Divieto diesel Euro 5 in Piemonte: associazioni e istituzioni al fianco dei cittadini

Dopo che la Regione ha confermato il blocco in 76 comuni piemontesi tra cui Novara ai diesel Euro 5 – il divieto entrerà in vigore dal 15 settembre e si protrarrà fino al 15 aprile 2024 – arrivano le parole da parte del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.

«Apprezziamo e ringraziamo il ministro Salvini per l’attenzione e la vicinanza al Piemonte in un momento così complesso. La procedura di infrazione dell’Europa nei confronti dell’Italia che coinvolge anche il Piemonte ci impone misure molto pesanti che siamo costretti ad attuare. Sono decisioni – hanno spiegato Cirio e Marnati – che gravano fortemente sulle spalle di famiglie e imprese in un momento storico già estremamente difficile. Proprio per questo abbiamo messo in campo un piano di azioni per aiutare i cittadini ad affrontare le conseguenze della normativa europea e avviato una interlocuzione con Bruxelles, perché l’attenzione all’ambiente deve poter essere sostenibile anche per famiglie e lavoratori. Poter contare anche sul supporto del Governo in questo percorso è per noi fondamentale».

Sulla delicata questione sono intervenuti anche il direttore di Confartigianato Amleto Impaloni e il presidente Michele Giovanardi: «Di fronte all’emergenza polveri sottili e alla necessità di agire a tutela non solo dell’ambiente ma anche della salute delle persone, riteniamo che impedire la sola circolazione dei veicoli diesel Euro 5 sia una toppa peggiore del buco – ha spiegato il direttore Amleto Impaloni. Le piccole e le medie imprese vogliono attivamente contribuire alla diffusione di buone pratiche per contenere la diffusione delle polveri sottili e degli agenti inquinanti, ma ritengono che a fronte di una disposizione di blocco della circolazione di una limitata categoria di veicoli che riguarda il capoluogo Torino e 76 Comuni della regione andrebbe proposto un piano di contenimento dell’inquinamento articolato. In primo luogo intervenendo sugli impianti di risaldamento, soprattutto quelli più obsoleti, privati e soprattutto pubblici; intervenendo con i controlli rispetto al corretto rispetto della manutenzione e della esecuzione a regola d’arte, attuando azioni che vietino la riqualificazione del manto stradale di asfalto se non con le moderne soluzioni che catturano a terra le emissioni evitandone la dispersione nell’aria, posando in sostituzione dei tradizionali cartelloni pubblicitari appositi teli che assorbono gli agenti inquinanti. La norma che obbliga l’adozione di azioni finalizzate alla riduzione delle emissioni non vincola agli interventi sulla mobilità dei veicoli così come sembra orientarsi la nostra Regione. Evidenzio il solo dato che riguarda il trasporto merci: un settore chiave per l’economia in cui i mezzi euro 5 diesel e inferiori rappresentano oltre il 70%  del parco circolante mentre i veicoli commerciali  sopra le 2,8 tonnellate di categoria  Euro 6 sono il 28% dell’immatricolato».

«Sulla mobilità le imprese sostengono un più ragionevole utilizzo del dispositivo del Move In, per rilevare la percorrenza contingentata- per i veicoli più inquinanti; in primo luogo l’adozione dei controlli per coloro che avendo ottenuto incentivi per la sostituzione dei veicoli con interventi pubblici poiché avrebbero dovuto procedere alla installazione del dispositivo per tutti i veicoli circolanti di proprietà inquinanti e non ancora alienati” – ha aggiunto il presidente Michele Giovanardi. Inoltre il montaggio e la gestione del dispositivo di controllo dovrebbe essere a costo zero per gli utilizzatori, con una revisione del numero dei chilometri percorribili sostanzialmente differente per chi dell’auto ne fa un uso personale rispetto all’uso professionale».

«Il piano articolato dovrebbe essere necessariamente abbinato a incentivi economici, indispensabili per promuovere il rinnovo del parco circolante veicolare, con l’acquisto di mezzi green – ha concluso Giovanardi – Se non verrà disposta una revisione degli intenti, il semplice blocco dei diesel Euro 5 e inferiori – circa 140 mila mezzi immatricolati in Piemonte, che diventano seicento mila comprendendo tutte le categorie interessate dal blocco– ci saranno impatti devastanti. Imprese e famiglie stanno vivendo settimane difficili per l’escalation di prezzi e tassi di interesse, non possono affrontare anche questa prova che ha cosi come è descritta sembra essere una nuova azione a favore delle case produttrici di veicoli».

