Fondazione Apri le Braccia nasce dalla trentennale esperienza dell’Associazione di Volontariato Noi Come Voi ets, con l’intento di promuovere attività assistenziali, sociali, culturali e di inserimento lavorativo per persone disabili. Nella sua sede di Galliate è stato creato un centro diurno-residenziale dove 19 dipendenti e 8 collaboratori gestiscono l’erogazione delle attività di animazione e lavoro con finalità educative, riabilitative e sportive. Fra i progetti seguiti dalla Fondazione c’è “Gli Artigiani della Quantità”, servizio di sgombero cantine, smaltimento rifiuti e restauro di vecchi mobili. Proprio questa attività, ha offerto l’occasione di recuperare una vecchia bicicletta e acquisire i primi rudimenti della riparazione. Ne è derivata l’idea del progetto Ri-CiclOfficina, con l’obiettivo di ridare nuova vita alle numerose biciclette abbandonate nei garage, nei cortili dei palazzi o per le strade.
Il progetto “Ri-CiclOfficina” intende realizzare un luogo di incontro e condivisione dove promuovere lo scambio di saperi tra i partecipanti: ciclo-meccanici apprendisti ed esperti, volontari, persone con disabilità, persone svantaggiate ed appassionati. Uno spazio per promuovere la “cultura a pedali” aprendosi alla comunità, affinché si possa condividere quanto di positivo porta la bicicletta in termini di benessere, qualità di vita e integrazione e sfruttando la ciclo-meccanica come strumento educativo e riabilitativo, per la promozione della cura del sé e il rafforzamento delle relazioni e della coesione interna.
Il progetto “Ri-CiclOfficina” ha ottenuto il sostegno di Fondazione Comunità Novarese onlus che ha deliberato un contributo di 30.000 euro (su un costo totale di progetto di 54.250 euro).
«Valorizzare le persone – ha commentato la presidente di Fondazione Apri Le braccia, Benedetta Sereno – è l’orizzonte verso cui da sempre ci muoviamo. Questo spirito porta a cercare il bello in tutto ciò che ci circonda, non per trattenerlo ma per condividerlo. Con Ri-Ciclofficina, si parte dalla valorizzazione di un oggetto che apparentemente non serve più a nessuno, ma a cui mani capaci possono dare nuova vita. Si riceve, si trasforma e si dona. Grazie a Fondazione Comunità Novarese onlus, potremo essere utili alla comunità con un gesto compiuto da chi è, solitamente, inteso solo come un beneficiario».
«La bicicletta è un simbolo – ha commentato il presidente di Fondazione Comunità Novarese onlus, prof. Davide Maggi – perché oltre a essere un efficiente mezzo di trasporto, consente alle persone di aumentare lo spazio vitale di ciascuno e di diminuire le distanze dai propri punti di interesse o dalle persone care. Riparare una bicicletta è un processo al termine del quale, chi ha lavorato, può vedere concretamente e misurare con i propri occhi il processo di trasformazione messo in atto e il risultato finale. Insieme a Fondazione Apri le Braccia, abbiamo da poco inaugurato lo spazio di Piazza delle Erbe con l’attività di tisaneria e, con piacere, desideriamo promuovere anche questa nuova avventura su due ruote».
Il laboratorio, che si aggiungerà alle altre quattro Ciclofficine “sociali” presenti in Piemonte (nessuna delle quali nella provincia di Novara), sarà realizzato nell’area verde antistante la sede della Fondazione Apri le Braccia, strutturandosi, in un primo momento, come laboratorio occupazionale per i propri utenti e per quelli dei Centri Diurni dell’Ovest Ticino, ma coltivando l’ambizione di evolvere in attività lavorativa, attraverso l’avvio di un servizio di bike-sharing e/o di noleggio.
La comunità sarà coinvolta promuovendo la donazione di vecchie biciclette inutilizzate, in cambio di servizi di manutenzione gratuita o offrendo agli studenti di alcune scuole superiori del territorio progetti di alternanza scuola-lavoro. Si affiancherà, anche, un lavoro di rimessa in funzione dei mezzi a due ruote da consegnare gratuitamente a chi ne ha bisogno e che sarà segnalato dalla diocesi, dai servizi sociali o da altre associazioni del Terzo Settore. L’iniziativa, oltre al valore sociale, contiene anche un forte impegno ecologiconel riutilizzare ciò che altrimenti sarebbe rifiuto e nell’incentivare l’uso della bicicletta come mezzo di mobilità sostenibile.