Falegnameria sociale: «Noi, una bella missione per la città»

C’è chi sta verniciando dei bastoncini di legno, chi è alle prese con una bicicletta, si sente l’odore del compensato, dei colori, ci sono assi di legno, cacciaviti perfettamente ritirati. E’ l’immagine di un posto di lavoro vivace e attivo. E’ questo che può capitare di vedere un giorno della settimana qualunque a Fadabrav, la Falegnameria sociale che sorge ormai da qualche anno nel quartiere di Sant’Agabio, che è un laboratorio durante la settimana e di sabato dalle 10 alle 18 diventa un luogo di riferimento per tanti novaresi con la sua apertura al pubblico. Comune, Sermais e Orientamente, queste le tre menti che tengono viva e attiva la falegnameria. «Il laboratorio è l’espediente educativo, – dice Mattia Rossi – il laboratorio è frequentato da persone che affrontano un ampio spettro di problemi e noi siamo qui». In tutto sono circa 20 i ragazzi, segnalati dall’assistenza sociale, italiani e stranieri, che frequentano il laboratorio.

 

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«Rendiamo responsabili i giovani, – spiega Edgardo Ghirotti, educatore del Comune di Novara e mente di tutto il meccanismo – per loro è una sorta di orientamento per conoscere meglio gli studi da intraprendere. Qui si respira l’integrazione vera e propria. Ci sono ragazzi che hanno vari problemi, che avrebbero voglia di sfogarsi, come può capitare a chiunque, ma magari sono più fragili. E allora noi siamo qui, forse in altri contesti non sarebbe possibile. Si dice che l’educazione è un atto d’amore ed è vero: diventi la figura di riferimento, il papà che manca, l’amico».

Oltre alla responsabilità c’è anche il prendersi cura e il realizzare qualcosa per la città: per esempio l’arredo della ex caserma Passalacqua arriva proprio da Fadabrav, «oppure lavoriamo con gli asili, rigeneriamo mobili, possiamo realizzare librerie. Stiamo collaborando con Angsa per una serie di librerie anche per loro. E capita anche che i ragazzi lavori per qualcosa per casa loro e poi lo montiamo insieme. Viviamo la quotidianità».

Un vero lavoro, che però non va a commissione, o meglio, è una commissione speciale: «Quando qualcuno ci chiede qualcosa valutiamo la proposta e la pensiamo tutti insieme, per poi se va bene, anche realizzarla tutti insieme. E’ bello che qui si possa riscoprire un lavoro antico, – dice Mattia – e sarebbe bello se qualcuno domani diventasse un professionista e partisse da qui».

In falegnameria ci sono anche corsi serali di falegnameria di base, ma non si lavora e basta. Si lavora e si condivide il tempo, tutti insieme: «E’ bello vedere come una 70enne si possa approcciare a un 20enne senza problemi, – spiega Mattia – non avremmo potuto pensare a qualcosa di diverso per accogliere un target così ampio. E d’estate ciò si nota ancora di più: pensare che il primo evento è stato di musica classica e c’erano i giovanissimi perché curiosi così come i novaresi che di solito siedono al Coccia. Bello».

Tra le sfide di Fadabrav con Sermais c’è la volontà di creare ancora più sinergia fra il sabato e i giorni della settimana. Ma tanti sono gli obiettivi raggiunti: «Siamo contenti. E l’unicità della nostra falegnameria sta nella forte presenza del Comune, che crede in ciò che facciamo e allo stesso tempo è protagonista attiva insieme a noi. La partnership con il Comune è davvero attiva e questo è un grande impulso per il territorio. Cosa ci manca? La nostra è un’attività sostenuta dalla Regione, sarebbe bello sistemare, ristrutturare, rendere lo spazio ancora più accogliente».

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Falegnameria sociale: «Noi, una bella missione per la città»

C’è chi sta verniciando dei bastoncini di legno, chi è alle prese con una bicicletta, si sente l’odore del compensato, dei colori, ci sono assi di legno, cacciaviti perfettamente ritirati. E’ l’immagine di un posto di lavoro vivace e attivo. E’ questo che può capitare di vedere un giorno della settimana qualunque a Fadabrav, la Falegnameria sociale che sorge ormai da qualche anno nel quartiere di Sant’Agabio, che è un laboratorio durante la settimana e di sabato dalle 10 alle 18 diventa un luogo di riferimento per tanti novaresi con la sua apertura al pubblico. Comune, Sermais e Orientamente, queste le tre menti che tengono viva e attiva la falegnameria. «Il laboratorio è l’espediente educativo, – dice Mattia Rossi – il laboratorio è frequentato da persone che affrontano un ampio spettro di problemi e noi siamo qui». In tutto sono circa 20 i ragazzi, segnalati dall’assistenza sociale, italiani e stranieri, che frequentano il laboratorio.

 

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«Rendiamo responsabili i giovani, – spiega Edgardo Ghirotti, educatore del Comune di Novara e mente di tutto il meccanismo – per loro è una sorta di orientamento per conoscere meglio gli studi da intraprendere. Qui si respira l’integrazione vera e propria. Ci sono ragazzi che hanno vari problemi, che avrebbero voglia di sfogarsi, come può capitare a chiunque, ma magari sono più fragili. E allora noi siamo qui, forse in altri contesti non sarebbe possibile. Si dice che l’educazione è un atto d’amore ed è vero: diventi la figura di riferimento, il papà che manca, l’amico».

Oltre alla responsabilità c’è anche il prendersi cura e il realizzare qualcosa per la città: per esempio l’arredo della ex caserma Passalacqua arriva proprio da Fadabrav, «oppure lavoriamo con gli asili, rigeneriamo mobili, possiamo realizzare librerie. Stiamo collaborando con Angsa per una serie di librerie anche per loro. E capita anche che i ragazzi lavori per qualcosa per casa loro e poi lo montiamo insieme. Viviamo la quotidianità».

Un vero lavoro, che però non va a commissione, o meglio, è una commissione speciale: «Quando qualcuno ci chiede qualcosa valutiamo la proposta e la pensiamo tutti insieme, per poi se va bene, anche realizzarla tutti insieme. E’ bello che qui si possa riscoprire un lavoro antico, – dice Mattia – e sarebbe bello se qualcuno domani diventasse un professionista e partisse da qui».

In falegnameria ci sono anche corsi serali di falegnameria di base, ma non si lavora e basta. Si lavora e si condivide il tempo, tutti insieme: «E’ bello vedere come una 70enne si possa approcciare a un 20enne senza problemi, – spiega Mattia – non avremmo potuto pensare a qualcosa di diverso per accogliere un target così ampio. E d’estate ciò si nota ancora di più: pensare che il primo evento è stato di musica classica e c’erano i giovanissimi perché curiosi così come i novaresi che di solito siedono al Coccia. Bello».

Tra le sfide di Fadabrav con Sermais c’è la volontà di creare ancora più sinergia fra il sabato e i giorni della settimana. Ma tanti sono gli obiettivi raggiunti: «Siamo contenti. E l’unicità della nostra falegnameria sta nella forte presenza del Comune, che crede in ciò che facciamo e allo stesso tempo è protagonista attiva insieme a noi. La partnership con il Comune è davvero attiva e questo è un grande impulso per il territorio. Cosa ci manca? La nostra è un’attività sostenuta dalla Regione, sarebbe bello sistemare, ristrutturare, rendere lo spazio ancora più accogliente».

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