, ha fatto registrare un principio di “divisione” nella maggioranza del consiglio comunale, tanto che è stato necessario un arguto intervento del sindaco Alessandro Canelli per attuare una ricucitura.
Tutto ha preso piede durante la seduta online di lunedì 28 dicembre, in occasione di un ordine del giorno presentato dal Pd con il quale si chiedeva di ricordare Lidia Menapace dedicandole una strada o un luogo, sollecitando la Commissione toponomastica ad anticipare un iter che prevederebbe che trascorrano dieci anni dalla morte del soggetto prima di procedere a un simile riconoscimento.
«Oltre al ruolo ricoperto di staffetta partigiana senza mai aver imbracciato un’arma – ha ricordato la consigliera “dem” Emanuela Allegra – Lidia Menacpace va ricordata per il suo impegno di pacifista e per i diritti delle donne». Sul fronte opposto Ivan De Grandis (Fratelli d’Italia) non si è trovato d’accordo: «Massimo rispetto, però Lidia Menapce si è battuta per cause come divorzio e aborto sulle quali non mi trovo favorevole».
A sbloccare la situazione ci ha pensato, come sempre, il sindaco Alessandro Canelli: «Ho conosciuto Lidia Menapace in consiglio provinciale. Una novarese che ha sostenuto tante nobili battaglie. Io sono il sindaco della città di Novara e devo rappresentare tutti. Per quanto mi riguarda non c’é nessun problema affinché il consiglio comunale esprima la volontà di andare in questa direzione. Io voterò favorevolmente, ma non obbligo la mia maggioranza a fare altrettanto compattamente».
«Ringrazio il sindaco perché dimostra intelligenza, un senso pieno della storia e della democrazia – ha detto ancora Allegra – E’ chiaro che anche noi del Pd possiamo essere d’accordo su tutte le battaglie che Lidia Menapace ha portato avanti, ma l’arte della politica è quella di trovare una sintesi. Mi rendo conto che per quanto riguarda l’iter burocratico stiamo forse facendo dei “salti” in avanti, ma ricordo che per altre persone che pure hanno dato il loro contributo alla città di Novara ci sono dei precedenti».
«Mi stupisce che si facciano dei distinguo su un tena come questo – ha aggiunto l’altra esponente “dem” Sara Paladini – Quella di Menapace è una figuara che deve essere ricordata trasversalmente, a prescindere da quello che è successo nel prosieguo della sua vita. E’ oggettivo che il suo agire consente a tutti noi oggi di essere liberi. Di fronte a una figura di questo genere non ci devono essere colori politici».
Al momento dell’appello nominale l’ordine del giorno ha raccolto 19 voti favorevoli (Allegra, Fonzo, Paladini, Pirovano e Zampogna del Pd; Iacopino e Macarro del Movimento 5 Stelle; il sindaco Canelli, Collodel, Colombo, Foti, Freguglia, Gagliardi, Lanzo, Murante, Nieddu, Ongari, Pasquini e Ricca della maggioranza). Nove le astensioni (Tredanari, De Grandis, Contartese e Nieli del gruppo di Fratelli d’Italia e Gavioli, Mattiuz, Ticozzi, Strozzi e Valotti per il resto della maggioranza).
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Grazie sincero al Sindaco Alessandro Canelli per la sensibilità istituzionale dimostrata in questa occasione. Peccato che la la Giunta non abbia dimostrata la stessa sensibilità.