Crollo di abitanti, nati e matrimoni; record di morti. Drammatico 2020: Novara peggio che in Italia

Crollo di popolazione, nascite e matrimoni, record di morti da oltre 70 anni, saldo naturale negativo come non accadeva dal 1918, l’anno dell’epidemia di “spagnola”. L’Istat racconta con i numeri la crisi demografica italiana accentuata dalla pandemia e il territorio novarese non ne è esente, anzi il quadro è percentualmente peggiore della media nazionale.

La popolazione residente della Provincia di Novara al 31 dicembre scorso è scesa a 362.199 abitanti, 2.781 in meno rispetto all’inizio dell’anno, e già questo calo è percentualmente maggiore di quello nazionale (-0,8% contro -0,6%). In parallelo con i dati nazionali il 2020 registra un minimo storico nelle nascite, 2.400 (-5,3% sull’anno prima, -3,8% in Italia), un massimo storico dal dopoguerra dei decessi, 5.209 (+24,1% sull’anno prima, +17,6% in Italia) e quasi dimezzato il numero dei matrimoni celebrati: 658, il 72% in meno sul 2019 (in Italia -48%), con un crollo di quelli religiosi (-165%). Registrata anche una riduzione dei movimenti migratori (il saldo locale è di sole 28 persone).

I numeri emergono dal bilancio demografico 2020 pubblicato nei giorni scorsi dall’Istat insieme al report sulla Dinamica demografica durante la pandemia Covid 19, in cui l’istituto di statistica evidenzia come l’epidemia abbia accentuato la crisi demografica.

«In Italia la popolazione residente è inferiore di quasi 384 mila unità rispetto all’inizio dell’anno, come se fosse sparita una città grande quanto Firenze» spiega l’Istat, sottolineando la «drammatica portata» della perdita di popolazione nel Nord Ovest. Facendo un parallelo con la nostra provincia è come se fosse sparito un paese popoloso quanto Suno o quanto Briga Novarese.

IL RECORD DI DECESSI

Il dato più eclatante è quello doloroso delle persone morte che ha cambiato il quadro demografico del Paese (a livello nazionale l’Istat ne conta 746.146, «il numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra»). In Provincia lo scorso anno i decessi sono stati 5.209 (2.451 maschi e 2.758 femmine), mentre nel 2019 furono 4.198 e la media dei cinque anni precedenti è di 4.206. Il che significa che oltre mille novaresi (1.003 sulla media) nell’intero anno, il 23,8% sono morti in più di quanto ci si potesse attendere. Ma il dato finale relativo al solo periodo di pandemia (dieci mesi da marzo a dicembre) indica in 1.078 i morti in più sulla media dei cinque anni precedenti, mentre le statistiche dell’Istituto Superiore di Sanità contano nel Novarese 642 decessi di persone positive al Covid. C’è una differenza di 436 novaresi morti: un “mistero” – come lo ha definito il Corriere della Sera ricordando gli oltre 30mila decessi in più non attribuiti al Covid in tutta Italia – del quale dovremo ancora spiegarci che cosa sia successo: se siano stati anch’essi vittime del Covid senza aver avuto una diagnosi o se abbia influito il sistema sanitario andato in affanno con la pandemia e non più in grado di curare altre gravi patologie come prima.

La triste contabilità dei decessi in tempo di pandemia mostra un’incidenza particolare fra le persone più anziane, anche nel Novarese: il 91,1% di ultrasessantacinquenni contro la media precedente dell’89,6%, per un totale di 1.033 morti in più, cioè 128 con età tra 65 e 74 anni, 284 nella fascia 75-84 e ben 621 con 85 anni e più.

CROLLO DELLE NASCITE E SALDO NATURALE SECONDO SOLO AL 1918

Accanto all’elevato numero di decessi anche il nuovo record di poche nascite: in Italia 404mila, che amplia il deficit italiano di “sostituzione naturale”, cioè il divario tra nati e morti che ha raggiunto -342 mila unità, «valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila) – spiega l’Istat – quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni dei decessi registrati in quell’anno». Rispetto al 2019 in Italia ci sono quasi 16mila nati in meno (-3,8%).

Nel Novarese la cicogna ha viaggiato molto meno: sono 2.400 i nuovi bambini del 2020 (1.256 maschi e 1.144 femmine), il 5,3% in meno del 2019, che portano il saldo naturale a -2.809; ciò significa che i nati sono meno della metà dei morti (46,1%, ma in Piemonte 41%) mentre in Italia sono il 54,2%. Nel 2019 nel Novarese nacquero 2.535 bambini a fronte di 4.198 morti (il rapporto fu del 60,3%) con un saldo naturale di -1.663 unità. La media 2015-19 è di 2.208 nati e 4.168 morti all’anno con un saldo di -1.480.