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Divieto diesel Euro 5 in Piemonte: associazioni e istituzioni al fianco dei cittadini

Dopo che la Regione ha confermato il blocco in 76 comuni piemontesi tra cui Novara ai diesel Euro 5 – il divieto entrerà in vigore dal 15 settembre e si protrarrà fino al 15 aprile 2024 – arrivano le parole da parte del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.

«Apprezziamo e ringraziamo il ministro Salvini per l’attenzione e la vicinanza al Piemonte in un momento così complesso. La procedura di infrazione dell’Europa nei confronti dell’Italia che coinvolge anche il Piemonte ci impone misure molto pesanti che siamo costretti ad attuare. Sono decisioni – hanno spiegato Cirio e Marnati – che gravano fortemente sulle spalle di famiglie e imprese in un momento storico già estremamente difficile. Proprio per questo abbiamo messo in campo un piano di azioni per aiutare i cittadini ad affrontare le conseguenze della normativa europea e avviato una interlocuzione con Bruxelles, perché l’attenzione all’ambiente deve poter essere sostenibile anche per famiglie e lavoratori. Poter contare anche sul supporto del Governo in questo percorso è per noi fondamentale».

Sulla delicata questione sono intervenuti anche il direttore di Confartigianato Amleto Impaloni e il presidente Michele Giovanardi: «Di fronte all’emergenza polveri sottili e alla necessità di agire a tutela non solo dell’ambiente ma anche della salute delle persone, riteniamo che impedire la sola circolazione dei veicoli diesel Euro 5 sia una toppa peggiore del buco – ha spiegato il direttore Amleto Impaloni. Le piccole e le medie imprese vogliono attivamente contribuire alla diffusione di buone pratiche per contenere la diffusione delle polveri sottili e degli agenti inquinanti, ma ritengono che a fronte di una disposizione di blocco della circolazione di una limitata categoria di veicoli che riguarda il capoluogo Torino e 76 Comuni della regione andrebbe proposto un piano di contenimento dell’inquinamento articolato. In primo luogo intervenendo sugli impianti di risaldamento, soprattutto quelli più obsoleti, privati e soprattutto pubblici; intervenendo con i controlli rispetto al corretto rispetto della manutenzione e della esecuzione a regola d’arte, attuando azioni che vietino la riqualificazione del manto stradale di asfalto se non con le moderne soluzioni che catturano a terra le emissioni evitandone la dispersione nell’aria, posando in sostituzione dei tradizionali cartelloni pubblicitari appositi teli che assorbono gli agenti inquinanti. La norma che obbliga l’adozione di azioni finalizzate alla riduzione delle emissioni non vincola agli interventi sulla mobilità dei veicoli così come sembra orientarsi la nostra Regione. Evidenzio il solo dato che riguarda il trasporto merci: un settore chiave per l’economia in cui i mezzi euro 5 diesel e inferiori rappresentano oltre il 70%  del parco circolante mentre i veicoli commerciali  sopra le 2,8 tonnellate di categoria  Euro 6 sono il 28% dell’immatricolato».

«Sulla mobilità le imprese sostengono un più ragionevole utilizzo del dispositivo del Move In, per rilevare la percorrenza contingentata- per i veicoli più inquinanti; in primo luogo l’adozione dei controlli per coloro che avendo ottenuto incentivi per la sostituzione dei veicoli con interventi pubblici poiché avrebbero dovuto procedere alla installazione del dispositivo per tutti i veicoli circolanti di proprietà inquinanti e non ancora alienati” – ha aggiunto il presidente Michele Giovanardi. Inoltre il montaggio e la gestione del dispositivo di controllo dovrebbe essere a costo zero per gli utilizzatori, con una revisione del numero dei chilometri percorribili sostanzialmente differente per chi dell’auto ne fa un uso personale rispetto all’uso professionale».

«Il piano articolato dovrebbe essere necessariamente abbinato a incentivi economici, indispensabili per promuovere il rinnovo del parco circolante veicolare, con l’acquisto di mezzi green – ha concluso Giovanardi – Se non verrà disposta una revisione degli intenti, il semplice blocco dei diesel Euro 5 e inferiori – circa 140 mila mezzi immatricolati in Piemonte, che diventano seicento mila comprendendo tutte le categorie interessate dal blocco– ci saranno impatti devastanti. Imprese e famiglie stanno vivendo settimane difficili per l’escalation di prezzi e tassi di interesse, non possono affrontare anche questa prova che ha cosi come è descritta sembra essere una nuova azione a favore delle case produttrici di veicoli».

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