Cyberbullismo, in Piemonte fenomeno in calo

Insidie dietro la tastiera, ovvero quando i minori diventano vittime di reati che, raggruppati sotto il generico termine di cyberbullismo, vanno dallo stalking alle minacce, dalla diffamazione alle molestie per approdare a reati dall’impatto ben più pesante quali il furto di identità sui social, la diffusione di materiale pedopornografico per finire con la sextorsion, il cosiddetto ricatto a luci rosse. Il fenomeno, nonostante le numerose campagne di informazione, è ben lungi dall’essere sconfitto: i minori che ogni anno cadono vittime della “rete” è ancora elevato, anche se, notizia positiva, in Piemonte e Valle d’Aosta il dato è in controtendenza.

 

 

In Italia nel 2017, complessivamente, sono stati 358 i minori che hanno denunciato di essere vittime dei reati in rete; 388 nel 2018 e 460 l’anno scorso. Più colpiti i ragazzi con età tra i 14 e i 17 anni, ma deve far riflettere il dato che riguarda i bambini: nel 2019 sono state 52 le vittime con età inferiore ai 9 anni.

I reati più frequenti, e in continuo aumento, tra quelli denunciati, risultano essere la diffamazione, le ingiurie e le molestie, il furto di identità sui social e la diffusione di materiale pedopornografico. Per quanto riguarda Piemonte e Valle d’Aosta (i dati sono riferiti globalmente al compartimento di pertinenza della Polizia postale) 24 minori che hanno denunciato di aver subito reati nel 2017, scesi a 13 l’anno successivo e 6 nel 2019. Purtroppo anche in questo secondo caso il furto di identità e la diffusione del materiale pedopornografico sono i reati maggiormente denunciati.

«Ci piace immaginare che il dato in controtendenza – commenta Domenico Rossi, consigliere regionale del Pd – sia dovuto al fatto che in Piemonte si siano concentrate molte iniziative per la prevenzione e il contrasto al fenomeno. Penso all’azione della Fondazione dedicata a Carolina Picchio e di tante altre realtà che operano al fianco dei ragazzi, all’impegno della senatrice Ferrara che ha promosso la prima legge nazionale, e la legge regionale di cui sono stato il primo firmatario, approvata ad inizio 2018. Il Piemonte può definirsi una Regione all’avanguardia nazionale su questo delicato tema, per questo è fondamentale che l’attuale governo regionale mantenga la linea fino ad ora tracciata: occorre un forte investimento in questo senso con l’attivazione del tavolo tecnico in Giunta per l’attuazione della legge, che deve avvalersi del supporto di ulteriori enti come il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il tribunale dei minori, il Corecom; il potenziamento del patentino, uno degli strumenti fondamentali per l’applicazione della legge, e che promuove percorsi formativi  per l’uso responsabile del web  e dei social network e progetti volti a sostenere lo sviluppo di una piena cittadinanza digitale; degli ambulatori dedicati come centri specializzati nella cura dei disturbi derivanti dal bullismo e dal cyberbullismo. Per verificare lo stato della legge ho  richiesto un’informativa in commissione, l’occasione per ricevere informazioni puntuali e indicazioni per il futuro. Se vogliamo essere incisivi su questo fenomeno è tempo di dare ancora maggiore incisività alla legge».

Domani, martedì 11 febbraio, in tutta Italia si celebra il “Safer Internet Day”, la giornata mondiale della sicurezza informatica, con una serie di workshop e dibattiti organizzati dalla Polizia Postale in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e incontri nelle scuole di 100 capoluoghi d’Italia.

A Novara gli incontri si terranno alla scuola Sacro Cuore nelle sedi Maria Ausiliatrice e Sacro Cuore dove, gli agenti della polizia postale incontreranno gli allievi di cinque classi della primaria per parlare dei rischi della rete e sul tema del cyberbullismo.

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Cyberbullismo, in Piemonte fenomeno in calo

Insidie dietro la tastiera, ovvero quando i minori diventano vittime di reati che, raggruppati sotto il generico termine di cyberbullismo, vanno dallo stalking alle minacce, dalla diffamazione alle molestie per approdare a reati dall’impatto ben più pesante quali il furto di identità sui social, la diffusione di materiale pedopornografico per finire con la sextorsion, il cosiddetto ricatto a luci rosse. Il fenomeno, nonostante le numerose campagne di informazione, è ben lungi dall’essere sconfitto: i minori che ogni anno cadono vittime della “rete” è ancora elevato, anche se, notizia positiva, in Piemonte e Valle d’Aosta il dato è in controtendenza.

 

 

In Italia nel 2017, complessivamente, sono stati 358 i minori che hanno denunciato di essere vittime dei reati in rete; 388 nel 2018 e 460 l’anno scorso. Più colpiti i ragazzi con età tra i 14 e i 17 anni, ma deve far riflettere il dato che riguarda i bambini: nel 2019 sono state 52 le vittime con età inferiore ai 9 anni.

I reati più frequenti, e in continuo aumento, tra quelli denunciati, risultano essere la diffamazione, le ingiurie e le molestie, il furto di identità sui social e la diffusione di materiale pedopornografico. Per quanto riguarda Piemonte e Valle d’Aosta (i dati sono riferiti globalmente al compartimento di pertinenza della Polizia postale) 24 minori che hanno denunciato di aver subito reati nel 2017, scesi a 13 l’anno successivo e 6 nel 2019. Purtroppo anche in questo secondo caso il furto di identità e la diffusione del materiale pedopornografico sono i reati maggiormente denunciati.

«Ci piace immaginare che il dato in controtendenza – commenta Domenico Rossi, consigliere regionale del Pd – sia dovuto al fatto che in Piemonte si siano concentrate molte iniziative per la prevenzione e il contrasto al fenomeno. Penso all’azione della Fondazione dedicata a Carolina Picchio e di tante altre realtà che operano al fianco dei ragazzi, all’impegno della senatrice Ferrara che ha promosso la prima legge nazionale, e la legge regionale di cui sono stato il primo firmatario, approvata ad inizio 2018. Il Piemonte può definirsi una Regione all’avanguardia nazionale su questo delicato tema, per questo è fondamentale che l’attuale governo regionale mantenga la linea fino ad ora tracciata: occorre un forte investimento in questo senso con l’attivazione del tavolo tecnico in Giunta per l’attuazione della legge, che deve avvalersi del supporto di ulteriori enti come il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il tribunale dei minori, il Corecom; il potenziamento del patentino, uno degli strumenti fondamentali per l’applicazione della legge, e che promuove percorsi formativi  per l’uso responsabile del web  e dei social network e progetti volti a sostenere lo sviluppo di una piena cittadinanza digitale; degli ambulatori dedicati come centri specializzati nella cura dei disturbi derivanti dal bullismo e dal cyberbullismo. Per verificare lo stato della legge ho  richiesto un’informativa in commissione, l’occasione per ricevere informazioni puntuali e indicazioni per il futuro. Se vogliamo essere incisivi su questo fenomeno è tempo di dare ancora maggiore incisività alla legge».

Domani, martedì 11 febbraio, in tutta Italia si celebra il “Safer Internet Day”, la giornata mondiale della sicurezza informatica, con una serie di workshop e dibattiti organizzati dalla Polizia Postale in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e incontri nelle scuole di 100 capoluoghi d’Italia.

A Novara gli incontri si terranno alla scuola Sacro Cuore nelle sedi Maria Ausiliatrice e Sacro Cuore dove, gli agenti della polizia postale incontreranno gli allievi di cinque classi della primaria per parlare dei rischi della rete e sul tema del cyberbullismo.

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