Tra le città con oltre 10mila abitanti in Provincia, il peggior saldo naturale è di Arona (77 nati, pari al 36% dei 215 morti), il migliore è di Trecate (190 nati, pari al 73% dei 261 morti). Novara (716 nati e 1.358 morti è nella media provinciale).

MOVIMENTI MIGRATORI, MENO STRANIERI

Tutto il 2020 è stato caratterizzato in Italia da un forte calo di iscrizioni di cittadini stranieri, in particolare durante il lockdown per la prima ondata (marzo-maggio) e da uno slancio di partenze. Le migrazioni internazionali segnalano 220.533 nuovi arrivi (numero in calo già iniziato nel 2019) e 141.900 cancellazioni.

Il dato provinciale è sul totale delle registrazioni anagrafiche con 12.224 iscritti e 12.196 cancellati (saldo +28, determinato da +116 femmine e un calo di 88 maschi). Tra le città con oltre 10mila abitanti in Provincia, mostrano un saldo migratorio negativo Novara (-549), Trecate (-106) e Cameri (-20).

CROLLO DI MATRIMOINI, IN PARTICOLARE RELIGIOSI

L’anno della pandemia ha visto ridursi drasticamente anche i matrimoni e le unioni civili, a partire da marzo. In Italia sono stati celebrati 96.687 matrimoni (il 47,5% dell’anno prima) con una riduzione accentuata di quelli religiosi (-68%) rispetto a quelli civili (-29%) in calo soprattutto durante la “prima ondata” e una ripresa da ottobre. Le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono state 1.527 (-33,5% sul 2019).

Nel Novarese lo scorso anno i matrimoni sono stati 658 (132 religiosi, 526 civili) cioè il 72% in meno dei 1.131 dell’anno prima suddivisi fra 350 religiosi (-165% sul 2020) e 781 civili (-49%). La tendenza a sposarsi si mostra comunque il calo: i matrimoni del 2018 furono 1.173 (il 35% religiosi), nel 2017 furono 1.142, nel 2016 furono 1.261 e nel 2015 furono 1.275 (il 41% religiosi).

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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  1. “Nel Novarese lo scorso anno i matrimoni sono stati 658 (132 religiosi, 526 civili) cioè il 72% in meno dei 1.131 dell’anno prima suddivisi fra 350 religiosi (-165% sul 2020) e 781 civili (-49%).”
    Calcoli un po’ a caso, su numeri (forse) corretti: come è possibile ottenere una riduzione del 165%? Zero celebrati, e poi annullare il 65% di quelli dell’anno precedente?

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Crollo di abitanti, nati e matrimoni; record di morti. Drammatico 2020: Novara peggio che in Italia

Crollo di popolazione, nascite e matrimoni, record di morti da oltre 70 anni, saldo naturale negativo come non accadeva dal 1918, l’anno dell’epidemia di “spagnola”. L’Istat racconta con i numeri la crisi demografica italiana accentuata dalla pandemia e il territorio novarese non ne è esente, anzi il quadro è percentualmente peggiore della media nazionale.

La popolazione residente della Provincia di Novara al 31 dicembre scorso è scesa a 362.199 abitanti, 2.781 in meno rispetto all’inizio dell’anno, e già questo calo è percentualmente maggiore di quello nazionale (-0,8% contro -0,6%). In parallelo con i dati nazionali il 2020 registra un minimo storico nelle nascite, 2.400 (-5,3% sull’anno prima, -3,8% in Italia), un massimo storico dal dopoguerra dei decessi, 5.209 (+24,1% sull’anno prima, +17,6% in Italia) e quasi dimezzato il numero dei matrimoni celebrati: 658, il 72% in meno sul 2019 (in Italia -48%), con un crollo di quelli religiosi (-165%). Registrata anche una riduzione dei movimenti migratori (il saldo locale è di sole 28 persone).

I numeri emergono dal bilancio demografico 2020 pubblicato nei giorni scorsi dall’Istat insieme al report sulla Dinamica demografica durante la pandemia Covid 19, in cui l’istituto di statistica evidenzia come l’epidemia abbia accentuato la crisi demografica.

«In Italia la popolazione residente è inferiore di quasi 384 mila unità rispetto all’inizio dell’anno, come se fosse sparita una città grande quanto Firenze» spiega l’Istat, sottolineando la «drammatica portata» della perdita di popolazione nel Nord Ovest. Facendo un parallelo con la nostra provincia è come se fosse sparito un paese popoloso quanto Suno o quanto Briga Novarese.

