Emergenza idrica, il Piemonte chiede al Governo più aiuti e maggior coinvolgimento delle Regioni

L’assessore all’Ambiente Matteo Marnati oggi in audizione alla commissione Ambiente, Territorio Agricoltura della Camera: «Chiediamo che a coordinare le attività di programmazione siano coinvolti i Presidenti delle Regioni»

«L’adattamento ai cambiamenti climatici, per quanto riguarda il servizio idrico integrato con riferimento particolare alla fornitura di acqua potabile, deve passare attraverso due strategie: riduzione delle perdite idriche, che rappresenta ancora un elemento di forte criticità nel nostro Paese, e maggior resilienza dei sistemi acquedottistici attraverso interconnessioni, aumento della capacità dei sistemi di accumulo, la ridondanza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento».

Così l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati (in foto), ieri nel corso dell’audizione nella Commissione Ambiente, territorio, lavori pubblici e Agricoltura della Camera dei deputati, nell’ambito delle iniziative urgenti per contrastare l’emergenza idrica ai fini della definizione degli impegni da richiedere al governo.

«In particolare, il bando pubblicato lo scorso maggio relativo alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, ha privilegiato – ha sottolineato Marnati – fondamentalmente interventi di monitoraggio, ammettendo a finanziamento alcune tipologie di progetti (rilievo delle reti idriche; installazione di strumenti smart per la misura delle portate, delle pressioni, dei livelli dell’acqua nei serbatoi; modellazione idraulica della rete; installazione delle valvole di controllo, riduttori per la gestione della riduzione delle perdite; identificazione di tratti di rete da sostituire o riabilitare, assistita dal modello idraulico e da strumenti di supporto alla decisione). Tuttavia, è fondamentale rilevare che, proprio a seguito dell’installazione di sistemi di monitoraggio e misura, risulterà una evidenziazione dei tratti di rete maggiormente critici».

«Nei prossimi anni – ha aggiunto Marnati – sarà necessario un consistente stanziamento di risorse per sostenere il rifacimento di quei tratti di rete che, grazie al monitoraggio, mostreranno le maggiori criticità in termini di perdite. È dunque auspicabile che un nuovo stanziamento veda un maggior coinvolgimento delle Regioni nella scelta e nell’individuazione delle priorità verso le quali indirizzare le risorse».

Altro punto fondamentale sottolineato dall’assessore “la necessità di pianificazione degli interventi, anche futuri, in base ad una mappatura puntuale delle esigenze nazionali relative non solo alla situazione idro potabile”. «Da una nostra recentissima mappatura – ha affermato – risultano realizzabili in Piemonte 153 progetti urgenti per circa 113 milioni di euro, non finanziabili da tariffa, pronti per essere realizzati in pochissimi anni”. Per quanto riguarda il settore agricolo “sono state messe in evidenza anche le segnalazioni pervenute da ANBI, fra le quali emerge chiaramente la mancanza della disponibilità finanziaria nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per i potenziamenti di infrastrutture già esistenti. Ad esempio, per quanto riguarda gli investimenti nella resilienza dell’agroecosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, sono stati stanziati 880 milioni di euro, nonostante i soli consorzi di bonifica abbiano dimostrato capacità progettuale operativa e cantierabile per un importo di oltre 2 miliardi di euro».

«Chiediamo infine – ha concluso Marnati – che a coordinare le attività di programmazione siano coinvolti i Presidenti delle Regioni, naturalmente in accordo con i Ministeri competenti, in quanto soggetti dotati di ampia conoscenza del proprio territorio e dei soggetti da coinvolgere. Per tale motivo, riteniamo che sia utile l’attribuzione di poteri straordinari utili a ridurre i tempi di programmazione e la stessa realizzazione degli interventi necessari alla diminuzione dei danni connessi ai settori idropotabili e irrigui».

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Emergenza idrica, il Piemonte chiede al Governo più aiuti e maggior coinvolgimento delle Regioni

L’assessore all’Ambiente Matteo Marnati oggi in audizione alla commissione Ambiente, Territorio Agricoltura della Camera: «Chiediamo che a coordinare le attività di programmazione siano coinvolti i Presidenti delle Regioni»

«L’adattamento ai cambiamenti climatici, per quanto riguarda il servizio idrico integrato con riferimento particolare alla fornitura di acqua potabile, deve passare attraverso due strategie: riduzione delle perdite idriche, che rappresenta ancora un elemento di forte criticità nel nostro Paese, e maggior resilienza dei sistemi acquedottistici attraverso interconnessioni, aumento della capacità dei sistemi di accumulo, la ridondanza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento».

Così l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati (in foto), ieri nel corso dell’audizione nella Commissione Ambiente, territorio, lavori pubblici e Agricoltura della Camera dei deputati, nell’ambito delle iniziative urgenti per contrastare l’emergenza idrica ai fini della definizione degli impegni da richiedere al governo.

«In particolare, il bando pubblicato lo scorso maggio relativo alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, ha privilegiato – ha sottolineato Marnati – fondamentalmente interventi di monitoraggio, ammettendo a finanziamento alcune tipologie di progetti (rilievo delle reti idriche; installazione di strumenti smart per la misura delle portate, delle pressioni, dei livelli dell’acqua nei serbatoi; modellazione idraulica della rete; installazione delle valvole di controllo, riduttori per la gestione della riduzione delle perdite; identificazione di tratti di rete da sostituire o riabilitare, assistita dal modello idraulico e da strumenti di supporto alla decisione). Tuttavia, è fondamentale rilevare che, proprio a seguito dell’installazione di sistemi di monitoraggio e misura, risulterà una evidenziazione dei tratti di rete maggiormente critici».

«Nei prossimi anni – ha aggiunto Marnati – sarà necessario un consistente stanziamento di risorse per sostenere il rifacimento di quei tratti di rete che, grazie al monitoraggio, mostreranno le maggiori criticità in termini di perdite. È dunque auspicabile che un nuovo stanziamento veda un maggior coinvolgimento delle Regioni nella scelta e nell’individuazione delle priorità verso le quali indirizzare le risorse».

Altro punto fondamentale sottolineato dall’assessore “la necessità di pianificazione degli interventi, anche futuri, in base ad una mappatura puntuale delle esigenze nazionali relative non solo alla situazione idro potabile”. «Da una nostra recentissima mappatura – ha affermato – risultano realizzabili in Piemonte 153 progetti urgenti per circa 113 milioni di euro, non finanziabili da tariffa, pronti per essere realizzati in pochissimi anni”. Per quanto riguarda il settore agricolo “sono state messe in evidenza anche le segnalazioni pervenute da ANBI, fra le quali emerge chiaramente la mancanza della disponibilità finanziaria nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per i potenziamenti di infrastrutture già esistenti. Ad esempio, per quanto riguarda gli investimenti nella resilienza dell’agroecosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, sono stati stanziati 880 milioni di euro, nonostante i soli consorzi di bonifica abbiano dimostrato capacità progettuale operativa e cantierabile per un importo di oltre 2 miliardi di euro».

«Chiediamo infine – ha concluso Marnati – che a coordinare le attività di programmazione siano coinvolti i Presidenti delle Regioni, naturalmente in accordo con i Ministeri competenti, in quanto soggetti dotati di ampia conoscenza del proprio territorio e dei soggetti da coinvolgere. Per tale motivo, riteniamo che sia utile l’attribuzione di poteri straordinari utili a ridurre i tempi di programmazione e la stessa realizzazione degli interventi necessari alla diminuzione dei danni connessi ai settori idropotabili e irrigui».

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