Don Aldo Mercoli, il “buon samaritano” ancora in mezzo alla sua gente

La figura del sacerdote di origine valsesiana è stata ricordata questa mattina nella struttura che porta il suo nome e che oggi è ospitata ad Agognate con l'allestimento di una mostra di cimeli e pannelli che ripercorrono la vira e l'opera di quello che è stato definito “un gigante della carità”

Sono passati ormai 17 anni dalla sua scomparsa, ma la figura di don Aldo Mercoli sembra essere sempre presente in mezzo alla sua gente. E’ cambiata la location e la Casa di giorno aperta nel 1988 dalla centralissima via dei Tornielli, dopo la recente pandemia, la struttura che porta il nome del sacerdote di origine valsesiana ha trovato ospitalità ad Agognate, presso la “Casa San Domenico”, in un’ala dell’edificio che si è provveduto a riadattare secondo le esigenze degli anziani.


Un intervento molto ben fatto – hanno spiegato la presidente Valentina Piantanida e la vice Roberta Angelé – che ci consente di realizzare molte cose in più». Una soluzione di “passaggio”, ma per il momento tutto il personale – quattro sono i dipendenti e 37 i volontari, tutte figure considerate fondamentali per passione e professionalità – prosegue l’attività, così come il consiglio di amministrazione è intento a valutare ogni possibile soluzione «affinché si possa trovare una collocazione fissa». Magari un po’ meno decentrata? «All’inizio avevamo qualche perplessità. Come in tutte le cose ci sono i pro e i contro. L’essere in centro città ci agevolava per portare gli anziani in occasione delle tante iniziative, però oggi ci troviamo in una zona molto tranquilla, con molti aspetti favorevoli. Vogliamo farlo al più presto per continuare l’opera di don Aldo. Quello che sottolineiamo è che abbiamo bisogno di tutte le forze del territorio, il Comune di Novara è sempre stato al nostro fianco in alcuni momenti di difficoltà e lo sarà anche in futuro insieme a tanti che apprezzano il nostro lavoro a favore di anziani attivi, con la volgia di fare ancora tante cose».


In occasione del cinquantenario della costituzione della Caritas diocesana novarese e che vide prorpio dona Aldo come primo direttore, uno degli appuntamenti conclusivi è stato quello tenutosi questa mattina, sabato 15 ottobre, presso la Casa di giorno di Agognate, dove è stata allestita una mostra di documenti e cimeli, ma anche lavori eseguiti dagli attuali ospiti. Nel corso dell’incontro, oltre agli attuali responsabili della struttura come Piantanida, Angelé e il consigliere Giovanni Falcone, hanno portati i saluti tra gli altri l’assessore Matteo Marnati per la Regione, la consigliera provinciale Annaclara Iodice per l’amministrazione di Palazzo Natta e l’assessore comunale Giulia Negri, oltre all’attuale direttore della Caritas Fausto Borroni. Tutti, chi per conoscenza diretta o sentendo diverse testimonianze, hanno voluto portare il loro contributo nel ricordare quello che non a caso è stato definito, oltre a “buon samaritano” di evangelica memoria un vero e proprio “gigante della carità”.

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Don Aldo Mercoli, il “buon samaritano” ancora in mezzo alla sua gente

La figura del sacerdote di origine valsesiana è stata ricordata questa mattina nella struttura che porta il suo nome e che oggi è ospitata ad Agognate con l’allestimento di una mostra di cimeli e pannelli che ripercorrono la vira e l’opera di quello che è stato definito “un gigante della carità”

Sono passati ormai 17 anni dalla sua scomparsa, ma la figura di don Aldo Mercoli sembra essere sempre presente in mezzo alla sua gente. E’ cambiata la location e la Casa di giorno aperta nel 1988 dalla centralissima via dei Tornielli, dopo la recente pandemia, la struttura che porta il nome del sacerdote di origine valsesiana ha trovato ospitalità ad Agognate, presso la “Casa San Domenico”, in un’ala dell’edificio che si è provveduto a riadattare secondo le esigenze degli anziani.


Un intervento molto ben fatto – hanno spiegato la presidente Valentina Piantanida e la vice Roberta Angelé – che ci consente di realizzare molte cose in più». Una soluzione di “passaggio”, ma per il momento tutto il personale – quattro sono i dipendenti e 37 i volontari, tutte figure considerate fondamentali per passione e professionalità – prosegue l’attività, così come il consiglio di amministrazione è intento a valutare ogni possibile soluzione «affinché si possa trovare una collocazione fissa». Magari un po’ meno decentrata? «All’inizio avevamo qualche perplessità. Come in tutte le cose ci sono i pro e i contro. L’essere in centro città ci agevolava per portare gli anziani in occasione delle tante iniziative, però oggi ci troviamo in una zona molto tranquilla, con molti aspetti favorevoli. Vogliamo farlo al più presto per continuare l’opera di don Aldo. Quello che sottolineiamo è che abbiamo bisogno di tutte le forze del territorio, il Comune di Novara è sempre stato al nostro fianco in alcuni momenti di difficoltà e lo sarà anche in futuro insieme a tanti che apprezzano il nostro lavoro a favore di anziani attivi, con la volgia di fare ancora tante cose».


In occasione del cinquantenario della costituzione della Caritas diocesana novarese e che vide prorpio dona Aldo come primo direttore, uno degli appuntamenti conclusivi è stato quello tenutosi questa mattina, sabato 15 ottobre, presso la Casa di giorno di Agognate, dove è stata allestita una mostra di documenti e cimeli, ma anche lavori eseguiti dagli attuali ospiti. Nel corso dell’incontro, oltre agli attuali responsabili della struttura come Piantanida, Angelé e il consigliere Giovanni Falcone, hanno portati i saluti tra gli altri l’assessore Matteo Marnati per la Regione, la consigliera provinciale Annaclara Iodice per l’amministrazione di Palazzo Natta e l’assessore comunale Giulia Negri, oltre all’attuale direttore della Caritas Fausto Borroni. Tutti, chi per conoscenza diretta o sentendo diverse testimonianze, hanno voluto portare il loro contributo nel ricordare quello che non a caso è stato definito, oltre a “buon samaritano” di evangelica memoria un vero e proprio “gigante della carità”.

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