DemoS: «L’ascolto come arma per combattere il disagio giovanile»

Nella sala comitato di quartiere San Rocco, largo Cantore si è tenuto il convegno “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”

«Ascoltare per entrare in profondità nella comprensione delle problematiche giovanili». Con queste parole sabato 2 dicembre alle 9.30 nella sala comitato di quartiere San Rocco, largo Cantore il segretario provinciale di DemoS Novara, Piergiacomo Baroni ha aperto il convegno “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” un incontro sul disagio giovanile proposto da DemoS Novara. L’intento dell’assemblea? Sensibilizzare la comunità su un tema delicato e attuale come quello del tormento esistenziale giovanile.

«Affrontiamo il disagio giovanile – ha spiegato il segretario – un fenomeno complesso, che coinvolge molti e che comprende tante realtà, tante espressioni di difficoltà, problemi, fragilità. Un disagio che ha aspetti sanitari come i disturbi dell’alimentazione (anoressia, bulimia), psicologici fino alla malattia mentale. Disagio che si esprime in ambito scolastico con disturbi dell’apprendimento, e poi forme di violenza agita e subita, gli episodi di autolesionismo, di bullismo, la violenza delle bande. E poi tutto il mondo dei social che purtroppo può diventare luogo virtuale in cui cresce e si alimenta il disagio».

«Oggi vogliamo provare ad entrare più in profondità nella comprensione della condizione giovanile – ha proseguito il segretario – convinti come abbiamo scritto nel titolo di questo incontro che “Per crescere un bambino serve un intero villaggio”. E nel villaggio globale che è il mondo, che sono le nostre città, c’è bisogno di tutti. Perché tutti possono essere causa del disagio giovanile e tutti possono essere aiuto a superarlo. Tutti vuole dire la famiglia, vuole dire la scuola, vuole dire i servizi sociali, vuol dire, il sistema sanitario, vuole dire le associazioni della società civile, le comunità religiose, il sistema giudiziario, le forze dell’ordine. Ognuna di queste realtà può essere inclusiva o escludente, può essere accogliente o respingente. Da sola nessuna di queste realtà può fare molto, solo insieme in un’alleanza solidale si può dare vita ad una rete di relazioni e di sinergie».

«Per questo ascolteremo oggi diverse voci di chi quotidianamente incontra le giovani e i giovani le ragazze e i ragazzi, nella scuola, nei servizi, ma anche le voci del mondo giovanile per conoscere e comprendere meglio questo mondo e provare ad intravedere delle strade per rispondere a quella che sta diventando un’emergenza, per individuare e condividere buone pratiche, per evidenziare criticità e possibili soluzioni» ha concluso Baroni .

Al convegno sono intervenuti, Maurizio Stangalino, neuropsichiatra infantile e docente universitario Asl Novara, Sonia Verduci della consulta provinciale studenti Novara, Nora Malkaoui, rappresentante di Giovani per la pace, Antonia Settembri e Gabriella Brusa, docenti scuola secondaria. Ospiti anche i rappresentanti della Pastorale Giovanile Novara, S.U.N. Studenti Universitari Novara e Associazione StayAleeve.

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DemoS: un convegno a Novara sul disagio giovanile in città

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«Ascoltare per entrare in profondità nella comprensione delle problematiche giovanili». Con queste parole sabato 2 dicembre alle 9.30 nella sala comitato di quartiere San Rocco, largo Cantore il segretario provinciale di DemoS Novara, Piergiacomo Baroni ha aperto il convegno “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” un incontro sul disagio giovanile proposto da DemoS Novara. L'intento dell'assemblea? Sensibilizzare la comunità su un tema delicato e attuale come quello del tormento esistenziale giovanile.

«Affrontiamo il disagio giovanile - ha spiegato il segretario - un fenomeno complesso, che coinvolge molti e che comprende tante realtà, tante espressioni di difficoltà, problemi, fragilità. Un disagio che ha aspetti sanitari come i disturbi dell’alimentazione (anoressia, bulimia), psicologici fino alla malattia mentale. Disagio che si esprime in ambito scolastico con disturbi dell’apprendimento, e poi forme di violenza agita e subita, gli episodi di autolesionismo, di bullismo, la violenza delle bande. E poi tutto il mondo dei social che purtroppo può diventare luogo virtuale in cui cresce e si alimenta il disagio».

«Oggi vogliamo provare ad entrare più in profondità nella comprensione della condizione giovanile - ha proseguito il segretario - convinti come abbiamo scritto nel titolo di questo incontro che “Per crescere un bambino serve un intero villaggio”. E nel villaggio globale che è il mondo, che sono le nostre città, c’è bisogno di tutti. Perché tutti possono essere causa del disagio giovanile e tutti possono essere aiuto a superarlo. Tutti vuole dire la famiglia, vuole dire la scuola, vuole dire i servizi sociali, vuol dire, il sistema sanitario, vuole dire le associazioni della società civile, le comunità religiose, il sistema giudiziario, le forze dell’ordine. Ognuna di queste realtà può essere inclusiva o escludente, può essere accogliente o respingente. Da sola nessuna di queste realtà può fare molto, solo insieme in un’alleanza solidale si può dare vita ad una rete di relazioni e di sinergie».

«Per questo ascolteremo oggi diverse voci di chi quotidianamente incontra le giovani e i giovani le ragazze e i ragazzi, nella scuola, nei servizi, ma anche le voci del mondo giovanile per conoscere e comprendere meglio questo mondo e provare ad intravedere delle strade per rispondere a quella che sta diventando un’emergenza, per individuare e condividere buone pratiche, per evidenziare criticità e possibili soluzioni» ha concluso Baroni .

Al convegno sono intervenuti, Maurizio Stangalino, neuropsichiatra infantile e docente universitario Asl Novara, Sonia Verduci della consulta provinciale studenti Novara, Nora Malkaoui, rappresentante di Giovani per la pace, Antonia Settembri e Gabriella Brusa, docenti scuola secondaria. Ospiti anche i rappresentanti della Pastorale Giovanile Novara, S.U.N. Studenti Universitari Novara e Associazione StayAleeve.

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