IL RECORD DI DECESSI

Il dato più eclatante è quello doloroso delle persone morte che ha cambiato il quadro demografico del Paese (a livello nazionale l’Istat ne conta 746.146, «il numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra»). In Provincia lo scorso anno i decessi sono stati 5.209 (2.451 maschi e 2.758 femmine), mentre nel 2019 furono 4.198 e la media dei cinque anni precedenti è di 4.206. Il che significa che oltre mille novaresi (1.003 sulla media) nell’intero anno, il 23,8% sono morti in più di quanto ci si potesse attendere. Ma il dato finale relativo al solo periodo di pandemia (dieci mesi da marzo a dicembre) indica in 1.078 i morti in più sulla media dei cinque anni precedenti, mentre le statistiche dell’Istituto Superiore di Sanità contano nel Novarese 642 decessi di persone positive al Covid. C’è una differenza di 436 novaresi morti: un “mistero” – come lo ha definito il Corriere della Sera ricordando gli oltre 30mila decessi in più non attribuiti al Covid in tutta Italia – del quale dovremo ancora spiegarci che cosa sia successo: se siano stati anch’essi vittime del Covid senza aver avuto una diagnosi o se abbia influito il sistema sanitario andato in affanno con la pandemia e non più in grado di curare altre gravi patologie come prima.

La triste contabilità dei decessi in tempo di pandemia mostra un’incidenza particolare fra le persone più anziane, anche nel Novarese: il 91,1% di ultrasessantacinquenni contro la media precedente dell’89,6%, per un totale di 1.033 morti in più, cioè 128 con età tra 65 e 74 anni, 284 nella fascia 75-84 e ben 621 con 85 anni e più.

CROLLO DELLE NASCITE E SALDO NATURALE SECONDO SOLO AL 1918

Accanto all’elevato numero di decessi anche il nuovo record di poche nascite: in Italia 404mila, che amplia il deficit italiano di “sostituzione naturale”, cioè il divario tra nati e morti che ha raggiunto -342 mila unità, «valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila) – spiega l’Istat – quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni dei decessi registrati in quell’anno». Rispetto al 2019 in Italia ci sono quasi 16mila nati in meno (-3,8%).

Nel Novarese la cicogna ha viaggiato molto meno: sono 2.400 i nuovi bambini del 2020 (1.256 maschi e 1.144 femmine), il 5,3% in meno del 2019, che portano il saldo naturale a -2.809; ciò significa che i nati sono meno della metà dei morti (46,1%, ma in Piemonte 41%) mentre in Italia sono il 54,2%. Nel 2019 nel Novarese nacquero 2.535 bambini a fronte di 4.198 morti (il rapporto fu del 60,3%) con un saldo naturale di -1.663 unità. La media 2015-19 è di 2.208 nati e 4.168 morti all’anno con un saldo di -1.480.

Tra le città con oltre 10mila abitanti in Provincia, il peggior saldo naturale è di Arona (77 nati, pari al 36% dei 215 morti), il migliore è di Trecate (190 nati, pari al 73% dei 261 morti). Novara (716 nati e 1.358 morti è nella media provinciale).

MOVIMENTI MIGRATORI, MENO STRANIERI

Tutto il 2020 è stato caratterizzato in Italia da un forte calo di iscrizioni di cittadini stranieri, in particolare durante il lockdown per la prima ondata (marzo-maggio) e da uno slancio di partenze. Le migrazioni internazionali segnalano 220.533 nuovi arrivi (numero in calo già iniziato nel 2019) e 141.900 cancellazioni.

Il dato provinciale è sul totale delle registrazioni anagrafiche con 12.224 iscritti e 12.196 cancellati (saldo +28, determinato da +116 femmine e un calo di 88 maschi). Tra le città con oltre 10mila abitanti in Provincia, mostrano un saldo migratorio negativo Novara (-549), Trecate (-106) e Cameri (-20).

CROLLO DI MATRIMOINI, IN PARTICOLARE RELIGIOSI

L’anno della pandemia ha visto ridursi drasticamente anche i matrimoni e le unioni civili, a partire da marzo. In Italia sono stati celebrati 96.687 matrimoni (il 47,5% dell’anno prima) con una riduzione accentuata di quelli religiosi (-68%) rispetto a quelli civili (-29%) in calo soprattutto durante la “prima ondata” e una ripresa da ottobre. Le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono state 1.527 (-33,5% sul 2019).

Nel Novarese lo scorso anno i matrimoni sono stati 658 (132 religiosi, 526 civili) cioè il 72% in meno dei 1.131 dell’anno prima suddivisi fra 350 religiosi (-165% sul 2020) e 781 civili (-49%). La tendenza a sposarsi si mostra comunque il calo: i matrimoni del 2018 furono 1.173 (il 35% religiosi), nel 2017 furono 1.142, nel 2016 furono 1.261 e nel 2015 furono 1.275 (il 41% religiosi).

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.