Nell’estate di trent’anni fa, per la precisione il 7 luglio 1992, veniva a mancare Dante Graziosi. Medico veterinario, poi partigiano e politico nelle fila della locale Democrazia cristiana che lo portarono per quattro legislature a Montecitorio, avendo modo di ricoprire anche incarichi di governo e di parlamentare europeo, infine apprezzato scrittore, o forse meglio “cantore” di quei luoghi e di quei personaggi della Bassa a lui tanto cari. La sua figura, anzi, le sue “tre figure” che ne hanno caratterizzato l’impegno, sono state rievocate questa mattina, sabato 18 giugno, con un convegno promosso dall’Ordine dei medici veterinari della provincia di Novara e tenutosi nell’Arengo del Broletto.
Dante Graziosi, veterinario e politico per vocazione, scrittore per passione della propria terra e quindi anche testimone dei valori e delle memorie contadine. «Un personaggio poliedrico», ha detto aprendo i lavori Fabrizia Canepa, presidente dell’Ordine locale dei medici veterinari, al quale molti si considerano affini, a cominciare dall’ex parlamentare Gianni Mancuso, anche lui divisosi fra la professione e l’attività politica: «Una figura che ho voluto approfondire in questi anni. Deputato in quattro legislature “piene” nel corso delle quali ha ricoperto anche l’incarico di sottosegretario alla Sanità prima e al Commercio estero poi, prima di essere nominato europarlamentare dal 1959 al ’66 (l’elezione diretta dei rappresentanti a Bruxelles si ebbe a partire dal 1979, ndr), Graziosi non rinunciò tuttavia all’impegno primario di deputato, tanto che fu autore di qualcosa come 120 progetti di legge negli ambiti di sua competenza».
Fra gli altri interventi, significativo quello offerto da Roberto Cicala della casa editrice novarese Interlinea. Quella dedicata alla letteratura è la “terza vita” di Dante Graziosi, comunque concatenata con le precedenti: dagli inizi con “La terra degli aironi” a “Una Topolino amaranto”, racconti quasi autobiografici che gli valsero il Premio Bancarella e uno sceneggiato televisivo realizzato dalla Rai.
Cicala ha ricordato inoltre come a Graziosi è stato dedicato il Premio Terra degli aironi, promosso dal Centro novarese di studi letterari, e ispirato alla sua prima opera nella quale viene descritto il tramonto di una certa civiltà contadina alla quale l’autore era profondamente legato. E ancora Nando dell’Andromeda, altro racconto portato in questo caso sul grande schermo dal regista novarese Vanni Vallino.
Fin qui un Graziosi “pubblico”, Una piccola, intima testimonianza del personaggio in versione domestica è stata offerta dalla nipote Valentina, già assessore e oggi consigliera comunale nel capoluogo: «Mio nonno ha fatto tante cose in una vita sola che quasi sembra impossibile; oggi è sicuramente più difficile, con ritmi più frenetici. E’ bello vedere che a trent’anni dalla sua morte ci siano ancora tante persone a ricordarlo. Come un cerchio della memoria, riuscire a ricordare le cose che sono state fatte e cosa siamo stati ci aiuta capire cosa siamo oggi per essere forse migliori un domani».