Discoteche chiuse, il sindaco Canelli ospite degli ArcadeBoyz

Discoteche chiuse, il sindaco Canelli ospite degli ArcadeBoyz. Nella serata di ieri il primo cittadino di Novara ha affrontato il tema insieme alla coppia di influencer e rapper novaresi. In studio anche Walter Pilaf Roncaglia in rappresentanza del Movimento lavoratrici e lavoratori dello spettacolo.

«Noi viviamo nel mondo dei rapper e molti di questi artisti si esibiscono in discoteca – dicono i due influencer -. Ultimamente, però, abbiamo avuto alcuni problemi perchè non tutti rispettavano le normative tanto che abbiamo cominciato a essere favorevoli alla chiusura delle discoteche».

Canelli, però, non è propriamente d’accordo: «Il settore delle discoteche impiega decine di migliaia di persone in tutta Italia con un fatturato complessivo annuo che supera i due miliardi di euro. A marzo io sono stato il primo a essere favorevole alle chiusure, ma ora la situazione è diversa: la curva del contagio è calata, non c’è contenimento e, nel momento in cui liberi le persone, la libertà di movimento deve essere ampia. Se chiudi le discoteche, i giovani comunque si assembrano da altre parti: penso che la discoteca incida minimamente sulla catena dei contagi, ci sono altre situazioni che incidono molto di più».

 

 

Il sindaco ha ricordato che «non solo i giovani non possono ballare, anche gli anziani e hanno dovuto adattarsi con altre attività».

Roncaglia è intervenuto dicendo che «io sono lavoratore dello spettacolo dunque potete immaginare quanto questa situazione sia difficile, però se lo Stato dice di chiudere non possiamo fare altro che eseguire. Ma aggiungo che lo stesso Stato deve tutelare gli impreditori e i dipendenti con ammortizzatori sociali: abbiamo dovuto scontrarci con una serie di cavilli burocratici che a molti di noi non hanno permesso di accedere ai 600 euro di marzo». E per far ripartire il settore dello spettacolo propone di «defiscalizzare luoghi e locali che promuovono arte, cultura e socialità dichiarandoli beni di prima necessità. Per esempio, ripristiniamo il Novara Street Festival e Giovani Espressioni»».

«Il Comune non può incidere sulle leggi nazionali e regionali – ha commentato il sindaco – possiamo soltanto adattarci e farle rispettare. Per esempio abbiamo dato la possibilità ai locali, previa richiesta, di poter suonare fino all’una di notte per una decina di volte l’anno rispettando comunqne i parametri acustici.

Dalle discoteche il discorso si è spostato sulle scuole: «Per i bambini e i ragazzi – proseguito Canelli – la scuola non è solo un luogo dove si impara, ma anche socializzazione e formazione caratteriale. Se rimangono a casa ancora, diventeranno degli alieni. Ho fiducia che nel momento in cui si ritornerà alla quotidianità, si ritorni anche al buon senso. Qesto ci aiuterà a tenere tutto sotto controllo, anche gli ospedali sono più organizzati: ci può essere una ripresa del virus, ma affrontabile in un altro modo. Bisogna andare avanti senza scoraggiarsi e senza andare in ansia, imparando a conviverci».

Il video al link https://www.facebook.com/arcadeboyz

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Discoteche chiuse, il sindaco Canelli ospite degli ArcadeBoyz

Discoteche chiuse, il sindaco Canelli ospite degli ArcadeBoyz. Nella serata di ieri il primo cittadino di Novara ha affrontato il tema insieme alla coppia di influencer e rapper novaresi. In studio anche Walter Pilaf Roncaglia in rappresentanza del Movimento lavoratrici e lavoratori dello spettacolo.

«Noi viviamo nel mondo dei rapper e molti di questi artisti si esibiscono in discoteca – dicono i due influencer -. Ultimamente, però, abbiamo avuto alcuni problemi perchè non tutti rispettavano le normative tanto che abbiamo cominciato a essere favorevoli alla chiusura delle discoteche».

Canelli, però, non è propriamente d’accordo: «Il settore delle discoteche impiega decine di migliaia di persone in tutta Italia con un fatturato complessivo annuo che supera i due miliardi di euro. A marzo io sono stato il primo a essere favorevole alle chiusure, ma ora la situazione è diversa: la curva del contagio è calata, non c’è contenimento e, nel momento in cui liberi le persone, la libertà di movimento deve essere ampia. Se chiudi le discoteche, i giovani comunque si assembrano da altre parti: penso che la discoteca incida minimamente sulla catena dei contagi, ci sono altre situazioni che incidono molto di più».

 

 

Il sindaco ha ricordato che «non solo i giovani non possono ballare, anche gli anziani e hanno dovuto adattarsi con altre attività».

Roncaglia è intervenuto dicendo che «io sono lavoratore dello spettacolo dunque potete immaginare quanto questa situazione sia difficile, però se lo Stato dice di chiudere non possiamo fare altro che eseguire. Ma aggiungo che lo stesso Stato deve tutelare gli impreditori e i dipendenti con ammortizzatori sociali: abbiamo dovuto scontrarci con una serie di cavilli burocratici che a molti di noi non hanno permesso di accedere ai 600 euro di marzo». E per far ripartire il settore dello spettacolo propone di «defiscalizzare luoghi e locali che promuovono arte, cultura e socialità dichiarandoli beni di prima necessità. Per esempio, ripristiniamo il Novara Street Festival e Giovani Espressioni»».

«Il Comune non può incidere sulle leggi nazionali e regionali – ha commentato il sindaco – possiamo soltanto adattarci e farle rispettare. Per esempio abbiamo dato la possibilità ai locali, previa richiesta, di poter suonare fino all’una di notte per una decina di volte l’anno rispettando comunqne i parametri acustici.

Dalle discoteche il discorso si è spostato sulle scuole: «Per i bambini e i ragazzi – proseguito Canelli – la scuola non è solo un luogo dove si impara, ma anche socializzazione e formazione caratteriale. Se rimangono a casa ancora, diventeranno degli alieni. Ho fiducia che nel momento in cui si ritornerà alla quotidianità, si ritorni anche al buon senso. Qesto ci aiuterà a tenere tutto sotto controllo, anche gli ospedali sono più organizzati: ci può essere una ripresa del virus, ma affrontabile in un altro modo. Bisogna andare avanti senza scoraggiarsi e senza andare in ansia, imparando a conviverci».

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