Il Ddl Zan, la legge contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo, è stato fermato in Senato ieri pomeriggio, 27 ottobre. 154 voti contro i 131 hanno fermato la legge che era passata alla Camera (leggi qui) lo scorso novembre 2020.
«Il ridicolo teatro della politica lascia di nuovo scoperte alla violenza la comunità Lgbtqia+, le donne e le persone con disabilità. Ignoranza e malafede continuano a essere gli unici valori a cui la nostra rappresentanza in Parlamento riesce a fare appello, – dice NovarArcobaleno – Il peso ricade su chi da anni diffonde falsità e odio sulle nostre vite, ma anche su chi miete i nostri voti mascherandosi dietro vacue promesse elettorali di doverosi atti di civiltà. In questo continuo ed estenuante gioco al ribasso sui nostri diritti e sulle nostre tutele, nessuno si lava le mani di questo ennesimo, bruciante schiaffo alla nostra comunità. Siamo esaustǝ e arrabbiatǝ, sempre. Da oggi un po’ di più».
E aggiunge Laura Galasso, presidente novarese: «C’è molta rabbia, ma non delusione. In un certo senso ce lo si aspettava. Ed è doppiamente triste a pensarci, significa che esiste una fetta di popolazione piuttosto cospicua che ha perfettamente coscienza di essere deumanizzata dall’establishment politico». Rabbia, ma anche la consapevolezza che «Non è ovviamente la fine di nulla, non smettono di esistere le categorie marginalizzate e non si è risolto il problema facendo finta che certi tipi di discriminazioni non esistano. Sarà anzi l’occasione giusta per ribadire che abbiamo sempre voluto più del Ddl Zan, che era una briciola in un mare di mancanze sociali ed istituzionali».