«Disagio giovanile, anche nel novarese crescita esponenziale». I dati della Neuropsichiatria Infantile dell’Asl

Renata Brigatti, direttore della struttura complessa, parla di disagi legati alla condotta alimentare, autolesionismo, disturbi oppositivi o provocatori

Un terremoto silenzioso sta colpendo sempre più giovani in età evolutiva. Un aumento esponenziale di problematiche legate alla sfera psicologica attribuibile – tra i tanti fattori – anche al recente biennio Covid e al conseguente lockdown e isolamento sociale. Il territorio di Novara non è immune a questo fenomeno.

Renata Brigatti, direttore della struttura complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’Asl, tratteggia una fotografia territoriale tutt’altro che incoraggiante: «I numeri sono in costante aumento e il Covid ha portato alla luce con maggiore facilità un malessere psicologico già presente e tuttavia in crescita al di là della pandemia. Ho visto nel corso degli anni una crescita progressiva di tutte le patologie legate alla sfera psicologica; sono aumentati in modo esponenziale i disagi legati alla condotta alimentare e disturbi di autolesionismo, soprattutto nelle ragazze, mentre nella popolazione maschile abbiamo registrato un aumento di casi di disturbi oppositivi o provocatori e sempre più ritiro sociale. Nel periodo Covid nel reparto di Pediatria erano ricoverati soprattutto pazienti “nostri” della Neuropsichiatria che presentavano disturbi di cui ho appena parlato».

Una situazione difficile da gestire anche a causa del numero di personale insufficiente. «I casi che registriamo sono in aumento, una crescita esponenziale che va a pesare ancora di più sul nostro lavoro di diagnosi, cura e riabilitazione – continua Brigatti -. In Neuropsichiatria si auspica che il rapporto tra neuropsichiatra e popolazione – di età compresa da 0 a 18 anni – del territorio sia di 1 medico ogni 3000 pazienti, un numero di per sè già piuttosto difficile da gestire. Noi non ci avviciniamo nemmeno superandolo di gran lunga. La Regione ha dato grande attenzione alla neuropsichiatria stanziando fondi dal 2017 per quanto riguarda i disturbi dello spettro autistico. Ma la crescita dei casi è elevatissima: abbiamo liste di attesa lunghissime e mancano medici specializzati».

«Il lavoro che svolgiamo in Neuropsichiatria è estremamente complesso – precisa il direttore – perché è un lavoro di rete che comprende – oltre allo staff medico – gli psicologi, gli operatori scolastici, servizi sociali e famiglie. È chiaro che un sottodimensionamento va a inficiare a cascata su tutto quello che è un percorso riabilitativo dei giovani pazienti. Il numero di bambini che nascono è diminuito, ma paradossalmente aumentano i casi registrati in Neuropsichiatria infantile. In sostanza nascono pochi bambini e quelli nati hanno bisogno di nostre cure: questo deve farci riflettere sullo stato di salute psicologico dei bambini e dei giovani».

Brigatti poi si rivolge direttamente ai genitori: «Fate attenzione ai cambiamenti comportamentali dei vostri figli, perché sono spesso segnali di un disagio. Cercate di trascorrere più tempo con loro, osservateli e ascoltateli. Se vedete mutamenti – come cambiamenti dell’umore, delle abitudini alimentari o ritiro sociale – agite prontamente senza rimandare troppo: anche solo un consulto con il pediatra può essere utile, una figura sulla quale “noi” di neuropsichiatria infantile stiamo puntando molto perché può funzionare da “filtro”. Per questo tramite la Regione – insieme ai colleghi pediatri – abbiamo avviato dei corsi di formazione. Tutto questo per creare una rete sempre più forte e fattiva attorno ai bambini e ai giovani che, obbiettivamente, stanno attraversando un periodo di grosse sofferenze».

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«Disagio giovanile, anche nel novarese crescita esponenziale». I dati della Neuropsichiatria Infantile dell’Asl

Renata Brigatti, direttore della struttura complessa, parla di disagi legati alla condotta alimentare, autolesionismo, disturbi oppositivi o provocatori

Un terremoto silenzioso sta colpendo sempre più giovani in età evolutiva. Un aumento esponenziale di problematiche legate alla sfera psicologica attribuibile – tra i tanti fattori – anche al recente biennio Covid e al conseguente lockdown e isolamento sociale. Il territorio di Novara non è immune a questo fenomeno.

Renata Brigatti, direttore della struttura complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’Asl, tratteggia una fotografia territoriale tutt’altro che incoraggiante: «I numeri sono in costante aumento e il Covid ha portato alla luce con maggiore facilità un malessere psicologico già presente e tuttavia in crescita al di là della pandemia. Ho visto nel corso degli anni una crescita progressiva di tutte le patologie legate alla sfera psicologica; sono aumentati in modo esponenziale i disagi legati alla condotta alimentare e disturbi di autolesionismo, soprattutto nelle ragazze, mentre nella popolazione maschile abbiamo registrato un aumento di casi di disturbi oppositivi o provocatori e sempre più ritiro sociale. Nel periodo Covid nel reparto di Pediatria erano ricoverati soprattutto pazienti “nostri” della Neuropsichiatria che presentavano disturbi di cui ho appena parlato».

Una situazione difficile da gestire anche a causa del numero di personale insufficiente. «I casi che registriamo sono in aumento, una crescita esponenziale che va a pesare ancora di più sul nostro lavoro di diagnosi, cura e riabilitazione – continua Brigatti -. In Neuropsichiatria si auspica che il rapporto tra neuropsichiatra e popolazione – di età compresa da 0 a 18 anni – del territorio sia di 1 medico ogni 3000 pazienti, un numero di per sè già piuttosto difficile da gestire. Noi non ci avviciniamo nemmeno superandolo di gran lunga. La Regione ha dato grande attenzione alla neuropsichiatria stanziando fondi dal 2017 per quanto riguarda i disturbi dello spettro autistico. Ma la crescita dei casi è elevatissima: abbiamo liste di attesa lunghissime e mancano medici specializzati».

«Il lavoro che svolgiamo in Neuropsichiatria è estremamente complesso – precisa il direttore – perché è un lavoro di rete che comprende – oltre allo staff medico – gli psicologi, gli operatori scolastici, servizi sociali e famiglie. È chiaro che un sottodimensionamento va a inficiare a cascata su tutto quello che è un percorso riabilitativo dei giovani pazienti. Il numero di bambini che nascono è diminuito, ma paradossalmente aumentano i casi registrati in Neuropsichiatria infantile. In sostanza nascono pochi bambini e quelli nati hanno bisogno di nostre cure: questo deve farci riflettere sullo stato di salute psicologico dei bambini e dei giovani».

Brigatti poi si rivolge direttamente ai genitori: «Fate attenzione ai cambiamenti comportamentali dei vostri figli, perché sono spesso segnali di un disagio. Cercate di trascorrere più tempo con loro, osservateli e ascoltateli. Se vedete mutamenti – come cambiamenti dell’umore, delle abitudini alimentari o ritiro sociale – agite prontamente senza rimandare troppo: anche solo un consulto con il pediatra può essere utile, una figura sulla quale “noi” di neuropsichiatria infantile stiamo puntando molto perché può funzionare da “filtro”. Per questo tramite la Regione – insieme ai colleghi pediatri – abbiamo avviato dei corsi di formazione. Tutto questo per creare una rete sempre più forte e fattiva attorno ai bambini e ai giovani che, obbiettivamente, stanno attraversando un periodo di grosse sofferenze».

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