Da Roma a Torino la “voce” del centro – destra sul “decreto CuraItalia” è unita. Gli interventi previsti sono insufficienti e interi settori sarebbero stati dimenticati.
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A questo coro si è unita l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte Vittoria Poggio, che ha sottolineato come il testo licenziato da Palazzo Chigi «ci lascia molto perplessi». L’esponente della Giunta guidata da Alberto Cirio ha elencato una lunga serie di comparti come quello della moda, della gioielleria, ma anche i fioristi, le cartolibrerie…»., evidenziando inoltre di essere vicina a tutte quelle attività che «possono stare aperte, con tutti i rischi e le preoccupazioni del caso, per garantire la saluta propria e dei propri dipendenti, al fine di rendere servizi di prima necessità, che certamente vedono drasticamente ridotti i loro fatturati e che sono, anch’esse, escluse da alcune importanti misure di sostegno».
Per sostenere tutti questi settori in difficoltà, che potrebbero arrivare ad accusare una perdita superiore ai cinque miliardi di euro, secondo Poggi servirebbero «eccezionali misure per la “Quarantena commerciale”». Da qui la richiesta che «nel corso dell’iter parlamentare per la conversione in legge del decreto tutti questi importantissimi settori siano ricompresi tra quelli inclusi del provvedimento, con il riconoscimento ufficiale di essere considerati tra i maggiormente colpiti dalla crisi. Sono settori – ha concluso – che meritano attenzione, perché rappresentano uno dei traini della nostra economia e del nostro made in Italy».