Un professore fa le prove microfono per cominciare la sua giornata in Dad, non sa che i suoi studenti e le sue studentesse gli stanno preparando uno scherzo terribile, di quelli che ti cambiano la vita per sempre. Una volta scoperto, cerca supporto dal collegio docenti, ma l’unico rimedio possibile gli arriva dal prof più temuto dalla scuola. E lo obbligherà ad un viaggio unico, pericoloso, senza possibilità di ritorno.
Inizia così la storia che gli studenti e le studentesse dell’istituto tecnico Omar di Oleggio hanno scritto e interpretato dopo un breve corso di scrittura e di teatro tenuto da Cabiria Teatro, in particolare da Mariano Arenella, per il progetto “Emancipando”. Gli studenti si sono divisi in due gruppi, il primo ha frequentato il corso di scrittura studiando le strutture classiche di una storia raccontabile oralmente. I meccanismi della narrazione sono gli stessi da migliaia di anni. Sia nell’Ulisse di Omero che nell’ultima serie tv di Netflix ci sono degli archetipi e dei passaggi drammaturgici che si ripetono sempre e che offrono una struttura solida sulla quale dare sfogo alla propria fantasia. Il secondo gruppo ha invece frequentato il corso di teatro mettendosi in gioco con esercizi sulla fiducia, sull’ascolto, sul coordinamento di gruppo, sull’improvvisazione e l’interpretazione di un testo e martedì 8 giugno hanno dato voce ai personaggi creati dai colleghi scrittori nel bellissimo e scenografico cortile interno della scuola.
«Personalmente ho trovato intelligenze fresche, concrete e capaci di collaborare tra di loro – commenta Arenella -. Anche se hanno lavorato divisi, si sono create, tra i due gruppi, dei momenti di sintonia inconsapevole che ci ha dato la prova del fatto che il lavoro procedesse per il meglio. Ho visto una sana urgenza di creare storie e di interpretarle, di imparare qualcosa di nuovo, e anche di raccontarsi tramite i personaggi. A questo proposito, durante alcune improvvisazioni sono venute fuori alcune scene accadute durante la Dad, molto esilaranti ma, mamma mia, poveri prof!».